Francesco, nato nel 1181/’82, vive la sua esistenza adulta nella prima metà del ‘200. E’ questo uno dei momenti di massima potenza per la Chiesa. E’ Pontefice il grande Innocenzo III (1198-1216), colui che aveva teorizzato la superiorità della Chiesa su ogni altra potenza umana; del potere spirituale su quello temporale. Egli fu indubbiamente l’uomo più potente del ‘200, grazie anche alla fragilità dell’impero.
A tanta potenza, tra l’altro effimera – scrive Giacomo da Vitry: “Arrivai a Perugia e vi trovai papa Innocenzo morto, ma non ancora sepolto. Qualcuno nella notte, di nascosto, lo aveva spogliato dei paludamenti preziosi, con i quali doveva essere sepolto, lasciando il suo corpo quasi nudo e già in putrefazione nella chiesa” (FF 2202) -, non corrispondeva altrettanto splendore di vita da parte del clero – sempre Giacomo ci informa che: “Avendo frequentato per qualche tempo la Curia, mi sono imbattuto in molte realtà contrarie al mio spirito. Erano tutti così occupati nelle cose temporali e mondane … che appena permettevano che si parlasse di cose spirituali” (FF 2204)..
In questo contesto nasce e cresce la conversione di Francesco d’Assisi. Egli non fu il primo in quel tempo a cercare di seguire Cristo in povertà – c’era già un forte movimento laicale – però la sua esperienza è originale, perché a differenza di altri “riformatori”, Francesco ha ben chiare due cose:
- l’unico modo per riformare il mondo e la Chiesa, è riformare se stessi. Francesco non aveva nessuna intenzione di fondare un Ordine né tanto meno di riformare qualcosa o qualcuno. Egli era stato abbagliato dalla bellezza di Cristo, che ha continuato a cercare con tutto se stesso, e da quel momento, come dice lui stesso nel suo Testamento: “uscii dal secolo” per dedicare la sua esistenza totalmente a Dio, per fare penitenza, cioè per convertirsi.
La sua vita, il suo cambiamento, dopo l’incontro con Cristo, è stato tale che, come una fiamma accesa in un bosco, ha incendiato l’Europa intera. Evidentemente c’era un grande desiderio di santità, il tempo era giunto.
Quando si parla di Francesco, si tende a ricordarsi della sua povertà estrema, del suo rapporto privilegiato col creato, delle sue stimmate, ma ci si dimentica l’unica cosa fondamentale: egli era uno follemente appassionato di Gesù e ciò, gli ha fatto compiere cose straordinarie. Senza Gesù, Francesco non ha senso e non è comprensibile, e tutto il resto è ridotto a fioretti per bambini.
Scrive Paolo che ciò che conta è “l’essere nuova creatura”; Francesco ha cambiato la storia, perché si è lasciato trasformare, convertire da Cristo.
Solo i convertiti riformano ciò che è da riformare. Non esiste nessuna struttura umana, quindi neanche la Chiesa (che è divino-umana) che possa mutare, se non cambiano coloro che la formano. Le strutture sono “sane” o “malate”, a seconda delle persone che le formano e le sostengono.
- La seconda cosa che Francesco ha chiarissima, è l’amore per la Sposa di Cristo: la Chiesa. Lui sapeva che, sebbene gli uomini del suo tempo, non facessero splendere il suo volto, Essa era lo strumento voluto da Dio per continuare l’opera di Gesù Cristo nella storia; egli sapeva con certezza che Essa è il corpo di Cristo. Ascoltiamo solamente due scritti di Francesco sul tema: “Poi il Signore mi dette e mi dà una così grande fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa romana, a motivo del loro ordine, che se mi facessero persecuzione, voglio ricorrere proprio a loro … poiché in essi io discerno il Figlio di Dio” e ancora: “Frate Francesco promette obbedienza e riverenza al signor papa Onorio e ai suoi successori canonicamente eletti e alla Chiesa Romana”.
Egli amava il Papa e il Papa amava lui. Troviamo in Sir 50,1: “Ecco chi nella sua vita riparò il tempio, e nei suoi giorni fortificò il santuario”. Le FF ci raccontano che papa Innocenzo sognò che, la basilica del Laterano, in procinto di crollare, veniva sorretta dalle spalle di un piccolo uomo. Innocenzo comprese che quello era Francesco e per questo lo sostenne in ogni suo passo.
Francesco è stato uno dei più grandi uomini della storia, pur non essendo nessuno, anzi, scegliendo di diventare nessuno. La sua grandezza, sta nell’avere lasciato a Dio “carta bianca” e Dio, su quella “carta” ha scritto un poema meraviglioso.
Francesco ha avuto ed ha un'importanza particolare nel mio cammino di fede. E' stato il primo Santo che mi ha abbagliato il primo di cui mi sono innamorata perche' leggendo le fonti mi ha trasmesso il desiderio di innamorarmi follemente di Gesu',proprio come lui! Mi ha insegnato ad amare la Chiesa e a non giudicarla (soprattutto i suoi pastori anche quelli che oggettivamente non si comportano bene). Perche' mi ha abbagliato Francesco? Perche' ha vissuto cio' che ha predicato perche' non ha preteso di cambiare gli altri o il mondo ma ha fatto l'unica cosa possibile a ciascuno di noi: ha lottato per cambiare se' stesso, per uniformarsi il piu' possibile a Cristo e con la Grazia di Dio ci e' riuscito dando un esempio che da 800 anni in tanti cercano di seguire! E allora ancora una volta grazie Francesco! Ottienici la grazia di amare la Madre Chiesa come tu l'hai amata, credo che sia un buon punto di partenza ai nostri tempi. Buona festa a tutti i figli di Francesco, francescani e non!
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