“TUTTI GLI ANIMALI SONO UGUALI, MA ALCUNI
ANIMALI SONO PIU’ UGUALI DEGLI ALTRI”
“La fattoria degli animali” è con "1984" il romanzo più noto di Orwell. Scritto a ridosso della seconda guerra mondiale, “La fattoria degli animali” mostra, come in "1984" ma in modo assai più ironico (e forse per questo più pungente), i meccanismi delle Rivoluzioni di stampo socialista. Si racconta infatti di una fattoria in cui gli animali, cacciando il padrone umano, compiono non una semplice rivolta per ottenere qualche miglioramento ma una vera e propria Rivoluzione, cioè un mutamento politico e culturale totale e totalizzante: si cambia il nome della fattoria (da “padronale” a “degli animali”), si considera l’uomo l’eterno nemico e soprattutto si crea una nuova società egualitaria (o presunta tale), che forgerà un futuro senza più discriminazioni, guerre e tristezze ma soltanto piena o di pace, gioia ed eterna felicità.
L’onere della realizzazione di questo futuro di salvezza secolare viene assunto dai maiali, che con il passare del tempo mostrano l’inevitabile retrogusto avvelenato che ogni Rivoluzione porta con sé: chi si sente “sacerdote” di un futuro perfetto da lui stesso ideato finirà con il sostituirsi al padrone precedente, dando inevitabilmente vita a un regime ancora più insopportabile del primo. Un romanzo imperdibile
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