Mi chiedo: perchè tanto spesso viene puntato il dito contro i membri del clero, presbiteri o vescovi che siano?
Indubbiamente c'è lo zampino del padre della divisione, il diavolo, colui che vuole distruggere il Corpo di Cristo che è la Chiesa, ma, secondo me, c'è anche un'altra motivazione che ritengo molto preziosa. Molti, anche se inconsapevolmente, intuiscono che il sacerdote ha un ministero che lo rende necessariamente "diverso" dagli altri, non nella dignità, ma nella santità. Il sacerdote non è uno che vale di più, ma uno che deve camminare nella via della santità - perché a questo Dio lo ha chiamato e perché ha la responsabilità del suo gregge - e non può permettersi di accontentarsi della mediocrità né tanto meno del peccato.
Se ci criticano e ci attaccano, è perché da noi pretendono di più; perché ci vogliono coerenti e il nostro peccato li scandalizza.
Hanno ragione a pretendere tanto da noi? Sì. Noi abbiamo il dovere della santità in quanto cristiani come tutti gli altri e in quanto pastori, perché se il pastore sbaglia strada, porta con sé tutto il gregge. Diceva Paolo VI, che "l'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri, è perché sono testimoni" (EN 41).
Certo non possono dimenticare che anche noi siamo esseri umani, con le fragilità di tutti; che siamo persone in cammino, però, sentiamoci responsabilizzati e ringraziamo il Signore che, attraverso queste critiche, ci richiama a qualla fedeltà che lui stesso ci chiede.
Indubbiamente c'è lo zampino del padre della divisione, il diavolo, colui che vuole distruggere il Corpo di Cristo che è la Chiesa, ma, secondo me, c'è anche un'altra motivazione che ritengo molto preziosa. Molti, anche se inconsapevolmente, intuiscono che il sacerdote ha un ministero che lo rende necessariamente "diverso" dagli altri, non nella dignità, ma nella santità. Il sacerdote non è uno che vale di più, ma uno che deve camminare nella via della santità - perché a questo Dio lo ha chiamato e perché ha la responsabilità del suo gregge - e non può permettersi di accontentarsi della mediocrità né tanto meno del peccato.
Se ci criticano e ci attaccano, è perché da noi pretendono di più; perché ci vogliono coerenti e il nostro peccato li scandalizza.
Hanno ragione a pretendere tanto da noi? Sì. Noi abbiamo il dovere della santità in quanto cristiani come tutti gli altri e in quanto pastori, perché se il pastore sbaglia strada, porta con sé tutto il gregge. Diceva Paolo VI, che "l'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri, è perché sono testimoni" (EN 41).
Certo non possono dimenticare che anche noi siamo esseri umani, con le fragilità di tutti; che siamo persone in cammino, però, sentiamoci responsabilizzati e ringraziamo il Signore che, attraverso queste critiche, ci richiama a qualla fedeltà che lui stesso ci chiede.
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