Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

mercoledì 8 dicembre 2010

Vergine e Madre, figlia del tuo Figlio, Umile e alta, più che creatura ... (Dante, Divina Commedia)

IMMACOLATA CONCEZIONE
Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra” (Lc 1,35).
Andiamo a chiedere a Mosé che cosa sia ‘l’ombra’ di cui parla l’arcangelo a Maria: “Mosè prendeva la tenda e la piantava fuori dell’accampamento, … e l’aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda …, si recava chiunque volesse consultare il Signore. … Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava all’ingresso della tenda, e parlava con Mosè” (Es 33,7ss); “Allora la nube coprì la tenda del convegno e la gloria del Signore riempì la Dimora. Mosè non poté entrare nella tenda del convegno, perché la nube sostava su di essa e la gloria del Signore riempiva la Dimora” (Es 40,34). La stessa “nube” la ritroviamo durante la Trasfigurazione: “Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra” (Lc 9,34).
La tenda del convegno non è altro che la prima “dimora” di Dio in mezzo al suo popolo alla quale seguì la costruzione del Tempio di Gerusalemme - quando il popolo d’Israele, da nomade, divenne sedentario -. La nube che scende ed entra nella tenda o nel Tempio, è il segno visibile della presenza di Dio.
Il re Salomone a un certo punto esclama: “Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito!” (1Re 8,27). Oggi possiamo ascoltare da Dio stesso la risposta a questa domanda.
Al Tempio di Gerusalemme e alla nube succede un nuovo modo nel quale Dio sta tra gli uomini; non più un’arca di legno sotto una tenda o dentro le splendide mura del Tempio – definitivamente distrutto nel 70 d.C. -, ma la carne umana. Dio sceglie di farsi carne attraverso una donna.
Siamo troppo abituati a sentirlo dire per cogliere fino in fondo la grandezza di questo fatto. Per l’Islam, per esempio, questa è pressoché un bestemmia. Ascoltiamo cosa dice in proposito il Corano: “Sono certamente miscredenti quelli che dicono: “Allah è il Messia figlio di Maria” (5,17). Come è possibile che l’Eterno e Onnipotente accetti di abbassarsi in questo modo - sembra affermare Maometto -? Eppure è così.
Maria è piena di grazia proprio perché chiamata a questo ruolo unico nella storia. Scrive don Andrea Santoro – ucciso in Turchia -: “Letteralmente in turco queste parole significano: “Pace a te, creatura di Dio, la più amata da Lui. … Più letteralmente ancora significano: Creatura di cui Dio si è innamorato di più”. Possiamo dire che il Signore si è “innamorato” della bellezza di questa giovane donna, che di sé sa riconoscere solo la piccolezza; lo canta nel Magnificat – “perché ha guardato l’umiltà della sua serva” -.
Dio chiede ad Adamo: “Dove sei?”. Non è che non sappia dove si trova; non è una domanda per scovarlo, ma è piuttosto un invito all’uomo perché si interroghi, perché si chieda dov’è veramente. E’ come se gli chiedesse: “Sei consapevole di quale dignità hai? Qual è il tuo posto nel creato?”.
La risposta di Maria a Dio che la raggiunge e la cerca attraverso il suo messaggero è: “Ecco la serva del Signore” (Lc 1,38). “Eccomi” significa: “Io sono tua”. Come è diversa dalla risposta di Adamo – “Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto” (Gen 3,10). Adamo risponde “io sono mio” e invece Maria, “Io sono tua”. Sono due atteggiamenti opposti, e tra essi bisogna per forza scegliere. Scrive il card. Giacomo Biffi: “Se voi vi decidete per il primo atteggiamento … pochi o tanti, fortunati o sfavorevoli che potranno essere, i vostri anni saranno fatalmente infecondi e il vostro passaggio sulla terra inutile e desolato”. Sono parole molto forti, tipiche del cardinale, ma condivisibili. Noi potremo realizzarci pienamente e custodire il creato, se sapremo tenere lo sguardo su Dio, se ci lasceremo condurre da Lui.
Quando Adamo ed Eva devono lasciare Eden, Dio li riveste di pelli di animali; è come se l’essere umano vedesse rivestire – per sua scelta - la sua straordinario dignità e la riducesse a un livello appena più alto di quello delle bestie, ma questo non è ciò che attende l’uomo. L’uomo non è semplicemente un animale un po’ più sviluppato; non è una scimmia che sa parlare, è il vertice della creazione. L’essere umano non è fatto solamente per soddisfare in maniera autonoma i bisogni primari, ha bisogno di grandi cose.
Maria, piena di grazia, donna immacolata, ci richiama a recuperare la nostra grande dignità e a cessare di dire “io sono mio”.

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