Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

mercoledì 5 gennaio 2011

EPIFANIA

Una parte dell’umanità festeggia oggi la Befana, un’altra l’Epifania. Sembra una cosa da niente, così come l’avere riempito il Santo Natale con Babbo Natale o la festa di tutti i Santi con i folletti e le streghe di Halloween. Che male c’è ci chiediamo? Semplicemente si sta svuotando il cristianesimo della sua sostanza, pur mantenendo in qualche modo il suo rivestimento. Il fatto preoccupante è che tutto ciò sta avvenendo con il nostro pieno consenso o, quantomeno, con una silenziosa indifferenza.


Sarò pessimista, ma io credo che questa sia l’astuzia del demonio che sa bene di riuscire a ingannarci quanto più agisce subdolamente. Svuotare il cristianesimo della sua sostanza, significa cercare di neutralizzarlo. Al maligno non fa nessuna paura un dolce vecchio sulla slitta o una anziana che si sposta con una scopa, invece ha terribilmente paura di un bambino fragile, tanto che ha cercato di eliminarlo fin dalla sua nascita attraverso un suo servo fedele: il re Erode.
I Magi che si muovono da Oriente seguendo la stella, cosa cercano? Perché si sono mossi e hanno fatto tutta quella strada? La risposta ce la da il profeta Isaia: “La tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore” (Is 60,2).
Non si sa con precisione chi fossero questi Magi, se fossero sovrani o sapienti astronomi, quel che sembra di poter dire è che erano persone in ricerca di luce, di verità. Chi cerca la luce è perché sa di essere nella tenebra o quantomeno non nella luce piena.
Pensate che noi cristiani abbiamo il privilegio di vivere nello splendore del Signore; a noi soli è stata affidata la pienezza della Luce. Domenica ci è stato offerto il Prologo del Vangelo di Giovanni: “(Il Battista) venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,6ss). Non abbiamo il diritto di rinchiuderci in un orgoglioso senso di superiorità e guardare con disprezzo gli appartenenti alle altre religioni, tutt’altro, ma dobbiamo prendere coscienza di questa straordinaria realtà. Quando si comprende di avere tra le mani la cosa più bella e indispensabile per l’umanità, non si può più a tenerla nascosta.
Purtroppo stiamo assistendo a un fenomeno “migratorio” contrario a quello dei Magi; c’è l’allontanamento dalla Luce per tornare verso la tenebra. E’ misterioso come ciò possa avvenire, ma è così. Eppure dentro il cuore di ogni persona sana di mente, seppur inconsapevolmente, c’è il desiderio del bello e del bene; della vita e non della morte.
Come mai? Le ragioni sono certamente tante e non tutte individuabili. Forse uno dei problemi è che la tenebra riesce a camuffarsi da luce e ci vuole un occhio esperto per non lasciarsi ingannare. Pensate quanti dei nostri ragazzi sono convinti che vivere la sessualità senza regola è luce; quanti altri, che spendere tutto il tempo possibile per il lavoro è la cosa migliore da farsi; quanta gente è convinta che la soluzione ai problemi passa per aborto, divorzio, eutanasia, fecondazione artificiale (fino alle sue estreme aberrazioni)? Quanti credono che il loro bene possa passare per l’adesione a vaghe spiritualità orientaleggianti? Guai a dire il contrario, perché si passa per fondamentalisti arroganti – la tenebra non vuole essere smascherata, perché sa che altrimenti nessuno la accoglierebbe -.
Un’altra ragione forse sta nel fatto che noi non riusciamo a comunicare la bellezza della Luce? Ve lo chiedo, perché lo sento come un problema personale. Come mai non riesco a far percepire con la mia vita, prima ancora che con le parole, lo splendore della Luce che è Cristo? Eppure io dovrei essere “sale della terra e luce del mondo”.
Anche qui ci soccorre Isaia quando, parlando a Gerusalemme le dice: “ Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del signore brilla sopra di te” (Is 60,1). Forse io non sono abbastanza rivestito di luce? forse le nostre comunità religiose non sono abbastanza rivestite di luce? forse le nostre famiglie cristiane non sono abbastanza rivestite di luce? forse le nostre comunità parrocchiali non sono abbastanza rivestite di luce? Dobbiamo chiedercelo e darci una risposta.
Cosa significa essere rivestiti di luce?
Lasciare che Dio abiti nelle nostre esistenze; che i primi a essere rischiarati dalla luce siamo noi stessi. L’immagine della lampada che ci offre l’evangelista Matteo è più che efficace: una lampada rischiara se dentro vi è una luce accesa.
Allora in questo giorno di luce, chiediamo di tutto cuore al Signore che è “la luce che rischiara ogni uomo”, di abbattere la barriera della nostra cecità. “Insegnaci Signore, che sei la via, a riconoscere gli inganni della tenebra; donaci il coraggio di seguire te; continua a mettere sulla nostra strada uomini e donne rivestiti della tua luce, che diventino per noi come la stella che ha condotto i Magi. Non permettere che ci fermiamo, fino a quando non saremo giunti davanti a te. Amen”.

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