Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

mercoledì 1 giugno 2011

Catechesi sulla Riconciliazione

CHE FARE QUANDO TI TROVI ALLA PRESENZA DEL SACERDOTE?

1 - Quando ti confessi, penetri nell'infermeria del Cristo

 Qui, Dio stesso è il Medico. ... Il sacerdote non è che un testimone e un rappresentante di Dio (agisce in persona Christi). Eccoti visibilmente davanti al sacerdote, ma invisibilmente davanti al Cristo stesso. ... Il sacerdote ascolta la tua confessione, ma è Dio che l'accetta. Il sacerdote esamina la tua anima, ma è Dio che la guarisce. Il sacerdote prescrive il rimedio e Dio opera il miracolo di rinnovamento spirituale.

Pertanto sii cosciente della portata della tua azione. In seguito alla tua negligenza o ignoranza o paura infondata, tu potresti ritornartene non guarito. Se veramente temi il Signore Dio, sii senza paura quando vieni a confessare i tuoi peccati. Il Giudice davanti al quale ti trovi è infinitamente misericordioso. Devono temerlo solo coloro che si rifiutano ostinatamente di pentirsi.

2 - La Confessione deve essere fatta senza falsa vergogna

Noi a volte siamo così, ma vorremmo farci passare per cosà. Non mostriamo esteriormente ciò che siamo veramente. Vorremmo che la gente avesse una buona opinione di noi. Nascondiamo quindi i nostri difetti e mostriamo le nostre qualità. Anche se non abbiamo alcuna qualità rimarchevole, ci vantiamo di virtù immaginarie. ...  E dovremmo mentire quando siamo a confessarci?
Non è facile presentarsi come peccatori davanti al sacerdote quando mostriamo un'altra immagine davanti agli uomini. Siamo imbarazzati nel mostrare le nostre debolezze. Ma come guarire se dissimuliamo la nostra malattia?
Superiamo la vergogna quando ci andiamo a far visitare dal nostro medico, ecco come curiamo il nostro corpo. Allora perché siamo imbarazzati quando andiamo dal sacerdote per curare l'anima?
 Non comprendiamo che questo falso pudore crea un ostacolo alla salvezza della nostra anima? Mettiamo dunque da parte l'imbarazzo e scegliamo la determinazione.  Conviene essere in imbarazzo nel momento in cui pecchiamo, e non quando ci confessiamo. Dio ha unito l'imbarazzo al peccato e la determinazione alla Confessione.  Non ascoltiamo il demone che corrompe l'ordine divino e ispira l'imbarazzo alla confessione dei peccati ... Ha capovolto tutto al fine di farci perire.
Una volta che l'illustre Socrate, passeggiando in una strada di Atene, vide uno dei suoi studenti uscire da un postribolo, il giovane vistosi scoperto dal suo maestro si nascose rapidamente. "Giovane" gli disse Socrate, "non è vergognoso uscire da un tale luogo, ma il dimorarvi". Cristiano, il Cristo ti dice che non è imbarazzante svelare i peccati nella confessione, ma è vergognoso rimanervi infermo, cioè dissimularli. San Basilio il Grande afferma che il peccato nascosto coscientemente avvelena inesorabilmente e fatalmente l'anima del peccatore. Effetivamente come si può combattere una malattia si la nascondiamo al medico che invece potrebbe guarirla?
Per concludere, la Confessione dei peccati richiede semplicità. Il penitente non deve essere in imbarazzo, ma pentirsi - cosa ben diversa -. Il sacerdote è un peccatore come lui e lo sa bene. "Il ministero del confessore non consiste nel giudicare, ma nel compatire, intercedere, perdonare a nome del Signore e trovare il rimedio appropriato per favorire la conversione" ricorda Trebnik.
Il penitente non deve avere paura della gravità del peccato. Il ladrone è stato perdonato. Pietro che aveva rinnegato il Cristo è stato perdonato. Il penitente non deve avere paura del confessore, anche se ha l'aspetto rude e severo. ... Spesso la volontà di obbedire del penitente, incita il confessore alla saggezza e alla prudenza. Egli è tenuto al segreto nel modo più assoluto. Non solamente non divulgherà ciò che gli è stato rivelato, ma ancora non cambierà il suo modo abituale di trattare il penitente a causa di ciò che sa. Salvo, chiaramente, nel senso di una più grande carità.

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