Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 24 luglio 2011



XVII DOMENICA T.O.

    Anche oggi ci mettiamo in ascolto di Gesù, sapendo che “la sua parola nel rivelarsi illumina”; più il Signore parla e più noi possiamo conoscere profondamente noi stessi e la realtà che ci circonda, infatti “quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,  né mai entrarono in cuore di uomo,  Dio le ha preparate per coloro che lo amano.  … a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito” (1Cor 2,9s).

     Le parabole ascoltate Domenica scorsa ci hanno svelato come il Regno di Dio, seppur silenziosamente, cresce inesorabilmente. Là dove c’è un essere umano che si lascia “seminare e fecondare” da Dio, lì germoglia qualcosa di straordinario, capace di trasformare il mondo. Non sono le rivoluzioni che cambiano la realtà, per lo meno non in meglio, ma i convertiti, cioè coloro che si lasciano rivoluzionare l’esistenza e, quindi, fanno tracimare intorno a essi tutto ciò che cresce in essi. Ce lo dimostra la ricchissima schiera di santi, più o meno conosciuti e riconosciuti, che costellano la storia della Chiesa; uomini e donne di ogni livello socio-economico e culturale, che sono stati capaci di segnare indelebilmente la loro epoca.
     Finché ci saranno persone così – e ce ne sono più di quanto non pensiamo – non c’è da temere: il Regno continuerà a crescere e prima o poi prevarrà.
     Oggi Gesù ci svela ancora qualcosa del Regno di Dio. Esso è “abitato” da coloro che hanno trovato qualcosa per cui vale la pena scegliere e per questo sono pieni di gioia.  Potremmo dire che per poter essere pieni di gioia – una mèta verso la quale si deve camminare nella consapevolezza che non la si trova dietro l’angolo – è necessario saper fare delle scelte, mosse dall’aver trovato qualcosa di estremamente prezioso.
     Lasciamoci chiarire le cose da san Francesco. Egli è conosciuto universalmente come uomo estremamente povero, che ha saputo e voluto rinunciare a tutto – chi non conosce l’episodio del suo spogliamento davanti al Vescovo nella piazza di Assisi? -. In realtà questo non è l’aspetto più importante di questo piccolo, grande uomo.  Francesco è soprattutto un uomo sedotto da Dio – “mi hai sedotto Signore e io mi sono lascito sedurre”  (Ger 20,7) -. Quando dimentichiamo che Francesco è innanzitutto un innamorato, semplicemente banalizziamo la sua figura e non lo comprendiamo. Francesco ha fatto grandi cose, perché la passione bruciava dentro di lui.
     So già che state pensando che Francesco è un santo, per cui ciò che lo riguarda è eccezionale, ma non alla portata di tutti.  Grave errore è questo.  Potrei elencarvi un certo numero di persone – da me conosciute personalmente -, che un certo giorno sono state raggiunte e sedotte da Dio e quindi hanno saputo fare scelte di vita.
     Ecco, vedete, i cittadini del Regno sono coloro che hanno personalmente visto, toccato e udito il Signore; la sua “bellezza” li ha travolti. Il cittadino del Regno è uno che non si accontenta di sentir parlare di Dio, ma vuole incontrarlo, per questo è innanzitutto un cercatore. Sono profondamente vere le parole di Gesù: “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto” (Lc 11,9s). Il Signore si lascia trovare da chi lo cerca.
     Mi direte: “Ma come si fa a cercarlo?” Se desiderate veramente trovarLo, avrete tra le mani la risposta, perché chi desidera veramente una cosa, sa essere attivo e fantasioso, viceversa potrei continuare a indicarvi cosa fare, ma se non c’è desiderio non serve a nulla.
     Qualcuno penserà che, il fatto stesso di essere qui vuol dire che tutti noi abbiamo trovato il Signore. Sappiamo bene che così non è, come non lo è stato per Giuda che pure viveva a stretto contatto con Gesù.
     Oggi Gesù ribalta sostanzialmente il comune modo di vedere la fede; troppo spesso pretendiamo da noi stessi e dagli altri di vivere il Vangelo con fedeltà e coerenza; sappiamo cosa dovremmo fare ed essere, ma ci manca la forza per farlo. Allora, nella migliore delle ipotesi, facciamo dei grandi sforzi di volontà che, però, ci mettono di nuovo dinanzi alla nostra fragilità – la volontà purtroppo è di difficile gestione -.
     Prima è necessario trovare “il tesoro nel campo o la perla preziosa”, poi si scoprirà che non è più possibile essere come prima. Chi si lascia toccare da Dio, poi non riesce più a tenere la logica del Vangelo fuori dalla sua storia. Non che vivere il Vangelo diventi più facile e di punto in bianco si diventi coerenti, semplicemente diventa indispensabile.
     Francesco d’Assisi, come  anche le persone che conosco io, hanno scoperto che Gesù Cristo e  il Vangelo sono quanto di più bello può capitare a un essere umano e non sono più disponibili ad accontentarsi di altro, per questo fanno scelte anche radicali. Non è solo una questione di beni materiali; la logica di Cristo diventa un’esigenza di vita, che raggiunge tutte le espressioni dell’esistenza – c’è chi s’è liberato dall’odio; chi da una condotta di vita incoerente; chi dalla sopravvalutazione dell’esteriorità; chi dalla schiavitù del proprio passato -.
     Lo Spirito Santo accenda in noi il fuoco del desiderio di Dio e poi ci accompagni nella ricerca.

Nessun commento:

Posta un commento