di Pierluigi Battista in “Corriere della Sera” del 29 settembre 2011
Quando, un giorno, la sinistra laica inveirà contro le «ingerenze» vaticane, ricordate che l'ingerenza era per miracolo diventata «doveroso monito» il giorno in cui il presidente della Cei Bagnasco aveva scomunicato gli impresentabili «stili di vita» incarnati da Berlusconi. Gioiscono per il lieto evento i titoli del Fatto quotidiano, dell'Unità, di Repubblica (un severo e clericalissimo «Non possumus», addirittura). Minimizzano quelli di destra, che sono papisti e devoti sempre, trannequando la Chiesa li bacchetta sull'immigrazione o, appunto, sulla disordinata condotta di vita del premier. Non c'è da stupirsi, perché destra e sinistra condividono il possesso di un saldo eindistruttibile doppio registro mentale e lessicale: si chiama inammissibile «ingerenza», intollerabile «invadenza», inconcepibile «intromissione», quando la parola della Chiesa va contro di te, sichiama «accorata preoccupazione», quando il messaggio vaticano va contro i tuoi nemici.
Tuttavia, la sinistra dovrebbe maneggiare con più cura i nuovi entusiasmi filoclericali, perché quellodegli «stili di vita» non è decisamente il terreno più propizio per saldare una duratura alleanza antiberlusconiana con le gerarchie vaticane. Come ha notato Ritanna Armeni intervenendo sul Foglio, nello «stile di vita» deprecabile e peccaminoso i vescovi tendono infatti a includere: il riconoscimento delle unioni civili tra omosessuali; l'accettazione delle coppie di fatto eterosessuali non consacrate da un matrimonio; l'uso del profilattico; il diritto a un testamento biologico che garantisca al malato di poter disporre della dignità di una libera scelta quando non sarà in condizione di esprimersi. Io credo che la Chiesa abbia sempre il diritto di dire la sua, come è diritto di chi fa le leggi non tenerne conto. Ma chi grida all'«ingerenza» quando vengono colpiti pilastri di uno «stile di vita» non succubo delle direttive vaticane non dovrebbe compiacersi se lo «stile di vita» viene brandito per colpire l'avversario politico. Senza considerare che nello stesso testo in cui il cardinal Bagnasco ha sferzato il premier si auspica che il legislatore metta rapidamente mano a una brutta legge sul «fine vita». Che si plachino presto, i bollenti spiriti neoclericali.
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