Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

lunedì 19 marzo 2012

Come piegare la verità alle proprie idee

Una delle tesi sostenute dai TdG è che Gesù non sarebbe stato crocifisso su di una croce, ma su un palo. Per dimostrare tale loro tesi fanno riferimento al dizionario Le Monnier. Ecco cosa scrive la Casa Editrice:



Casa Editrice - FELICE LE MONNIER
Casella Postale 202 - 50100 FIRENZE

Spett.le
Congregazione Cristiana
dei Testimoni di Geova
Via della Bufalotta, 1281
00138 ROMA
23 settembre 1988

Egregi signori,
con vivo disappunto rileviamo, a pag. 85 della Vostra pubblicazione "Ragioniamo facendo uso delle Scritture", una citazione tratta dal nostro dizionario greco Liddell-Scott.
   Tale citazione appare artatamente tagliata, sopprimendo il termine "la Croce", riportato fra le accezioni possibili, al fine di sostenere, con l'autorevolezza del nostro nome e del nostro, assai apprezzato, dizionario, una Vostra tesi teologica.
   Ora, mentre riteniamo tutte le tesi in materia religiosa degne di rispetto, giudichiamo assai scorretto, oltre che gravemente lesivo della nostra reputazione scientifica, il Vostro modo di agire. Infatti, di fronte ad una pluralità di accezioni, diffuse e considerate accettabili, il nostro dizionario le riporta, correttamente, tutte, lasciando ai filologi di discutere la pertinenza di ciascuna rispetto ai diversi contesti storici e testuali.
   La Vostra citazione amputata ci fa, da un lato, apparire come sostenitori di una tesi teologica che, francamente, ci vede del tutto estranei e disinteressati, dato che lo scopo scientifico e didattico di un dizionario è tutt'altro. E, d'altra parte, la medesima amputazione ci fa falsamente apparire sul piano lessicografico, che a noi interessa e che ci riguarda, come incompleti e carenti.
   Siamo certi che vorrete con la massima tempestività ovviare al danno provocato alla nostra immagine e al nostro buon nome, pubblicando sulla Vostra stampa, con la dovuta evidenza tipografica, una non equivoca dichiarazione riparatoria.
Restiamo in attesa di una, cortesemente sollecita, comunicazione al riguardo da parte vostra.
Con distinti saluti


Ecco cosa rispondono a loro volta i TdG:

19 ottobre 1988
Spett.le
Casa Editrice FELICE LE MONNIER
Casella Postale 202
50100 FIRENZE
   Ci riferiamo alla Vostra del 23 settembre 1988 con la quale deplorate presunte nostre incompletezze e scorrettezze nella citazione tratta dalla voce «xylon» del Vostro Dizionario greco Liddell-Scott.
   In proposito teniamo a sottolineare quanto segue.
   Qualsiasi autore faccia riferimento alle definizioni di un dizionario segue la costante e corretta prassi di citare una o più accezioni che si uniformano all'argomento trattato, senza avere l'obbligo di citarle tutte, anche quelle estranee al concetto esposto, solo per non essere tacciato di scorrettezza.
   La Vostra asserzione che la nostra non completa citazione Vi fa apparire «sostenitori di una tesi teologica» a Voi del tutto estranea o carenti sul piano lessicografico è del tutto priva di argomenti di rilievo, considerato che la nostra citazione stessa contiene, per tre volte, i punti di sospensione che, secondo la comune prassi, evidenziano chiaramente per il lettore che il testo è citato soltanto in alcune parti.
   Sotto il profilo giuridico la nostra pubblicazione «Ragioniamo facendo uso delle Scritture» contiene tutti i dati richiesti dagli artt. 65 e 70 della legge 22.4.1941 n. 663 per identificare il vostro dizionario. Né la nostra citazione, ai sensi dell'art. 8 della legge 8.2.1948 n. 47, così come sostituito dall'art. 42 della legge 5.8.1981 n. 416, è contraria a verità in quanto riporta con precisione le parti citate dal Dizionario.
   «Ragioniamo Facendo uso delle Scritture» non cita diverse parti delle numerose accezioni della voce «xylon» (I, II, II/2 per intero, II/3, II/4 per intero, III per intero). Peraltro l'omissione da Voi lamentata riguarda soltanto l'accezione II/3 che omette il brano «la Croce, NT», il cui contenuto, di natura evidentemente interpretativa, non può contrastare i vari significati lessicografici da noi citati.    A parte le suddette considerazioni, non siamo contrari alla pubblicazione del testo completo della voce «xylon» in un prossimo numero di un nostro periodico.
   Inoltre, nel caso di una ristampa del nostro libro, che peraltro non è destinato alla pubblica diffusione, ma riservato per lo più ai nostri associati, non abbiamo nessuna difficoltà a eliminare la citazione del Vostro Dizionario e a sostituirla con brani tratti da altre fonti autorevoli perlomeno quanto la Vostra pubblicazione. Se desiderate tale sostituzione, potete comunicarcelo.
  È stata per noi una spiacevole sorpresa constatare che la mancanza di obiettività della Vostra comunicazione non corrisponde all'opinione che avevamo della Vostra Casa. Evidentemente non vi è interessato che centinaia di Vostri Dizionari siano stati acquistati dalle oltre 2.500 nostre Comunità, ognuna delle quali dispone di una biblioteca.
   A volte cedere alle pressioni esterne danneggia i propri interessi.
   Con i più distinti saluti.
Il Presidente- Valter Farneti

Nuova risposta della Casa Editrice:

 Casa Editrice - FELICE LE MONNIER
Casella Postale 202 - 50100 FIRENZE

Spett.le
Congregazione Cristiana
dei Tesimoni di Geova
Via della Bufalotta, 1281
00138 ROMA
26 ottobre 1988
Egregio Signor Farneti,

   chiunque minimamente conosca la nostra attività sa che nutriamo il massimo rispetto per tutte le concezioni religiose, cristiane e non cristiane. Inoltre, in quanto istituzione culturale, oltre che impresa, crediamo fermamente alla tolleranza reciproca, al confronto delle posizioni, al dialogo così come alla civile espressione del dissenso
    Una felice situazione economica (che Dio la conservi!) ci rende, inoltre poco sensibili alle questioni di interesse se contrastanti con le ragioni della nostra libertà intellettuale. In altre parole, non siamo in vendita contro un acquisto di copie. Ne consegue che la Vostra cortese preferenza, sinora dimostrata, per l'acquisto del Liddell-Scott non è atta a mutare un modo di pensare che tutti gli studiosi, degni di questo nome, considerano corretto. Secondo tale impostazione, è lecito citare il pensiero altrui con tutte quelle omissioni che non ne alterano la sostanza, che non portano a significati diversi o, peggio, contrari. La frase «Caio non è un criminale» non si può citare nella forma: «Caio (...) è un criminale». Ora, grosso modo, questo è stato fatto dalla Vostra pubblicazione, che svolgeva il seguente ragionamento: Cristo fu appeso a una trave e non a una croce, infatti «xylon» significa trave e non croce, come conferma anche il Liddell-Scott. (Segue la citazione incompleta, da cui è stata tolta proprio l'accezione «la Croce, NT»).
    Ora, né questa Casa Editrice né Liddell, Scott e collaboratori avevano la minima intenzione di prendere posizione su una questione che, oltretutto non è lessicografica ma teologica; tanto è vero che hanno riportato parecchie accezioni (trave e croce, ma anche legno, bastone, gogna, tavolo o banco ecc.) ognuna con la propria fonte. Sopprimere una di tali accezioni per poi dire che non esiste, ci pare un modo piuttosto malizioso di sostenere la Vostra tesi, per altri versi rispettabilissima.
    La invitiamo pertanto a ripristinare l'integrità della citazione, anche perché, contrariamente a ciò che Lei afferma, il riportare per intero e non amputato un passo non ci pare proprio nocivo per l'obiettività ne segno di soggezioni a pressioni esterne.
   Restiamo in attesa di una, cortesemente sollecita, comunicazione al riguardo da parte vostra.
Con distinti saluti.
Un'altra pubblicazione citata dalla Società nel suo libro "Ragioniamo", a pag. 85, è The Imperial Bible Dictionary, (a cura di P. Fairbairn, Londra, 1874, Vol. I, p. 376). Qui di seguito riporto la citazione della Watch Tower con le parole che essa ha omesso scritte in rosso:
«Un dizionario biblico ne dà atto, dicendo: "La parola greca per croce [stauros] significa propriamente un palo verticale, o un elemento di una palizzata, a cui appendere qualsiasi cosa, o che si poteva usare per recintare un appezzamento di terra. Ma si verificò un cambiamento quando il dominio e le usanze di Roma si estesero alle nazioni in cui si parlava la lingua greca. Anche tra i Romani la crux (da cui deriva la nostra croce) pare fosse in origine un palo verticale, ed è sempre rimasta la parte più prominente. Ma quando cominciò ad essere usata come strumento di punizione, divenne usuale l'aggiunta di un pezzo trasversale di legno …all'incirca nel periodo evangelico la crocifissione veniva eseguita appendendo i criminali sul braccio trasversale di legno».

La citazione "censurata" viene introdotta nel libro "Ragioniamo" da questa frase: «La parola greca tradotta 'croce' in molte versioni bibliche moderne ("palo di tortura" in NM) è stauros. Nel greco classico questa parola indica semplicemente un palo verticale. In seguito si cominciò a usarla anche per indicare un palo di esecuzione con un braccio trasversale» (la sottolineatura è mia). Dopo tale premessa "Ragioniamo" riporta la citazione, parziale, del Dizionario.
Il comune lettore, dal modo in cui viene introdotta e riportata la citazione, è indotto a pensare che la parola stauros che ricorre nelle Scritture Cristiane significhi palo od asta e che solo "in seguito" - senza che venga data alcuna indicazione temporale sul significato di questa espressione - il termine abbia acquisito anche il significato di "croce". "In seguito" potrebbe anche voler dire molto tempo dopo i fatti menzionati nei Vangeli. Questo è infatti quello che comunemente credono i TdG. Il Dizionario Biblico tuttavia è specifico e precisa che nel periodo evangelico i condannati venivano appesi al braccio trasversale della croce. Il libro dei TdG si limita invece a parlare di generici tempi successivi, senza ulteriori specificazioni. Se il Dizionario fosse stato citato per intero non vi sarebbe stata alcuna incertezza, ma siccome la Società vuol sostenere la sua particolare tesi che stauros significhi palo e non croce, la citazione completa sarebbe stata in contrasto con i suoi scopi.



1 commento:

  1. Devo convenire che i TdG mi fanno un po' paura....sono testardi, insistenti e, sotto la falsa convinzione di essere illuminati, hanno presa sugli sprovveduti. Certo è che noi, cosiddetti cattolici praticanti e convinti (come io mi definisco quando li incontro), non abbiamo preparazione (!!) e neppure quello che sembra, il vero fervore religioso che li anima.Dal punto di vista dell'atteggiamento, forse, noi laici, abbiamo da imparare(!!) da queste persone, sicuramente in errore, ma...entusiaste nel praticare la loro pseudofede. Che ne pensi?? A volte mi chiedo: sarei capace di contrastarli veramente? Certo io sono convinta di quello in cui credo, però...forse....non sono preparata come loro e, soprattutto, non sarei , come molti altri cattolici come me, di andare di casa in casa in predicazione, vuoi per dichiarata incapacità, vuoi per il cosiddetto "falso senso dell'onore".....quanta stada devo ancora fare!!!!Comunque, noi cattolici un po' all'acqua di rose...dovremmo coniderare che, ribadisco, pur nell'errore, loro sanno praticare la loro fede senza remore e, invecie, noi....spesso....sappiamo solo restare in silenzio davanti a chi ci interroga.... Anna

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