Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

lunedì 11 giugno 2012

Parole di un sapiente



A dire il vero, in tutto il suo decorso, la storia cristiana, sin dalle origini, se la esaminiamo bene, non è altro che una serie di guai e di perturbazioni. Un secolo assomiglia all'altro; solo che chi vive in uno lo giudica peggiore dei precedenti. La Chiesa è di continuo sofferente e nell'abbattimento della debolezza, portando sempre nel corpo i patimenti di Gesù, affinché anche la vita di Gesù... si manifesti nel suo corpo (2Cor 4,10).

La religione ha sempre l'aria di essere sul punto di spirare, gli scismi dominano, la luce della verità si vela, i suoi aderenti si disperdono. La causa di Cristo è sempre alla sua ultima agonia, come se fosse solo questione di giorni, come se proprio dovesse finire oggi oppure l'uno o l'altro giorno. (…) Possono bene i profeti gridare: Ci vorrà molto, Signore, prima che finiscano tanti sgomenti?
Quanto a lungo il mondo che perisce sarà mantenuto dalle deboli luci che fanno enorme fatica a vivere e restare accese nella sua atmosfera ammorbata? Dio solo sa il giorno e l'ora quando questo verrà a quella fine che Egli sempre minaccia; frattanto molto conforto possiamo trarre noi da tutto quello che è stato fin qui: non sbigottirci, non smarrirci, non entrare in ansia, tra le perturbazioni che ci attorniano. Ci son sempre state, ci saranno sempre; sono il nostro destino. “Alzano i fiumi, Signore, alzano i fiumi il loro fragore. Ma più forte del fragore di molte acque, più potente dei flutti del mare, potente nell'Alto è il Signore”.

 da J. H. Newman, Lectures on the prophetical Office of the Church, viewed relatively to Romanism and Popular Protestantism, Oxford 1838 (non è stato possibile verificare la fonte della citazione)

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