Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

venerdì 13 luglio 2012

Dal diario di J. Fesch 3

Domenica 4 agosto.
 
Figliolina cara,
mi rendo conto che ciò che ti scrivo rischia di sembrarti un po' sconnesso e incoerente. E certissimo che devo spiegarti un mucchio di cose, e temo di saltare da un soggetto all'altro, dal passato al presente, in maniera capace d'ingarbugliare la buona comprensione di questo mio giornale. Pazienza, preferisco scrivere come vola il mio pensiero, e lasciare alla tua intuizione femminile la cura di districare questa matassa.
 Stamattina mi sento un po' affaticato, sebbene abbia dormito d'un sol tratto, e sono incapace di mettere in fila due parole. Mi riposerò la mente leggendo un libro portatomi dal cappellano, e questa sera, quando sarà meno afoso, riprenderò il racconto della mia storia. Che cosa puoi mai fare tu quest'oggi? Probabilmente dei capitomboli nella sabbia e altri giochi chiassosi.

 La sera è venuta. Mi sento più disteso, ma la mente è un po' vuota. Ho recitato la mia Messa, quella della nona domenica dopo Pentecoste, ma non avendo il calendario non so se è la giusta [era l'ottava]. Pazienza. Gerusalemme, Gerusalemme, se conoscessi anche tu in questo giorno che ti è donato ciò che procurerebbe la tua pace! [Lc 19,42]. È una figura delle anime visitate dalla grazia e che l'hanno rifiutata. Come Gerusalemme venne distrutta in una grande rovina, così coloro che rigettano il Cristo subiranno il medesimo castigo.
 Questa sera, prima di coricarmi reciterò il mio rosario. Ad Jesum per Mariam è il motto del Cardinal Gerlier. In fondo io costato che ciò che gli increduli chiamano bigotterie che puzzano fortemente di San Sulpizio, significa invece realmente qualcosa. Può sembrare che vi sia un aspetto ridicolo nell'invocare tutti i santi del calendario perché intercedano in nostro favore; e tuttavia, quando Cristo dirige un'anima, l'indirizza in primo luogo a Maria. Ma chi può crederlo, se ciò non gli è stato dato dall'alto?
 Così pure, quando un'anima si affida a Dio senza restrizione alcuna, quando mette tutta la sua fiducia nel suo Creatore e non ha più che un solo desiderio, di fare ciò che il Signore vuole che faccia, allora Dio le parla in modo che non lascia alcun dubbio, allora essa può domandare l'intercessione di quel santo o parente che sa essere in cielo, e le sarà sempre risposto finché i suoi desideri saranno conformi alla volontà del Signore e la sua fiducia sarà assoluta.
 Quando Dio parla a un'anima, Egli sa farsi capire, e se ciò che ci dice non ci è rivelato sotto forma di parole udibili, il senso preciso del messaggio non resta affatto meno chiaro. Allorché per la prima volta il Signore si è degnato di visitare la mia anima e trasmetterle il suo messaggio di amore, io ho perfettamente capito ciò che avevo da fare; e se dovessi mettere per scritto quanto ho ritenuto, potrei, forse scrivere questo:
 Figlio mio, io ti ho amato da quello stesso primo giorno in cui tu mi oltraggiavi e soprattutto in quei momenti. Il mio perdono te lo dono integro e assoluto, e ti donerò ancor molto di più. Accogli il mio amore, gusta quanto io sono soave per coloro che m'invocano, e non occuparti di sapere se soffri giustamente o no.
 Tu sei il mio figlio benedetto: è per te più specialmente che io sono stato crocifisso, e vedi ciò che non potevi vedere. Non capisci che la mia croce è il solo cammino che conduce alla vita eterna? Che se tu sei mio figlio, tu devi soffrire ciò che il tuo Padre ti dona, al fine di ereditare anche tu quanto mi appartiene? E che tu sei beato se ti si perseguita?
 Io solo posso leggere nel tuo cuore e valutare le tue colpe. Guarda, io non ti condanno. Tutto ciò che è mio sarà rifiutato dal mondo, e più ti si disprezzerà, più tu mi sarai caro. Vivi in me. Vieni a bere alle sorgenti dell'acqua viva e la tua tristezza si cambierà in gioia.
 Ma sii dolce e sottomesso, anche se questo ti sembra ingiusto, e soprattutto umile. Ti voglio umile come la polvere su cui si cammina e che non si cura della stima di quelli che la calpestano. Il servo non è più grande del padrone; se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche te, ma coraggio! Io ho vinto il mondo e sono con te sino alla fine dei tempi.
 Comprendi come l'anima che ascolta queste parole diviene forte e vittoriosa? A quale altezza s'innalza al disopra di quegli stupidi meschini ragionamenti, e con quale intensità capisce che la verità e la via della salvezza sono l'opposto di ciò che stimano gli uomini?
 Non vi sono più ingiustizie, non più problemi, ma soltanto un formidabile slancio verso l'amore dì Dio. Tu diventi fratello di tutti quelli che soffrono e sai che le tue pene non sono che una forma di croce altrettanto preziosa agli occhi del Signore di quelle che portano il monaco nel suo chiostro o il missionario tra i suoi selvaggi.
 Certo, la tua miseria la senti, non però come la conseguenza di atti ben definiti, ma piuttosto come inerente alla tua natura umana posta rudemente di fronte all'amore e alla grandezza di Dio.

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