C'era una volta un contadino generoso e solerte, che aveva molti figli avidi e pigri. In punto di morte rivelò loro che avrebbero trovato un tesoro se avesseno scavato in un determinato campo. Non appena il vecchio ebbe emesso l'ultimo respiro, i figli si precipitarono nel luogo indicato e si misero a dissodare il campo da cima a fondo con una concentrazione e un'ansia che crescevano man mano che procedevano.
Non avendo trovato la minima traccia del tesoro, si
dissero che il padre, nella sua generosità, aveva distribuito la sua
fortuna da vivo, e abbandonarono le ricerche. In seguito, dato che la
terra era ormai completamente dissodata e pronta per la semina,
pensarono che tanto valeva seminare il grano. Una volta seminato, il
raccolto fu abbondante. Vendettero il grano che avevano mietuto ed
ebbero un anno di prosperità.
Poi si misero nuovamente a pensare al tesoro, alla
possibilità di essere arrivati malta vicino all'oro nascosto dal loro
padre. Decisero quindi di dissodare ancora il loro campo, ma invano.
Col passare degli anni Si abituarono al lavoro e al
cicli stagionali che prima non capivano, e ora si rendevano canto del
perché flora padre aveva scelto quel metodo per istruirli. Cosi
diventarono del contadini onesti e contenti, e alla fine divennero
abbastanza nicchi da non provare più il bisogno di sognare il tesoro
nascosto.
Così avviene con l'insegnamento della comprensione del destino umano e del significato della vita.
Di fronte all'impazienza, alla confusione e
all'avidità dei suoi allievi, il maestro deve orientarli verso
un'attività che sa essere costruttiva e benefica per loro, ma la cui
vera funzione e il cui vero scopo rimangono spesso celati a causa della
loro immaturità
...non esiste ricchezza senza fatica, senza sacrificio....se ciò avviene, vuol dire che qualcun altro ha faticato, allora.....dove stà la soddisfazione, il piacere di essere arrivati??. Anna
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