Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 12 gennaio 2013

L'acqua che brucia

BATTESIMO DI NOSTRO SIGNORE
     Gesù si è fatto battezzare nel Giordano per i suoi peccati? Impossibile: in Dio non c’è peccato. Allora perché Dio si è messo in fila con tutta quella gente? Penso per dare un esempio; Lui che non ne aveva bisogno l’ha fatto per noi, perché lo seguissimo. Noi sì, infatti,  ne abbiamo bisogno!

     Gesù però non ci ha lasciato solo un segno esteriore di purificazione, ma s’è servito dell’acqua, affinché diventasse strumento dello Spirito santo – dice infatti il Battista: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me ... Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”  (Lc 3,16) -. L’acqua del Cristo ora non lava, ma brucia.
     Il Battesimo portato da Gesù, profondamente diverso da quello di Giovanni Battista, non purifica solamente, ma rende nuovi, “brucia” l’uomo vecchio separato da Dio: “Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo (1Pt 3,21).
     Prendo in prestito delle splendide immagini del profeta Ezechiele: “dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà … Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina” (Ez 47,8ss).
     Ecco una delle preghiere sull’acqua nel Battesimo: “Tu dunque, amico degli uomini, vieni anche ora per l’effusione del tuo santo Spirito e santifica quest’acqua. … Fanne una sorgente d'incorruttibilità, un dono di santificazione, di remissione dei peccati, di guarigione delle malattie, di annientamento dei demoni, che sia inaccessibile alle potenze nemiche, colmata della forza degli angeli. Che tutti coloro che cospirano contro la tua creatura, la fuggano, Signore, perché io ho invocato il tuo Nome terribile per coloro che ti resistono” (Rito Bizantino).
     L’uomo non ha la capacità di far morire l’uomo vecchio e di far vivere quello nuovo. Dio soltanto ha questo potere. … Dio utilizza tutti gli strumenti possibili … Rifiutarsi di sottomettersi a tali misure non impedisce a Dio di applicarle fino in fondo” (Matta el Meskin,  La gioia della preghiera, Qiqajon 26). Dopo il Battesimo il Signore continua a operare affinchè lasciamo maturare tutti i suoi frutti.
     Siamo sicuri che tutto ciò sia proprio vero? Mussolini, Hitler, Stalin non erano forse battezzati? E noi, pur non commettendo nemmeno lontanamente le loro atrocità, quante volte produciamo frutti velenosi di divisioni, ingiustizia ecc …? Quante volte l’uomo vecchio, invece di essere morto, appare vivo e vegeto?
     Grazie allo straordinario dono del sacramento del Battesimo, siamo creature nuove, belle, ma è altrettanto vero che dobbiamo diventarle. Ci è chiesto di diventare ciò che siamo. Queste parole sembrano contraddirsi, in realtà tutto ciò che è deposto gratuitamente in noi, può rimanere assolutamente dono sprecato. Perché? Perché nemmeno si sa di averlo o perché si pensa di non aver tempo per utilizzarlo – si rimanda al futuro -, oppure, perché lo si rifiuta manifestamente (sbattezzo, satanismo, indifferenza colpevole). Eppure un giorno il Signore ci chiederà: “Che ne hai fatto del tuo Battesimo?”.
     Siamo costantemente chiamati a lasciar crescere il dono splendido e prezioso che è in noi. Quando Gesù dice: “Convertitevi!”, chiede proprio questo; Egli desidera che viviamo da Battezzati.
     Come il popolo d’Israele, anche noi possiamo gridare che la nostra schiavitù è finita, perché “siamo stati liberati come l’uccello dal laccio del cacciatore” – il Maligno deve sempre chiederci il permesso per fare il male in  noi e attraverso di noi, non può comandarcelo -; la nostra colpa è stata espiata, perché Uno ha pagato per tutti “annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce” (Col 3,14).

    

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