Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 2 febbraio 2013

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre



IV DOMENICA T.O.

     Il Signore mi ha mandato a portare il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione” (Versetto alleluiatico); questa è la missione di Gesù. Egli non ha solo annunziato questo, ma lo ha anche realizzato e ha affidato alla Sua Chiesa lo stesso compito: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi” (Gv 20,21). Come la donna fu, simbolicamente, formata da una costola di Adamo, così la Chiesa è nata dalla croce di Cristo, quando dal costato del Signore scaturirono sangue e acqua – simboli dell’Eucaristia e Battesimo -.

     La Chiesa, corpo di Cristo OGGI, formata da TUTTI i battezzati, pur nella diversità dei ministeri, ha questo straordinario compito: offrire vita, “luce” e libertà.
     Ricordiamocelo: Cristo, e così la Chiesa, vogliono offrire, non imporre, il “vino buono” portato da Gesù stesso; quel “vino” di cui tutti, consapevoli o meno, abbiamo un bisogno vitale. La Chiesa che è Madre, può piangere di fronte al rifiuto o al disinteresse dei suoi figli, ma sa benissimo che nessuno può essere obbligato ad amare Dio, perché dove c’è l’imposizione, non c’è l’amore. Essa può solo, con generosità e gioia, mostrare la straordinaria bellezza del suo Signore e i miracoli che Egli compie in chi lo accoglie; può solo cantare: “Tu sei il più bello fra i figli dell’uomo” e sperare che l’umanità se ne renda conto, aprendo gli occhi, e possa anch’essa gridare: “Mi hai sedotto Signore e io mi sono lasciato sedurre” (Ger 20,7). Ci sarà vera liberazione, solo se Dio troverà casa nella carne negli uomini e nelle donne di oggi. Per questo ancora c’è bisogno della missione, dell’annuncio, mentre è assurdo  vergognarsi di Cristo. Tacere Cristo è il peggior male che si può fare all’umanità.
     Come ogni madre, la Chiesa è chiamata a liberare e difendere i propri figli; per questo, deve necessariamente combattere chi li tiene prigionieri. Essa non può non avere nemici. Al profeta Geremia Dio ha detto – e continua ancora oggi -: “non spaventarti di fronte a loro” (Ger 1,17) e Gesù stesso ha ribadito: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo” (Gv 15,18s). Il destino della Chiesa, se è fedele al mandato di Cristo, è quello del suo Signore “essere cacciata fuori, per essere precipitata dal monte”; sarà sempre colpita con la violenza o con la menzogna, oppure infettata, affinché non operi a favore dell’uomo.
     Lo stesso profeta Geremia a un certo punto gridò: “Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me. Quando parlo, devo gridare, devo urlare ... Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno” (Ger 20,7s).
     La Chiesa sa altrettanto bene che, scioccamente, l’umanità ascolterà più volentieri i falsi profeti, che la illuderanno e la lasceranno camminare per le strade che preferisce:  Così dice il Signore degli eserciti: «Non ascoltate le parole dei profeti che profetizzano per voi; essi vi fanno vaneggiare, vi annunciano fantasie del loro cuore, non quanto viene dalla bocca del Signore” (Ger 23,16).  “Io non ho inviato questi profeti ed essi corrono; non ho parlato a loro
ed essi profetizzano.  Se hanno assistito al mio consiglio, facciano udire le mie parole al mio popolo
e li distolgano dalla loro condotta perversa e dalla malvagità delle loro azioni
(23,21s). Tipico dei falsi profeti è, infatti, il tentativo di lusingare, illudere, tranquillizzare e narcotizzare le coscienze, per piacere agli uomini.  Non è una buona sentinella quella che non dà l’allarme al sopraggiungere del nemico, solo perché non vuole spaventare la popolazione della città; così non è un buon medico quello che chiama raffreddore, un tumore ai polmoni, per non inquietare il malato; o che consente al diabetico di mangiare tutto lo zucchero che vuole, per non essere mal giudicato dal paziente.
    L’avversario … si trasforma in angelo di luce, e spaccia i suoi ministri per ministri di giustizia: costoro chiamano giorno la notte, salvezza la morte, e insinuano la disperazione …, e l’incredulità sotto il pretesto della fede, e dicono Cristo l’Anticristo, cosicché frustrano sottilmente la verità con menzogne verosimili” (San Cipriano, L’unità della Chiesa 
   Come discernere quali sono le voci, all'interno della comunità cristiana, del Pastore e non dei falsi profeti? Ci soccorre il cardinal Biffi, il quale scrive: “Mi sono fatto l’idea … che a giudicare positivamente i diversi pronunciamenti … sia utile verificare l’esistenza simultanea di questi tre dati:
1 – la piena convinzione che Gesù sia l’unico e necessario Salvatore del mondo e non abbia bisogno di niente e di nessuno che lo salvi dall’inattualità;
2 – la percezione della bellezza soprannaturale della Chiesa: bellezza che di solito è visibile soltanto agli occhi della fede … anche quando è nascosta dalle nostre bruttezze;
3 – la consapevolezza che è tuttora in atto nella storia il combattimento tra il bene e il male, e l’armistizio non è mai stato dichiarato.
Chi condivide queste persuasioni, si può presumere che sia un compagno affidabile …” (Giacomo Biffi, Liber pastoralis bononiensis, EDB 312).

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