PROLOGO
Ero febbricitante per il fuoco
delle passioni impure, quando tu, com'è tua abitudine, mi hai dato ristoro
contattandomi con la tua pia lettera: hai arrecato conforto al mio intelletto
sfinito tra le più turpi sollecitazioni, facendoti, così, felicemente emulo del
nostro grande precettore e maestro.
E non è stata una sorpresa! Meritare,
invero, doti insigni è stata sempre la tua prerogativa, come anche del
benedetto Giacobbe. Dopo avere, infatti, prestato buoni servigi per ottenere
Rachele, ed avere ricevuto Lia, tu aspiri anche alla desiderata Rachele, per la
quale hai compiuto altresì il settennato. Quanto a me, però, non potrei negare
che, pur avendo faticato tutta la notte, non ho preso nulla. Cionondimeno,
sulla tua parola, ho calato la rete e ho pescato una gran quantità di pesci,
non grossi invero - a mio parere -, ma sono, tuttavia, centocinquanta, e te li
mando - come da te richiestomi - in forma di capitoli di eguale numero nel
cesto della carità. Io ti ammiro e ti invidio molto per l'eccellente tuo
proposito, poiché sei vivamente desideroso dei capitoli sulla preghiera -
desideroso non semplicemente di questi che sono a portata di mano e consistono
in carta vergata d'inchiostro, ma di quelli che hanno dimora nell'intelletto
mediante l'amore e l'oblio delle offese ricevute. Ma dato "che "tutte
le cose sono a coppia, l'una di fronte all'altra", come dice il sapiente
Gesù, accogli quanto ti mando secondo la lettera e secondo lo spirito, e
considera che in ogni caso la lettera presuppone l'intelletto: non essendoci
questo, non ci sarà neppure la lettera. Pertanto, anche la preghiera comporta
due modi: l'attivo e il contemplativo; così pure è per il numero: esso esprime
immediatamente la quantità, e nel suo significato profondo la qualità. Avendo
quindi diviso il trattato sulla preghiera in centocinquantatrè capitoli, te lo
invio come alimento evangelico, perché tu trovi diletto nel simbolismo del
numero: una figura triangolare combinata con una esagonale, indicanti rispettivamente
l'adorabile scienza della Trinità e la linea che connota l'attuale ordinamento
del mondo. Peraltro, il numero cento è di per se stesso quadrangolare, mentre
il cinquantatré è triangolare e circolare, poiché ventotto è triangolare e
venticinque è circolare in quanto cinque volte cinque fa venticinque. Hai
dunque nella figura quadrangolare il quaternario delle virtù; ed hai anche, nel
numero venticinque, la vera conoscenza di questo secolo, a causa del corso
ciclico dei tempi: la settimana, infatti, succede alla settimana e il mese
succede al mese, il tempo volge da un anno all'altro col suo moto circolare, e
una stagione succede a un'altra, come vediamo per il movimento del sole e della
luna, per il subentrare dell'estate alla primavera, e così via. La figura
triangolare, dunque, può significarti la scienza della Santa Trinità. Secondo
un'altra interpretazione, se consideri il centocinquanta come triangolare in
base alle tre cifre del numero, ecco che vi cogli la pratica, la contemplazione
naturale e la teologia; o, ancora, la fede, la speranza e la carità, l'oro,
l'argento e le pietre preziose. Ma ciò non riguarda che il numero. Quanto ai
capitoli come tali, non disdegnarne l'umile aspetto: tu sai contentarti del
molto così come del poco, e certo ti ricordi di Colui che non respinse i due
spiccioli della vedova, ma anzi li accettò stimandoli più delle ricchezze di
tanti altri. Riconoscendo, dunque, il frutto della benignità e della carità,
serbalo per i tuoi veri fratelli, invitandoli a pregare per l'infermo, perché
guarisca e, preso il suo lettuccio, possa infine camminare con la grazia del
Cristo nostro vero Dio, al quale sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Nessun commento:
Posta un commento