Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

venerdì 5 aprile 2013

"L'eresia esiste ancora"?

A partire da oggi pubblicherò, per alcuni venerdì,  stralci di un bellissimo libro/intervestita di Vittorio Messori all'allora cardinal Ratzinger. Vi consiglio di "perdere" dieci minuti del vostro prezioso tempo, per leggere queste parole, scritte negli anni ottanta, ma paurosamente attuali.

Vi aspetto ogni venerdì

***

All'orecchio di noi moderni, i termini "eresia", "eretico"
, suonano talmente inconsueti che si è costretti a metterli tra virgolette. Pronunciandoli o scrivendoli, ci si sente trascinati verso epoche che sembrano remote. Eminenza, chiedo, ci sono davvero ancora degli "eretici", ci sono anocra le "eresie"?
"Mi permetta innazitutto - replica - di richiamare a questo proposito la risposta che dà il nuovo Codice di diritto canonico  ... Al canone (articolo) 751 si dice: "Viene detta eresia l'ostinata negazione, dopo aver ricevuto il Battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa". Per quanto riguarda le sanzioni, il canone 1364 stabilisce che l'eretico - al pari dell'apostata e dello scismatico - incorre nella scomunica latae sententiae ... 
Continua: "La parola della Scrittura è attuale per la Chiesa di ogni tempo così come rimane sempre attuale la possibilità per l'uomo di cadere in errore. E' dunque attuale anche oggi l'ammonimento della seconda lettera di Pietro a guardarsi dai  "falsi profeti e dai falsi maestri che introdurranno eresie perniciose" (2,1). L'errore non è complementare alla verità. ... Naturalmente tutto va sempre visto alla luce del grande ammonimento evangelico: "verità nella carità". Anche per questo, quella scomunica in cui ancor oggi incorre l'eretico, è considerata coem "sanzione medicinale": una pena, ciocè, che non vuole castigarlo, quanto correggerlo, guarirlo. 
... Quella "negazione", e quel "dubbio ostinato" di cui si parla, oggi non li incontriamo quasi mai in forma palese. Che nonostante ciò essi esistano in un'epoca spiritualmente complessa come la nostra è da attenderselo: solamente essi non vogliono apparire come tali. Quasi sempre si opporranno le proprie ipotesi teologiche al Magistero, dicendo che questo non esprime la fede della Chiesa, ma solo "l'arcaica teologia romana". Si dirà che, non la Congregazione per la fede, ma essi, gli "eretici", individuano il senso "autentico" della fede trasmessa.

Vittorio Messori, Rapporto sulla fede, Edizioni Paoline 1985, 20-22

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