Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 20 luglio 2013

Tu ti preoccupi per molte cose, ma sei triste



XVI DOMENICA T.O.

     Marta ospita; Marta compie molti servizi. Marta è arrabbiata: con chi? Con sua sorella Maria. La rimprovera, perché non le dà una mano e per di più è indifferente alla sua fatica: “mi ha lasciata sola”.

     Forse è già un po’ di tempo che Marta cova dentro di sé questi sentimenti. Chissà quante volte ha cercato di fare capire a sua sorella, magari con frecciatine, che è una scansa fatiche, ma quella, niente, non ha capito o ha fatto finta di non capire.
     Anche Gesù finisce in mezzo a questa disputa familiare; Marta vorrebbe che il Signore prendesse una posizione, che spendesse una parola a suo favore, invece, nemmeno Lui sembra capirla.
     In realtà nessuno la comprende; nessuno ha compassione della sua stanchezza.
     Come è moderna Marta! E’ una donna molto efficiente, con un enorme senso del dovere - guai se non ci fosse -, ma è stanca, stressata, scontenta.
     Come ti assomigliamo cara Marta! Sapessi quante volte  anche noi ce la siamo presa con i nostri mariti, mogli, con i figli, i genitori e i fratelli, ma anche nuore, generi, cognati, colleghi; con i confratelli, perché non fanno la loro parte e tocca tutto a noi. Come non bastasse, non si accorgono di quanto lavoriamo, anche per loro, e non sanno nemmeno dire grazie. Tutto gli è dovuto; tutto è scontato.
     Quante volte abbiamo rimuginato dentro di noi, abbiamo fatto il muso, ma non ci hanno capiti. Allora siamo andati in cerca di qualcuno che, finalmente, ci comprendesse. Abbiamo mormorato con l’amico, col vicino, col parente, col datore di lavoro, persino col confessore, tornati a casa o al lavoro, però, tutto è rimasto uguale.
     A Marta, prima ancora che Gesù, risponde san Paolo, scrivendo ai  Colossesi: “Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete come ricompensa l’eredità” (Colo 3,23s). Quando poi Gesù racconta la parabola dei talenti, dice chiaramente, che Dio ci ha affidato i suoi beni e ci chiede di lavorarli – chi ha ricevuto due talenti ne deve restituire due, chi cinque, cinque -, ma non ci chiede di strafare; chi ha ricevuto due talenti, non deve restituirne cinque. Il Signore non vuole l’impossibile da noi. Dobbiamo fare i conti con il nostro limite.  
     Gesù non solo no dà ragione a Marta, ma le mostra che Maria s’è scelta la parte migliore. Quale? Maria ha scelto non la religione del fare, ma quella della gioia, della bellezza.
Maria ha capito e dice: “Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia, più che in tutte le ricchezze.
Voglio meditare i tuoi precetti, considerare le tue vie. Nei tuoi decreti è la mia delizia,
non dimenticherò la tua parola”
e “Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,
più del miele per la mia bocca (Salmo 119,14-16;103
).
     Non che Maria non voglia fare, ma sa bene, che solamente chi si lascia invadere da Dio, agisce con libertà, con passione, senza pretendere lodi e ringraziamenti.
     Dio non vuole che agiamo, anche eroicamente, ma senza gioia, senza carità, nella lamentela continua.
     Qualcuno pensa, errando gravemente, che la preghiera, il tempo per stare con Dio, sia rubato alla vita concreta; tutt’altro. Quanto più siamo uniti al Signore, tanto più crescerà in noi la gioia e una incomprensibile capacità di servire gli esseri umani, amandoli.
     Donaci Signore, prima ancora di mani e piedi, un cuore innamorato di Te. Fai germogliare in noi, una passione profonda per chi incontriamo sulla nostra strada. Aiutaci a comprendere, che sei Tu a salvare il mondo, anche attraverso di noi, ma che noi, non salviamo il mondo senza di Te.

1 commento:

  1. quanto son vere queste parole,proprio oggi ci pensavo,io mamma di 4 figli l'ultima disordinata ma a parer suo è cosi il suo ordine ha lasciato tutto il lavandino del bagno sporco,una stupidata ,ma non solo quello anche altro, che rabbia, mi son detta quando torna facciamo i conti mica sono la sua servetta..ma poi il pensiero di pulire per il Signore,mi ha fatto passare rabbia e nervosismo e ho riordinato tutto con gioia....questa mia figlia ha tante altre qualità è che tante volte penso solo a me stessa....comunque grazie....

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