Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 2 novembre 2013

Soltanto Tu consumi il desiderio



XXXI DOMENICA T.O.

     Non scandalizzatevi se all’inizio dell’omelia vi cito il testo di una canzone di Giorgio Gaber:


Il desiderio è la cosa più importante

è un'attrazione un po' incosciente
è l'affiorare di una strana voce
che all'improvviso ti seduce
è una tensione che non riesci a controllare
ti viene addosso non sai bene come e quando
e prima di capire
sta già crescendo.
Il desiderio è il vero stimolo interiore
è già un futuro che in silenzio stai sognando
è l'unico motore
che muove il mondo



     Egli scrive: “Il desiderio è il vero stimolo interiore”; certo, c’è desiderio e desiderio.
     Il verbo latino desiderare,  è composto da de- (che esprime mancanza o separazione) e un derivato di sidus, siderìs "stella". Nel linguaggio latino degli àuguri (sacerdoti che avevano compito di predire il futuro), significa "avvertire la mancanza delle stelle (sidera)".
     Il desiderio di cui voglio parlare oggi, quindi, ha a che fare con le “stelle”, non con le piccole cose, che una volta ottenute ci lasciano vuoti  o affamati come prima.
     In un bellissimo inno troviamo queste parole rivolte a Dio: “Soltanto tu consumi il desiderio e sazi ogni fame dentro al cuore”.
     Zaccheo, il capo del pubblicani, quindi, un peccatore pubblico disprezzato da tutti, è un uomo che ha sentito “l’affiorare di una strana voce, che all’improvviso lo ha sedotto”. Evidentemente è uno che ha cominciato a non accontentarsi più.  Da cosa lo capiamo? Dai suoi gesti: “corse avanti; salì su un sicomoro; scese in fretta; si alzò; diede la metà dei suoi beni”. Zaccheo non si è lascia ostacolare dai limiti – la sua bassa statura e la folla -. Quando il desiderio è autentico e profondo, non ci consente di stare fermi in attesa, ma, come scrive Gaber: “è l’unico motore che muove il mondo”.
     Zaccheo era uno umanamente soddisfatto – non gli mancava né l’autorità né il denaro -, eppure, evidentemente, non erano più sufficienti . Per una qualche ragione, egli ha compreso che Gesù poteva essere la risposta al suo desiderio, di quel di più, che fa la differenza. Del resto Dio mette nel cuore degli uomini il desiderio di cose grandi.  
     Lasciamo riecheggiare la parola di Dio: “Perché spendete denaro per ciò che non è pane,
il vostro guadagno per ciò che non sazia?”
(Is 55,2); perché vi accontentate e non cercate il tutto?
     Zaccheo è come quell’uomo che chiese a Gesù, cosa doveva fare per ereditare la vita eterna. Egli era uno insoddisfatto, ma alla risposta del Signore: “Va’ vendi quello che hai e dallo a i poveri, poi vieni e seguimi”, non riuscì a dare seguito; quindi “se ne andò triste”. Zaccheo, invece, dopo che Gesù gli ha detto: “Oggi devo fermarmi a casa tua”, “Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia”.
     Laddove Dio riconosce il vero desiderio – e il vero desiderio è dimostrato solamente dai fatti -, si lascia trovare, viene in “casa” e lì si ferma ad abitare. Ecco allora che, quel vuoto, mostrato dal desiderio, comincia a riempirsi. Scriveva s. Agostino: “inquietum est cor nostrum donec requiescat in te" - inquieto è il nostro cuo­re, finché non riposi in Te.
     Dobbiamo chiedere allora al Signore l’inquietudine come compagna di strada: l’inquietudine bella di chi, pur non possedendo e non vedendo ancora faccia a faccia, tuttavia ostinatamente procede.

2 commenti:

  1. Si,ci sono desideri e desideri.
    Ricordo quando desideravo un quadro.un falso d'autore di Renoir.
    L'ho comprato,l 'ho appeso e poì?..vado avanti e indietro per casa ma il quadro non l 'ho più guardato .
    Idem quando desideravo una borsa firmata.. la desideravo,ma poi?quejla borsa non mi dava la felicità,infatti finì presto nell armadio e così tanti altri desideri privi di desiderio.
    Poi incontri Gesù, quell incontro che ti segna,ti guarisce dentro ,ti tocca nell'intimo e che fà nascere in te altri desideri,diversi dai precedenti.
    Desideri amare ,fare del bene ,desideri un piccolo posticino lassù in paradiso,nel grande coro di Angeli e Santi,un posticino nascosto dove poter insieme a Loro lodare Dio ,quel Padre così buono e misericordioso che ci ama
    così tanto.
    Allora non è più il quadro,la borsa che attira i miei desideri ma è qualcosa di ben più prezioso ,di più vero...la vita eterna.Mara

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  2. “HO TANTO DESIDERATO
    MANGIARE QUESTA PASQUA CON VOI…”
    (Lc 22,15). animati da questo desiderio di Gesù, anche noi dobbiamo avere il medesimo desiderio. Il desiderio che da vita ad ogni nostra giornata, che ci sospinge ad accogliere l'amore di Dio e a riversarlo sui nostri fratelli.

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