Il gesto fondamentale della
preghiera del cristiano è e resta il segno della croce.
E' una professione, espressa
mediante il corpo, di fede in Cristo Crocifisso, secondo le parole programmatiche
di San Paolo: "Noi annunciamo Cristo Crocifisso, scandalo per i Giudei,
stoltezza per i pagani, ma per coloro
che sono chiamati, sia Giudei che Greci,
predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio" (1Cor 1,23s).
E ancora: "Io non volli
sapere tra di voi se non Cristo, e questi crocifisso" (2,2).
Segnare se stessi con il
segno della croce è un si visibile e
pubblico a Colui che ha sofferto per noi;
a Colui che nel corpo ha reso visibile l'amore di Dio fino all'estremo; al Dio che non governa mediante la distruzione, ma attraverso l'umiltà della sofferenza e dell'amore, che è più forte di tutta la potenza del mondo e più saggia di tutta l'intelligenza e di tutti i calcoli dell'uomo.
a Colui che nel corpo ha reso visibile l'amore di Dio fino all'estremo; al Dio che non governa mediante la distruzione, ma attraverso l'umiltà della sofferenza e dell'amore, che è più forte di tutta la potenza del mondo e più saggia di tutta l'intelligenza e di tutti i calcoli dell'uomo.
Il segno della croce è una professione di fede: io credo in Colui che ha
sofferto per me ed è risorto; in Colui
che ha trasformato il segno dello scandalo in un segno di speranza e dell'amore
presente di Dio per noi.
La professione di fede è una professione
di speranza: credo in Colui che nella sua debolezza è
l'Onnipotente; in Colui che, proprio nell'apparente assenza ed estrema debolezza, può salvarmi e mi salverà.
l'Onnipotente; in Colui che, proprio nell'apparente assenza ed estrema debolezza, può salvarmi e mi salverà.
Nel momento in cui noi ci segniamo
con la croce, ci poniamo sotto la protezione della croce, la
teniamo davanti a noi come uno scudo che ci protegge nelle tribolazioni delle nostre giornate e ci dà il coraggio per andare avanti.
teniamo davanti a noi come uno scudo che ci protegge nelle tribolazioni delle nostre giornate e ci dà il coraggio per andare avanti.
La prendiamo come un
segnale che ci indica la strada da seguire: "Chi vuol essere mio
discepolo, rinneghi se stesso, prenda la sua croce su di sé e mi segua"
(Mc 8,34).
La croce ci mostra la strada
della vita: la sequela di Cristo.
Noi leghiamo il segno della croce
con la professione di fede nel Dio Trinità - Padre, Figlio e Spirito Santo.
Esso diventa così ricordo del battesimo, in maniera ancor più chiara quando lo
accompagniamo con l'uso dell'acqua benedetta.
La croce è un segno della passione,
ma è allo stesso tempo anche segno della resurrezione: essa è
per così dire il bastone della salvezza che Dio ci porge, il ponte su cui superiamo l'abisso della morte e tutte le minacce del male e possiamo giungere fino a Lui.
per così dire il bastone della salvezza che Dio ci porge, il ponte su cui superiamo l'abisso della morte e tutte le minacce del male e possiamo giungere fino a Lui.
Essa è resa presente nel
battesimo, nel quale diveniamo contemporanei alla croce e alla resurrezione di Cristo
(Rm 6,1-14). ogni volta che ci facciamo il segno della croce rinnoviamo il
nostro battesimo: Cristo dalla Croce ci attira fino a se stesso (Gv 12,32) e
fin dentro la comunione con il Dio vivente.
Poiché il battesimo e il segno della
croce, che lo rappresenta e rinnova, sono soprattutto un evento di Dio: lo
Spirito Santo ci conduce a Cristo, e Cristo ci apre la porta verso il Padre.
Dio non è più il Dio sconosciuto; ha un nome. Possiamo chiamarlo, e Lui chiama
noi.
........
"Diventerai una benedizione",
aveva detto Dio ad Abramo al principio della storia della salvezza (Gn 12,2). In
Cristo, figlio di Abramo, questa parola è pienamente compiuta.
Egli è una benedizione, ed è benedizione per
l'intera creazione e per tutti gli uomini.
La croce, che è il suo segno
nel cielo e sulla terra, doveva dunque
divenire il vero gesto di benedizione dei cristiani. Facciamo su noi stessi il
segno della croce ed entriamo
così nella potenza benedicente di Gesù Cristo; tracciamo questo segno sulle persone per cui desideriamo la benedizione; lo tracciamo anche sulle cose che ci accompagnano nella vita e che noi vogliamo ricevere nuove dalla mano di Gesù Cristo. Mediante la croce possiamo divenire gli
uni per gli altri dei benedicenti.
così nella potenza benedicente di Gesù Cristo; tracciamo questo segno sulle persone per cui desideriamo la benedizione; lo tracciamo anche sulle cose che ci accompagnano nella vita e che noi vogliamo ricevere nuove dalla mano di Gesù Cristo. Mediante la croce possiamo divenire gli
uni per gli altri dei benedicenti.
Personalmente, non
dimenticherò mai con quale devozione e
con quale interiore dedizione mio padre e mia madre segnavano noi bambini con
l'acqua benedetta, facendoci il segno
della croce sulla fronte, sulla bocca e sul petto quando dovevamo partire, tanto più se poi si trattava di un'assenza particolarmente lunga.
della croce sulla fronte, sulla bocca e sul petto quando dovevamo partire, tanto più se poi si trattava di un'assenza particolarmente lunga.
Questa benedizione era un gesto
di accompagnamento, da cui noi ci sapevamo guidati: il farsi visibile della
preghiera dei genitori che ci seguiva e la certezza che questa preghiera era
sostenuta dalla benedizione del Redentore.
La benedizione
era anche un richiamo a noi, a non uscire dallo spazio di questa benedizione.
Benedire è un gesto sacerdotale: in quel segno della croce noi percepivamo il sacerdozio
dei genitori, la sua particolare dignità e la sua forza.
Penso che questo gesto del
benedire, come piena e benevola espressione del sacerdozio universale di tutti
i battezzati, debba tornare molto più fedelmente a far parte della vita
quotidiana e abbeverarla con l'energia dell'amore che proviene dal Signore.
quotidiana e abbeverarla con l'energia dell'amore che proviene dal Signore.
Da Joseph Ratzinger,
"Introduzione allo spirito della liturgia", San Paolo 2001
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