Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

lunedì 12 maggio 2014

Trafiggimi il cuore


IV DOMENICA DI PASQUA

 

     All'udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore”  (At 2,37). Oggi coloro che ascoltano Pietro e gli Apostoli, si sentono trafiggere il cuore, domenica scorsa i discepoli che, delusi, andavano verso Gerico, si sentirono ardere il cuore. Sia gli uni, che gli altri sono stati toccati dopo l'incontro col Cristo e con gli Apostoli; è avvenuto qualcosa di profondo: sono stati toccati nel cuore.

     Queste persone non hanno semplicemente sentito parlare, ma hanno ascoltato le parole e si sono lasciati ferire da esse. Del resto, lo scopo dell'ascolto della Parola di Dio, è proprio questo: lasciarsi commuovere dalla Parola e a farla diventare carne nell'esistenza concreta.

Tra sentire e ascoltare, c'è la stessa differenza tra lo scroscio di pioggia sulla terra dura – non opera nulla, perché scorre via - e la lenta penetrazione nel terreno della medesima: nel primo caso l'acqua va persa, nel secondo genera vita.

     Quando stiamo davanti alla Parola di Dio, che parla personalmente a ciascuno di noi, come ci poniamo? Nel semplice sentire o nell'ascolto? Cosa avviene in noi dopo il contatto con Essa? Ci ritroviamo sempre uguali a noi stessi o la Parola diventa viva ed efficace? è capace di provocarmi, di farmi uscire dai miei antichi modi di pensare e, quindi di agire? La parola è capace di darmi occhi nuovi e cuore ardente? vivo come vive il mondo, mi adeguo in ogni cosa al mondo o sento crescere dentro di me l'esigenza di una vita nuova?

   Resto confuso nel constatare la difficoltà a confessarsi, di chi va a Messa ogni domenica. Mi chiedo come è possibile, ascoltare la Parola e non esserne mai provocati. Se la parola di Dio “è  viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; ... penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla” (Eb 4,12), come facciamo a non rimanerne mai segnati e a vivere tranquilli? E' come guardare il sole e non rimanerne mai abbagliati o accostarsi al fuoco e non sentirsi scaldati e bruciati.

     E' bellissima invece la reazione degli ascoltatori degli Apostoli; dopo che Pietro li ha messi davanti alla loro responsabilità - “quel Gesù che voi avete crocifisso”  (At 2,36) - , non se ne vanno indifferenti o arrabbiati con gli apostoli, ma pronti a fare qualcosa: “Che cosa dobbiamo fare, fratelli?”  (At 2,37). Quando Dio riesce a entrare concretamente nel nostro spazio, inevitabilmente qualcosa di estremamente concreto avviene: Dio ci spinge all'agire, la conversione è inevitabile, seppure nel rispetto delle nostre fatiche e lentezze.

     Del resto è anche ciò che Gesù dichiara nel Vangelo: “Le pecore lo seguono (il pastore), perché conoscono la sua voce” (Gv 10,4). Chi si riconosce nel Cristo non si accontenta di parlare di Lui o di sapere che esiste, gli va dietro concretamente; scrive Bonhoeffer: “Cristo chiama e, senza ulteriore intervento, chi è chiamato obbedisce prontamente. Il discepolo non risponde confessando a parole la sua fede in Gesù, ma con un atto di obbedienza” (Sequela).

     Abbiamo grande bisogno di guardare ai santi, non solo quelli già canonizzati o di fama internazionale, ma anche di quelli che calcano le nostre strade; abbiamo bisogno di loro, perché ci ricordano costantemente, che la fede, quando non è semplice ragionamento o spiritualismo, genera inevitabilmente una vita nuova.

     Quante voci, Signore, ci chiamano a seguirle; quanti vorrebbero farsi nostri maestri, ma da quando abbiamo sentito la tua voce e la tua parola, anche se ci sentiamo tanto inadeguati e indegni di esseri tuoi, non possiamo fare altro che, cercare di seguire te. Abbiamo capito, che se vogliamo essere liberi, Tu sei libertà;  se siamo affamati e assetati, Tu sei il cibo che non perisce e l'acqua che disseta; se siamo disperati, Tu sei speranza; se siamo peccatori, Tu sei perdono e misericordia; se siamo disorientati, Tu sei la Via Vera; se stiamo morendo lentamente, Tu sei la vita. Continua a cercarci, Signore; continua ad aspettarci, quando prendiamo vie assurde, convinti che ci portino alla felicità; continua a dire al nostro cuore: “Sono io la tua salvezza”.

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