di Costanza Miriano
Cari Padri sinodali,
sono una figlia della Chiesa e già vi dico che qualunque cosa farete
per me sarà fatta bene, per principio. Sono anche una mamma, di quattro
figli che stanno crescendo in un mondo entusiasmante – perché vivo e
alla ricerca di Dio –, ma sempre più lontano dalla visione cristiana
dell’uomo e della storia.
Per questo, cari Padri, pensando ai
figli miei e a tutti gli altri che crescono in questo tempo, vengo in
ginocchio a dirvi che noi, mio marito, io, e tutti quelli che hanno a
che fare con questa materia prima grezza e preziosissima che è la vita
umana nei suoi primi anni, abbiamo disperato e urgente bisogno di voi.
Abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a dire ai nostri figli che la
via proposta da Cristo, quello che noi e tanti altri genitori cristiani
cerchiamo di vivere – a fatica, con tante contraddizioni, con la povertà
e il limite, ma ci proviamo –, è una cosa buona, e non è un parto della
nostra fantasia ma viene da una tradizione di duemila anni, e che,
anche se a volte richiede eroismo, è possibile, e il fatto che sia
faticoso non è segno che abbiamo sbagliato, perché la croce abbracciata
per amore è la via del cristiano alla felicità.
Abbiamo bisogno che voi, soprattutto voi, ci aiutiate a non seguire
il “mondo senza padri” consegnatoci dallo scorso secolo, mentre i
“saldi” che quella visione propone sono già finiti, mentre i suoi
fallimenti sono sotto gli occhi di tutti.Oggi che i “prezzi” del vivere
sociale si abbassano ancora di più, aiutate noi e i nostri figli ad
alzare lo sguardo, a desiderare di più, a desiderare, appunto, a
guardare in alto, fino alle stelle. Abbiamo bisogno di parole che
parlino al nostro tempo e abbiamo bisogno che rimanga salda, ancor più
che nei secoli precedenti, la roccia sulla quale abbiamo fondato tutto,
una roccia di gioia e di sangue: la gioia del Vangelo di Gesù, il
sangue dei veri martiri e dei piccoli martirii quotidiani per essere
fedeli nelle nostre vite così comuni e ordinarie. Ne abbiamo bisogno
oggi, ancora più che in passato, quando la morale cristiana in qualche
modo coincideva, o almeno non collideva, con quella borghese.
Proprio perché molti non ce la fanno più a vivere nel modo esigente
proposto dal Vangelo (), abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica che invece non
solo è possibile, ma è bello e conviene. Abbiamo bisogno di una
compagnia di amici che ci sostengano e ci correggano fraternamente e che
non ci lascino soli, e questa compagnia è la Chiesa. Abbiamo bisogno di
padri che quando noi o i nostri figli andiamo in giro a dilapidare
l’eredità, e finiamo a dormire con i porci,non ci assecondino ma ci
aspettino. La Chiesa è il posto dove tornare quando si capisce che lì si
sta meglio. I nostri figli, e noi con loro, hanno bisogno di padri che
vengano incontro e festeggino quando torniamo. A tutti fa bene sapere
che c’è almeno un posto dove tornare. Che la casa ha le porte sono
aperte.
Abbiamo bisogno di padri che corrano il rischio educativo, cioè il
rischio che davanti a una proposta ardua qualcuno, in libertà, se ne
vada. Perché di fronte alla libertà dei suoi figli Dio stesso si ferma,
figuriamoci se non può farlo la Chiesa che pure è chiamata a essere in
cammino, sempre, dietro al suo Signore. Abbiamo bisogno di qualcuno che
dica. “Il tuo bene è questo, questa è la via della felicità, ma se tu
vuoi prenderne un’altra sei libero”. Dio stesso, Dio-Amore, ha più cara
la nostra libertà che la nostra salvezza. Per questo noi genitori
abbiamo bisogno di uomini e donne pienamente realizzati da far
incontrare ai nostri figli, perché quando crescono cercano fuori
conferme di quello che hanno sentito in casa. E questi uomini e donne
noi li abbiamo incontrati nella comunità cristiana, la nostra Chiesa che
certo non è perfetta, ma che ha dei figli veramente santi. Per questo
noi genitori, con il cuore pieno di riconoscenza per il tempo che
dedicate ai nostri figli – all’ascolto, all’apostolato, ma anche
semplicemente alla vera amicizia fatta di carne e risate e sogni –, vi
chiediamo di continuare a essere quello che siete, anzi di esserlo
sempre di più, di lavorare sempre di più sulla vostra santità, per avere
il coraggio di essere misericordiosi ed esigenti con noi e con i nostri
ragazzi. E noi, adesso che vi chiudete dietro le spalle le porte del
Sinodo straordinario convocato da papa Francesco, preghiamo per voi.
fonte: Avvenire del 5 ottobre 2014
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