Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 5 aprile 2015

Resta con noi Signore, perché ormai si fa sera



     Conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto … si fermarono col volto triste” (Lc 24,14;17): queste persone avevano riposto grandi speranze in Gesù, ma ora stanno lasciando Gerusalemme; quell’uomo così carismatico, gli era sembrato quello giusto,
colui che avrebbe portato finalmente pace, libertà e sicurezza a Israele; invece lo hanno visto martoriato, umiliato e ucciso. Per forza sono tristi e confusi. Tutto sembra essere tornato come prima, con l’aggravante di una cocente delusione in più. Essi sono convinti di essersi affidati ancora una volta a un venditore di illusioni, anche se migliore degli altri, più credibile.
     Mi pare che possiamo riconoscerci in quei discepoli delusi. Anche noi pensavamo che Cristo fosse la soluzione ai mali del mondo, ma dopo duemila anni cosa è cambiato? Salvo alcuni brevi periodi di apparente tranquillità, il mondo continua a essere attraversato dal male che, con grande fantasia, continua crudelmente a mietere vittime. Ci sembra che, a regnare sulla nostra storia, non sia Cristo, ma il diavolo. Abbiamo la sensazione che Cristo sia davvero morto, sconfitto dal principe delle tenebre.
     Non passa giorno in cui non restiamo inorriditi da qualche fatto violento; uomini e donne, indipendentemente dall’età vengono barbaramente uccisi. Ci sentiamo soli; abbiamo paura.  Ci siamo forse affidati a un’illusione? Stiamo spendendo la nostra vita dietro a un grande fallito?
     Forse, come i discepoli di Emmaus, discutiamo troppo fra noi, con discorsi troppo umani. Abbiamo bisogno che Cristo ci affianchi nuovamente e ci parli; abbiamo bisogno che Gesù ci faccia ardere il cuore; che si fermi a casa nostra. Gli diciamo allora: “Resta con noi, perché si fa sera” (Lc 24,29; Lui risponde: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”  (Ap 3,20). Come fa il Signore a spiegarci se, mentre cerca di affiancarci lo lasciamo parlare indifferenti o se, quando bussa non gli apriamo la porta? Perché, purtroppo, questo è quel che avviene. C’è una parte del mondo che odia Cristo e i suoi – del resto Gesù lo aveva detto: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,18ss) -, ma ce n’è un’altra, altrettanto vasta, che lo ignora. Avviene con Lui, come quando si incontra un mendicante molesto lunga la strada: si tira diritto, senza dargli nemmeno risposta.
     Eppure oggi noi ripetiamo: “Davvero il Signore è risorto” (Lc 24,34); queste parole continuano a riecheggiare dopo oltre duemila anni, passando di bocca in bocca. Purtroppo, ci siamo pressoché abituati a sentirle, per cui spesso non hanno la forza di farci passare dal “volto triste” al cuore  che arde. Facciamo nostre le parole del giusto Giobbe: “Oh, se le … parole si scrivessero, se si fissassero …, fossero impresse con stilo di ferro sul piombo, s'incidessero per sempre sulla roccia!” (Gb 19,1); potessimo tornare a casa, toccati dalla forze di queste parole. Che bello se, dopo questi giorni, sentissimo il bisogno di correre anche noi, come i discepoli, per dire a tutti la bella notizia.  
     Noi vediamo che effettivamente il male sembra diffondersi e prevalere, ma sappiamo che esso può solo vincere delle battaglie, non la guerra.
     San Paolo ci dice: “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù” (Col 3,1); è giunto il momento di diventare strenui collaboratori di Dio e fieri oppositori del maligno. E’ giunto il tempo di rifiutare ogni forma di religiosità che sappia solo sfiorarci, senza segnare in profondità la nostra carne; a Messe che ci lasciano completamente indifferenti e Confessioni senza pentimento e senza convinzione. E’ ora di dire basta a una fede che non riesce a raggiungere tutti gli aspetti della nostra esistenza.  
    Laddove ci sono degli uomini di Dio, Cristo vince; Cristo Regna; Cristo impera. Non basta più non fare il male: dobbiamo scegliere di fare il bene e porci come ostacolo al male, anche quando non ci colpisce direttamente. Non possiamo più stare alla finestra a guardare, perché il male, è diffusivo – come un virus -, se ci risparmia momentaneamente, prima o poi ci raggiungerà. Questa notte, siamo entrati con il cero pasquale accesso, mentre la chiesa era completamente al buio; man mano che il cero avanzava, la tenebra si diradava, anche perché a quell’unico cero, erano state accese le candele dei numerosi presenti. La tenebra si dirada così, lasciandosi illuminare da Cristo e diffondendone la sua luce.
     Cristo è colui che vince il male e la morte.
    

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