XXIII DOM. T.O.
“Lo prese in disparte … gli pose
le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua … e subito gli si
aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua” (Mc 7,33;35); come
non è possibile
rimanere indenni dopo avere posto una mano su un fuoco acceso,
così quando si entra realmente in contatto con il Cristo, inevitabilmente, si rimane segnati, qualcosa di profondo cambia.
Gli antichi padri ritenevano che non fosse possibile vedere Dio e restare
in vita; infatti così è, quando si incontra il Signore, nulla rimane come
prima. Lo dimostra ampiamente la storia, costellata di uomini e donne che, a un
certo punto dell’esistenza, in modi diversi per ognuno, sono stati raggiunti da
Gesù e, a volte con un cambiamento radicale, altre volte più lentamente e
progressivamente, si sono ritrovati nuovi. Del resto Dio stesso l’ha detto: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di
voi,uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di
carne”. Costoro sono stati raggiunti da Dio, perché si sono lasciati
raggiungere. Infatti Gesù Cristo ci cerca continuamente, ma finché non ci
fermeremo, non potrà caricarci sulle sue spalle e portarci a casa.
In questo caso Gesù ridona udito e parola. Sappiamo che i muti sono
tali, perché sono sordi, perché non hanno mai sentito la voce altrui e non
hanno potuto imparare. L’udito è essenziale per avere la parola. Già domenica
scorsa abbiamo ricordato la parola di Gesù: “La bocca parla dalla pienezza del cuore” (Mt 12,34); se la bocca
non parla di Dio o se ne parla in maniera errata o inadeguata, il problema
spesso sta a livello di ascolto.
La prima cosa da lasciarsi curare è l’orecchio del cuore, perché se l’orecchio
umano è aperto, ma non quello del cuore, l’ascolto non è altro che un “sentire”,
sia la percezione di suoni e parole che attraversano il canale uditivo, ma che
poi si disperdono. Avviene come quando la pioggia bagna lo strato più superficiale
della terra, senza irrigarla in profondità; rapidamente tutto ritorna secco e
non genera vita.
Dice bene il proverbio popolare: “Non
c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.
Come ascoltare la voce di Dio?
Innanzitutto nutrendosi della Sacra Scrittura. Il Concilio vaticano II
ci dice: “Dio … dispose che quanto egli
aveva rivelato per la salvezza di tutte le genti, rimanesse per sempre integro
e venisse trasmesso a tutte le generazioni. Perciò Cristo Signore, nel quale
trova compimento tutta intera la Rivelazione di Dio altissimo, ordinò agli
apostoli che l'Evangelo, … venisse da loro predicato a tutti come la fonte di
ogni verità salutare e di ogni regola morale” (DV II,7). Attraverso la
Sacra Scrittura, la Parola di Dio riecheggia nei secoli per raggiungere tutti
gli uomini. Essa è come una sorgente sovrabbondante di acqua purissima, alla
quale tutti posso attingere gratuitamente e dissetarsi. Non dobbiamo temere se
non abbiamo studiato, se non siamo colti; la Parola di Dio ha più bisogno di
cuori puri e desiderio ardente che, di titoli di studio. L’ha detto chiaro e
tondo san Paolo: “Considerate infatti la
vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di
vista umano …. Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per
confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per
confondere i forti; … perché nessuno possa vantarsi di fronte
a Dio! (1Cor 1,26ss). I santi, non i dotti, sono i migliori conoscitori
della Parola.
La Parola non va ascoltata, credendo di essere gli unici ad aver capito
tutto, a ergersi come suoi interpreti ufficiali contro tutto e contro tutti: “nessuna scrittura profetica va soggetta a
privata spiegazione” (2Pt 1,20). Alla Chiesa intera, guidata dai Suoi
pastori, in continuità con la
Tradizione, è affidato questo compito. Nel dubbio interpretativo, è
sempre meglio stare con la Chiesa. La presunzione non è mai una buona
consigliera.
Dio però parla anche un’altra lingua ed è quella dell’esistenza
quotidiana: le esperienze, gli incontri, le sofferenze, le crisi ecc … sono i
canali attraverso i quali Dio ci comunica qualcosa. Nel mio caso, per esempio,
il primo, forte, incontro con il Signore, non è avvenuto con la Bibbia, ma con
un’esperienza, solo dopo sono arrivato alla Sacra Scrittura, alla Liturgia, al
Magistero, preziosissimi strumenti divini e cibo oramai indispensabile.
Quando la Parola ci raggiunge davvero, allora si comincia anche a
parlare. Gesù ha detto che chi beve della Sua acqua, diventerà una sorgente che
zampilla. E’ evidente, quando s’incontra la Bellezza, non si può tacerla, costi
quel che costi.
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