Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

lunedì 19 dicembre 2016

Dio è con noi per guarirci: testo e audio

IV DOM. AVV.


     I Romani dicevano: “Nomen omen” - “il nome contiene il destino” oppure “il destino è espresso dal nome” -, perché credevano che la futura vita degli uomini fosse indicato dal nome. Dare il nome, quindi, significava, fare un augurio, prospettare un certo futuro.


     A Suo Figlio, Dio Padre, dà due nomi differenti che, contengono tutta la Sua vita terrena: Gesù/ Dio salva ed Emmanuele/Dio con noi.

     La prima cosa, la più importante, è la salute”, “Quando hai la salute, hai tutto”; sono solo alcune delle espressioni che sento spesso ripetere. L’affermazione in sé è falsa e lo sperimentiamo quotidianamente, noi che siamo fisicamente sani. Tant’è che ci accorgiamo del dono prezioso della salute fisica, solamente quando comincia ad andare in crisi. C’è però una particolarità che, rende vera quest’affermazione: le parole salvezza e salute hanno la stessa radice: il latino salus. E’ vero che basta la salute, se con essa si intende la salvezza.

     Già domenica scorsa dicevamo che, Gesù non è venuto per guarire tutti, ma per annunciare la salvezza donata da Dio e per indicare la via da percorrere. Le guarigioni fisiche, sono solamente il segno che Dio è venuto per curare e guarire l’umanità malata. Dio salva, perché Dio, in Cristo, si è fatto medico. Comprendiamo bene le parole di papa Francesco, quando definisce la Chiesa “un ospedale da campo” oppure la definizione  del Sacramento della Riconciliazione “clinica della grazia”. La Chiesa è il Cristo che raccoglie, non i perfetti, non i sani, ma i malati: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. … Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt 9, 12s). Ecco che così Gesù chiarisce quale male è venuto a curare. Ciò che è importante, non è la salute fisica (seppur preziosa e augurabile), ma l’essere creature liberate dal virus del peccato che, tra l’altro, ferisce spesso la salute fisica. Si potrebbero fare mille esempi a questo proposito. Possiamo dire che, come esiste la malattia psicosomatica, prodotta da un malessere psichico, emozionale e che i manifesta nella carne, così esistono le malattie fisiche, che hanno la loro origine dallo spirito malato.

     Gesù dice di sé di essere Via, Verità e Vita, perché Egli è la via della vera vita, o della vita vera.

     L’altro nome di Gesù è “Dio con noi”. Vi confesso che in queste ultime settimane, mi sta continuamente girando nel cuore proprio questo essere con …, perché mi sto accorgendo quanto è diverso dal fare per … Cambia una preposizione e cambia tutto.

     Fare per qualcuno ed essere con qualcuno, sono realtà estremamente preziose, ma non c’è dubbio l’una è decisamente più forte dell’altra. Fare per gli altri, ci consente di rimanere a distanza, nella condizione in cui ci troviamo. Vi faccio un esempio molto semplice; per fare avere gli indumenti ai carcerati, abbiamo visto che basta fare un acquisto on line, farlo consegnare alla portineria del carcere e, questo, semplifica molto le cose. Il carcerato che riceve gli indumenti è soddisfatto, perché ha ciò che gli serve, ma se poi non ci fossero fra Giovanni e fra Felice che, ogni giorno vanno in carcere e si prendono cura personalmente delle persone, costoro non avrebbero mai mani che toccano, occhi che guardano e orecchi che ascoltano.

     Essere con  … costringe a uscire da se stessi, dalle proprie sicurezze, dalle abitudini, dalla propria realtà per raggiungere l’altro e condividere la sua condizione. Dio avrebbe potuto fare meraviglie per noi pur conservando la sua natura nel “cielo”, invece ha voluto essere compagno di strada di ognuno di noi.

     Quando san Francesco iniziò il suo percorso di conversione, andò a vivere con i lebbrosi e ciò era impensabile  in un tempo in cui essi dovevano vivere assolutamente separati dal resto della società. Quando Gesù chiese a Madre Teresa di occuparsi dei più poveri, lei lasciò la usa comunità, dove viveva serena, per andare nei quartieri dove l’umanità era abbandonata. Quando si fa per …  si può stare a distanza, se si fa con … è necessario stare insieme. Dio ha scelto questa via, perché manifesta più chiaramente il Suo amore.

     Signore, Tu che sei Dio con noi, dacci il coraggio di un amore che non sta mai a distanza e che non ci costringe a cambiare il nostro stile di vita. Come Te, vogliamo condividere le fatiche e le gioie dei nostri fratelli, affinché noi possiamo aiutarli a guarire le loro ferite e loro possano aiutare noi a guarire dalle nostre.


Nessun commento:

Posta un commento