Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 19 marzo 2017

Io cerco acqua fresca


III DOM. QUAR.



          Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta” (Lc 15,4ss).

     Va’ nel deserto in cerca di quella perduta”; ecco cosa sta facendo Gesù
, nell’ora più assurda della giornata per mettersi in movimento. Mezzogiorno è il momento in cui stare rinchiusi sotto la propria tenda, riparati dal sole cocente e non per stare in giro. Gesù deve muoversi in quell’ora, perché in quell’ora la donna si reca al pozzo – forse per non farsi vedere dagli altri; del resto è una, presa e lasciata da almeno cinque uomini -. Gesù è stanco, perché deve rincorrere la Sua creatura per salvarla.

     E’ meraviglioso questo episodio. Dio viene a cercarmi, là dove sono. Nessun luogo è inadatto per Lui; niente di me e di te lo scandalizza. Anzi! Anche siamo lontani e scendiamo nell’abisso più profondo, lì viene a cercarci: “Dove andare lontano dal tuo spirito? Dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare,  anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra” (Salmo 139,7ss). Gesù sfida ogni convenzione quando è in gioco il bene delle Sue creature. La Chiesa sfida ogni convenzione quando è in gioco il bene dei figli di Dio.

     Gesù chiede: “Dammi da bere”; di cosa ha sete? “Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno” (Gv 6,34)”. Gesù ha sete della nostra salvezza. Scrive don Tonino Bello: “Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto,  ma per riempire di luce la nostra solitudine.  Non entra in casa per metterci le manette,  ma per restituirci il gusto della vera libertà. 

     Perché ci viene a cercare? Per consentirci di rimanere nascosti, vergognandoci di noi stessi? Non sia mai detto! Viene per dissetarci alla sorgente di acqua pura, l’unica capace di saziarci; per portarci a casa. Altro che, “fai quel che ti pare”! Gesù, con grande delicatezza, ma con chiarezza, porta la donna all’interno del suo cuore; le mostra la radice malata per guarirla. E’ l’inizio di un percorso di salvezza.

     Gesù offre qualcosa che niente e nessun altro può dare, una sorgente che, a sua volta, diventa capace di dissetare gli altri. Questa donna appena comincia ad “assaggiare” ciò che Gesù le offre, subito  comincia a donarlo ad altri, affinché anche’essi possano dissetarsi, ed essi corrono.

     Gesù è la roccia percossa dal soldato con la lancia, da cui scaturisce l’acqua capace di togliere l’arsura; è Lui che ci dà una vita di qualità già ora e poi la vita piena nell’eternità.  La Samaritana ci fa da specchio. Ogni uomo, ogni donna si porta in cuore “un crepaccio assetato di Infinito”, scriveva Kierkegaard. Ascoltiamo allora  l’accorato invito di Dio: “O voi tutti assetati, venite all'acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete” (Is 55,1ss). Cessiamo di vagare da un pozzo all’altro e illudendoci di spegnere la grande sete con cento, mille piccoli sorsi di un’acqua non potabile.

     Corriamo con la Samaritana incontro a Gesù; mettiamoci sul serio a bere ciò che ci offre. Beviamo l’acqua fresca di sorgente che, scaturisce dalla Bibbia; accostiamo la bocca alla preghiera assidua; ai Sacramenti, strada di salvezza; alla Tradizione della Chiesa.

     "Signore Gesù, non ti aspettavo stanco, seduto al pozzo  dove spesso, quando nessuno può vedermi,  vengo a dissetare la mia sete di amore, di pace, di serenità ...  invece oggi Tu mi aspetti qui.  Sei da solo e mi attendi,  perché desideri parlarmi con rispetto, nella verità.  Mai nessuno mi ha riservato un simile trattamento,  mai nessuno ha rispettato i miei silenzi,  ha atteso i miei ritardi  e mi conosce in profondità così come mi conosci Tu.  Ciò che mi stupisce è che Tu chieda a me ciò che io cerco:  l'acqua della Vita!  Tu sei entrato con il tuo sguardo d'amore nella stanza più segreta del mio cuore, quella dove nessuno ha accesso, e lì hai depositato il tuo dono rivelandomi il Tuo Nome e la mia vocazione.  A me, che mi accontentavo dell'acqua stagnante, hai offerto acqua viva e ne hai risvegliato il desiderio finché io stesso te l'ho chiesta, e ora non posso più fare a meno di andarlo a dire a tutti. Ho lasciato là la mia brocca per divenire io stessa un' anfora vivente del tuo messaggio d'amore".



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