Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 22 dicembre 2019

Qui e ora

IV DOM. AVV.

Nomen omen” dicevano i Romani - nel nome è già inscritto, in qualche modo, il destino della persona -.

Oggi abbiamo sentito attribuire due nomi a un bambino: Emmanuele e Gesù. Sono entrambi nomi ebraici e significano letteralmente “Il Signore è con noi” e “Yhavè salva”.
In questi due nomi è racchiuso il progetto di Dio. Egli dice con chiarezza che non vuole essere rinchiuso in un luogo distante e inaccessibile; che non ha paura di entrare in contatto con le Sue creature. Ricordiamo quando gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite” (Mc 10,13): questo è lo stile di Dio, non tiene a distanza, ma cerca e accoglie.
Mi chiedo allora: Dio è con noi, fu con noi o sarà con noi”? Fa una bella differenza saperlo, perché se non c’è più o non c’è ancora, noi siamo soli.
Lui stesso ci risponde: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).
Signore, come con noi?
C’è un modo unico e insostituibile: i Sacramenti. «Cristo è presente con la sua potenza nei sacramenti, di modo che, quando uno battezza, è Cristo stesso che battezza» (Sacrosantum Concilium, 7). Essi sono segni visibili che, permettono a Gesù di continuare ad agire, per me e per te, qui e ora. Stare lontano dai Sacramenti, è rischiare la follia di tenere a distanza Cristo.
Cristo è presente anche attraverso coloro che Gli prestano occhi per guardare; bocca per parlare; orecchi per ascoltare; mani per toccare; piedi per andare incontro e camminare a fianco; cuore per amare. Non è poesia. La Sua presenza è reale, concreta, vera ed efficace laddove qualcuno diventa Suo mediatore. Maria SS. è l’immagine più bella: una donna ha permesso a Dio di incarnarsi. Gesù ha camminato, parlato, toccato, ascoltato, ecc … grazie a Lei. Maria è il nostro modello.
Questo significa che io posso consentire o impedire a Dio di essere “con noi”. Scrive san Francesco di Assisi: “Siamo madri , quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo attraverso l'amore e la pura e sincera coscienza, e lo generiamo attraverso il santo operare, che deve risplendere in esempio per gli altri” (Lettera a tutti i fedeli,Fonti Francescane 200).
Gesù … Con me cammina tra gli uomini d'oggi. Incontrerà ciascuno di quelli che entreranno nella mia casa, ciascuno di quelli che incrocerò per la strada … Tutti saranno quelli che egli è venuto a cercare. Ciascuno, colui che è venuto a salvare. A coloro che mi parleranno, egli avrà qualche cosa da dire. A coloro che verranno meno, egli avrà qualche cosa da dare. Ciascuno esisterà per lui come se fosse il solo. … Tutto sarà permesso in questo giorno che viene, tutto sarà permesso ed esigerà che io dica il mio sì. … (Madleine Delbrel, Il piccolo monaco).
Dio è con noi, per salvarci. Ho scoperto che gli uccelli nati in cattività, pur essendo rinchiusi in una gabbia angusta, non vogliono essere liberati, anzi, liberarli significa rischiare di farli morire. Noi siamo così, chiusi inconsapevolmente in una grande gabbia, con il mangime che ci viene offerto ogni giorno, ma la nostra natura non si può esprimere; non riusciamo più a spiegare le nostre ali, oramai atrofizzate. Gesù ci ha tirato fuori dalla gabbia e ci chiede di volare, di essere come Lui ci vuole, creature libere: “Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati” (Salmo 123,7).
Grazie Signore, perché sei sempre con noi. Donaci occhi capaci di riconoscere la Tua presenza in questa nostra quotidianità tanto ordinaria che, Tu non consideri indegna. Fa’ che, dall’incontro con Te, nasca e cresca il desiderio di una vita vera, piena, degna.
Padre, manda il Tuo Spirito Santo, affinché cediamo tutta la nostra persona al Figlio Tuo, così che possa davvero essere presente qui e ora, dove desidera.

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