Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

lunedì 20 settembre 2010

Benedetto XVI nel Regno Unito

Da un articolo di Frédéric Mounier del quotidiano La-Croix (mia traduzione)
Una domanda lancinante mi attraversa a ogni grande evento pontificio: perché sono venuti, così numerosi, così diversi? Queste folle sono intriganti. Come, Benedetto XVI, quest'uomo così modesto, così timido, che parla in "retto tono", che non dice niente di conforme al pensiero comune, può radunare tanta folla, così calma e tranquilla?
In un mondo dove predomina la fretta, egli non ha paura di prendere il tempo lungo a sufficienza per il pensiero, la scrittura, l'insegnamento. Mentre si moltiplicano gli artifici comunicativi, fondati su parole base e brevi, egli sviluppa una pensiero radicato nella storia, utilizzando un vasto registro lessicale. Mentre prevale il primato del sentimento, dell'emozione, egli richiama incessantemente la ragione, lo spirito critico, il pensiero. Mentre la cultura dello scrivere si dissolve lentamente, egli si aspetta semplicemente di essere letto. Mentre la trasmissione della storia tende a evaporare, egli ricorda incessantemente le pietre miliari che hanno indicato il nostro cammino.
Benedetto XVI è, in fondo un uomo di ieri, come sono persuasi i suoi numerosi detrattori, o un uomo di dopo domani ...? Ancora una volta nel Regno Unito, il rumore di fondo mediatico s'è rovesciato in alcune ore. Forse perché il Papa s'è deliberatamente situato a fianco e non difronte ai critici. Forse perché ha deciso di non portare che il Cristo. Sull'aereo, l'ha detto chiaramente ai giornalisti: "Una Chiesa che cercherà di rendersi attraente non sarà fedele alla sua missione, che è d'essere trasparente in Gesù Cristo". Egli ha fissato per i laici questo obiettivo specifico.
In tutti i casi, le folle son là, né manipolate né condizionate. Solamente presenti. ...

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