Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

giovedì 18 novembre 2010

“Se il tuo fratello ha peccato contro di te…” (Mt 18,15-17)

15 «Ora, se il tuo fratello ha peccato contro di te, va’ e riprendilo fra te e lui solo; se ti ascolta, tu hai guadagnato il tuo fratello; 16 ma se non ti ascolta, prendi con te ancora uno o due persone, affinché ogni parola sia confermata per la bocca di due o tre testimoni. 17 Se poi rifiuta di ascoltarli, dillo alla chiesa; e se rifiuta anche di ascoltare la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano.

Non dice [il Signore] “accusalo” o “puniscilo” o “portalo in tribunale”. Dice “correggilo”. Poiché egli è posseduto da una certa incoscienza, ed è ubriaco per la sua rabbia e disgrazia. Colui che è in salute deve andare da colui che è malato. Devi condurre il tuo giudizio di lui privatamente. Rendi la tua cura facilmente accettabile. Poiché le parole “correggilo” non significano altro che aiutalo a vedere la sua imprudenza. Digli cosa hai subito da parte sua. Cosa dunque se non vorrà ascoltare, se si ostina a infiammarsi?
Chiama affianco a te qualcun altro o anche altri due, così che due testimoni possano corroborare tutto ciò che è stato detto. Poiché più lui è sfacciato e sfrontato, più devi essere zelante verso la sua cura. Ma attento: non verso la soddisfazione della tua rabbia o dei tuoi sentimenti feriti. Poiché quando un medico vede la malattia farsi cronica, non si mette in disparte così come non la tratta duramente ma si fa più zelante. Ecco ciò che Cristo ci ordina di fare. Se sei troppo debole da solo, allora diventa più forte con l’aiuto di altri. Due sono sufficienti per rimproverare il peccatore. Vedi come egli [il Signore] cerca l’interesse non solo della parte danneggiata ma anche di colui che ha causato il dolore? Poiché infatti la persona ferita può essere colei che è più di ogni altra prigioniera della passione. Diventa malato, debole, infermo. Questo sforzo può verificarsi molte volte, nel tentativo di guidarlo, prima da solo e poi con altri. Se persiste, compi lo sforzo con tutta la congregazione. “Dillo”, dice [il Signore] “alla chiesa”. Se avesse [il Signore] cercato il solo interesse del danneggiato, non avrebbe detto di avvicinarsi al malato settantasette volte. Non avrebbe tentato tante volte o portato così tanti medicinali per la malattia. Avrebbe potuto lasciarlo stare se avesse persistito a non volersi far correggere dal primo incontro. Ma invece egli ci mostra come cercare la sua guarigione una, due e molte volte: prima soli, poi con due, poi con molti.

San Giovanni Crisostomo (IV-V sec.)
Omelie sul Vangelo di Matteo, 60.1

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