II DOMENICA DOPO NATALE
Proprio ieri abbiamo celebrato Maria Madre di Dio, un titolo che sintetizza in maniera mirabile il bellissimo testo di Gv: “Il Verbo era Dio” e “il Verbo si fece carne”.
Se diamo uno sguardo a queste straordinarie parole, balza immediatamente agli occhi un termine: luce. In pochi versetti compare ben sei volte, anche se con sfumature differenti. Due volte poi si parla di tenebra; poche al confronto, ma, in realtà, sostanziali.
Proviamo a fermarci un poco su quest’ultima realtà; che cosa evoca in noi?
La tenebra non è altro che l’indicazione di un’oscurità profonda e buio assoluto. Essa può generare in chi vi è immerso:
- paura, perché nel buio si può nascondere una qualsiasi insidia, un nemico. Nella tenebra viene abbastanza spontaneo guardarsi alle spalle; di notte agiscono i malfattori;
- errore, perché si può scambiare una cosa o una persona per un’altra; la tenebra confonde, perché occulta la realtà – c’è chi ha ucciso dei familiari scambiandoli per ladri -;
- disorientamento, perché non si vede chiaramente la direzione presa o da prendere;
- pericolo, perché diventa difficile riconoscere gli ostacoli – anche un semplice scalino può diventare estremamente dannoso -.
A questo punto ci risulta piuttosto semplice capire, perché Giovanni usi le immagini della tenebra e della luce per descrivere il male, con tutte le sue possibili incarnazioni e la luce, per presentare Gesù Cristo, Dio. Comprendiamo anche perché gli antichi, nel loro amore per i segni significativi, quando, durante il Battesimo, facevano la rinuncia a Satana, si volgevano verso l’Occidente – dove tramonta il sole - con il braccio teso e, invece, per affermare la loro fede in Dio, si volgevano verso Oriente – dove sorge il sole -. Così comprendiamo anche perché i sacerdoti, fino al Concilio celebravano di spalle, visto che gli altari erano tutti rivolti verso Oriente e tutta l’assemblea di volgeva verso Dio.
Il male mai e poi mai costruisce qualcosa di buono nella vita di una persona, perché in nessun modo il maligno vuole il bene per noi; sa solo illuderci con una parvenza di bene, come fece con i progenitori per fargli violare il comandamento di Dio: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza” (Gen 3,2ss). La tenebra si è camuffata da luce, per ingannare.
Giovani però annuncia una notizia straordinaria: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9).
Gesù Cristo è la luce degli uomini; Colui che ci consente di vincere la tenebra, perché, non dimentichiamolo, il buio si vince solo entrando nella luce, perché la tenebra è assenza di luce.
Quando ci troviamo nella paura, pur sapendo di non essere dei supereroi con poteri straordinari, noi possiamo dire: “Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza” (Salmo 23,4).
Quando ci accorgiamo che il mondo è nell’errore, perché si lascia ingannare dalla tenebra, illudendosi che non dovrà pagarne conseguenze pesanti – il male non lascia mai indenni -, noi possiamo dire: “Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6,68). Noi sappiamo che Cristo è la Verità e che ciò che è contro la Verità è tenebra e non va seguito.
Quando ci sentiamo disorientati, confusi dalla mancanza di punti di riferimento, noi sappiamo che Cristo è la Via, non sempre facile da percorrere, non breve, ma l’unica che non porti a vicoli ciechi. Chi percorre la Via che è Cristo e con Cristo, non resta deluso.
Quando rischiamo di non vedere i pericoli della tenebra e quindi di subirne le conseguenze, possiamo e dobbiamo dire: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Salmo 119,105).
Proprio per tutto questo le tenebre hanno cerato di spegnere la luce che è Cristo: la croce è l’estremo tentativo satanico per lasciare l’umanità al buio e così dominarla. Anche la violenza contro i cristiani ha la stessa radice, la volontà della tenebra di spegnere quella stessa luce. Eppure Gesù l’ha detto: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt 5,14s). Lasciamoci incantare dalla parole di Gv: “La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,5); né la luce di Cristo né la luce cristiana potrà essere spenta.
Concludo con le parole che Giovanni ci rivolge: “Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità” (1Gv 1,6).
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