Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

venerdì 31 dicembre 2010

MARIA MADRE DI DIO

Quando parliamo di Maria, non dobbiamo mai isolarla, separarla da Suo Figlio; Lei non è il punto di arrivo del nostro amore, ma un passaggio per giungere a Gesù e con Lui andare al Padre, per l’azione dello Spirito Santo.
Oggi la Chiesa ci ricorda che questa splendida creatura – Maria - ha un titolo straordinario, unico al mondo: Madre di Dio. E’ dal 431 che la madre di Gesù è riconosciuta come Madre di Dio.
Forse che prima non la era? Chiaramente sì; però è stato il Concilio di Efeso che ha dovuto sottolineare questa verità, perché qualcuno la negava; non che mettessero in dubbio la maternità di Maria, ma la divinità di Suo Figlio; affermando che Maria è Madre di Dio, noi dichiariamo al mondo che sappiamo che Gesù di Nazaret è Dio.
Serve ogni primo dell’anno ricordare nuovamente questa realtà così scontata? Serve sì, perché, purtroppo così scontata non è, nemmeno tra coloro che ogni Domenica partecipano alla Messa.
Oggi ci sentiamo ripetere le parole della benedizione consegnata da Dio a Mosè: “Il Signore rivolga a voi il suo volto e vi conceda pace” (Nm 6,26) che, per inciso, san Francesco usava per benedire i suoi frati.
Anche il Salmo ci parla di un volto: “Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto” (Salmo 66,2). Dio è invisibile - infatti, come ci ricorda l’evangelista Matteo: “nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo” (Mt 11,27) e anche Giovanni: “Dio, nessuno lo ha mai visto” (Gv 1,18) - eppure la Bibbia ci parla chiaramente del Suo volto.
Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4). Il volto di Dio ha preso un volto umano, lasciandosi vedere e riconoscere nel figlio della Vergine. Oggi ci lasciamo ripetere da Maria che, solo attraverso suo Figlio noi possiamo vedere il vero volto di Dio; non esistono altre vie adeguate anche se: «La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini». (Dominus Jesus 2). Noi sappiamo che le altre religioni “riflettono un raggio della verità”, ma sappiamo anche che senza Cristo, Dio non può essere pienamente conosciuto, il suo vero volto rimane, almeno parzialmente, nascosto.
Stiamo iniziando un anno nuovo e il Signore nuovamente ci mostra il suo volto, si offre di nuovo a noi con le sue parole e con i suoi gesti per farsi conoscere, per smontare certe false idee che ci siamo fatti di Lui o che altri ci hanno detto. Ci chiede di non accontentarci più del sentito dire o di vaghi ricordi dell’infanzia, vuole mostrarci il suo volto e quindi ci chiede di guardarlo. Per far questo dobbiamo frequentarlo, quindi lasciarlo entrare nella nostra casa. Non ci si conosce se non ci si frequenta.
Il Signore ci mostra il suo volto, affinché anche noi possiamo dire come Geremia: “Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre” (Ger 20,7). E’ la bellezza che seduce; quest’anno Gesù vuole mostrarcela. San Francesco in una sua preghiera (Lodi di Dio Altissimo) ben due volte loda il Signore dicendogli: “Tu sei bellezza”. Egli poteva dire questo perché il Signore era riuscito a superare le barriere che c’erano anche in lui, ed era riuscito a mostrarsi completamente. Francesco non era semplicemente un credente o un fedele, ma un innamorato.
Gesù si offre a noi, perché possiamo lasciarci incantare dalla sua bellezza e cessare di essere solo credenti, per diventare fedeli e appassionati.
Chi riesce a fare un’esperienza di questo genere; chi ha la grazia di andare oltre un asettico credere, non può che essere a sua volte generatore di bellezza.
Oggi la Chiesa ci invita anche a pregare per la pace e quest’anno in modo particolare, il Santo Padre Benedetto, ci ricorda che per costruire la pace, bisogna riconoscere alle persone la libertà di credere e di manifestare la propria fede. A noi, tutto sommato, va piuttosto bene ancora, si accontentano di emarginare Cristo, di attaccare verbalmente la sua Chiesa, ma normalmente non ci uccidono; quanti fratelli e sorelle nel mondo non hanno il nostro stesso privilegio e vivere la fede comporta un rischio quotidiano.
Cosa possiamo fare? Innanzitutto approfittare della libertà che ci è concessa per vivere in profondità la nostra fede e smetterla di trattarla come una cosa di poco valore.
Possiamo pregare per i fratelli e le sorelle perseguitati e fare sentire la nostra voce – anche gli oppressori temono l’opinione pubblica -. Ancora si critica Pio XII perché non avrebbe parlato a sufficienza per salvare gli ebrei dalla Shoa, ma cosa si fa oggi per salvare i cristiani? Chi alza la voce a loro favore?

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