Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 19 dicembre 2010

Solitudine: mortale nemica o incomparabile amica?

Sempre più persone, soprattutto giovani, condividono quanto sia difficile la solitudine.

Forse perché il cammino verso l’ autonomia,
l’essere se stessi, essere liberi,
significa incontrare la solitudine.

Solitudine e libertà sono indissolubilmente legate.
La solitudine è come il fuoco che può scaldare o distruggere, purificare o bruciare, far vivere o morire e subito, quindi, ci si trova di fronte a una mortale nemica o a un’amica incomparabile.

La mia solitudine può distruggere la mia vita “a fuoco lento” e spingermi a compiere gesti estremi, oppure condurmi alla sapienza e alla pace; può uccidermi o ricrearmi.

Si spendono un sacco di energie a combatterla.
Ma non si tratta di “combattere” la solitudine, non più di quanto si tratti di combattere la morte in ciò che essa ha di ineluttabile; si tratta di fare della morte una parte della vita, di servirsene come punto di riferimento per vivere nel migliore dei modi ogni nostro giorno e così anche della solitudine.

Gesù si ritirava spesso, solo, a pregare.
Unica condizione per incontrare nella più profonda intimità il Padre.
Unico incontro che gli donava di saper raggiungere in profondità ogni persona che incontrava.


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