Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

lunedì 14 marzo 2011

Notizie dai nostri frati in Giappone

Notizie da p. Mario Tarcisio Canducci e da p. Leone Maria Bassi

In data odierna ho cercato di contattare telefonicamente i nostri frati in Giappone, sono riuscito a parlare con p. Canducci e con p. Bassi; con p. Gandolfi e con p. Fabbri ritenterò domani.

P. Mario Tarcisio Canducc
i ha ripetuto in parte quanto scritto nel testo che fr. Marco ha inviato a tutte le Fraternità della Provincia; la sua voce lasciava trapelare fatica, preoccupazione, sofferenza anche se affermava di stare bene. Le scosse si susseguono ogni 20 minuti, così da tre giorni.
Ha confermato che le strutture non hanno subito danni di cui preoccuparsi; di contro sono molti i suoi parrocchiani che hanno parenti nelle zone colpite dal sisma e dal maremoto. A tutt'oggi, lunedì 14 marzo, le comunicazioni tra Takada/Joetsu e i luoghi disastrati sono ancora interrotte. Mi ha comunicato una notizia circa la Chiesa cattolica dell'area colpita: un missionario canadese di 73 anni è deceduto per infarto cardiaco.
Mi ha confermato che il volontario italiano  anticiperà il rientro in Italia per evitare il pericolo di contaminazioni nucleari: si', il biglietto d'areo c'è, vedranno domani come fare per raggiungere l'aeroporto di Tokyo. Nell'abbraccio finale ha chiesto preghiere per sé e per tutti.

P. Leone Maria Bassi l'ho ascoltato per 12 minuti buoni, mi ha fatto un quadro non solo descrittivo della catastrofe, ma mi ha anche commentato le notizie con riferimento ai quotidiani italiani letti su internet.
Riguardo alla chiesa cattolica mi ha comunicato che l'attuale vescovo di Niigata, Monsignor Tarcisio Kicuchi Isao, originario della zona colpita dal sisma e maremoto, non conosce la sorte dei suoi familiari. Molte chiese della zona colpita sono state costruite su delle collinette, questo ha fatto sì che non sono state distrutte.
Circa gli edifici costruiti da noi frati, l'unico che ha subito qualche lesione di rilievo è quello di Tokamachi. Ieri, domenica 13, p. Leone si aspettava di non avere nessuno alla messa festiva e non si era preparato l'omelia; con sorpresa si è trovato davanti a quasi 200 fedeli. Lui stesso si è detto confortato dall'atteggiamento del giapponese medio davanti a questo disastro, sa esercitare la virtù della pazienza in un modo, per noi occidentali, impensabile. “Se fosse accaduto in Italia, avremmo subito detto perché Dio l'ha permesso. Loro invece hanno commentato: la natura ha questi fenomeni e noi facciamo parte della natura e non possiamo fare di più per evitarli”.
Tutti sappiamo che a Kashiwazaki vi è la più grande centrale nucleare del mondo, colpita da un terremoto 3 anni fa. P. Bassi mi ha detto che questa volta non ha subito alcun danno, anche se 3 dei 4 reattori sono ancora fermi dal terremoto passato.
I giapponesi si preparano con grande dignità ad affrontare l'emergenza.

fr. Guido Ravaglia

2 commenti:

  1. i nostri italiani si lamentavano che erano in alberghi....prendiamo esempio....

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  2. Fr. Andrea,
    grazie per aver pubblicato sul tuo blog le voci dei frati missionari in Giappone

    fr. Guido e Centro Missionario

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