Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

martedì 29 novembre 2011

C’era una volta un Re che aveva quattro mogli.

Amava la sua quarta moglie più di tutte le altre. Le faceva dei bei regali e la circondava di molte attenzioni. La colmava di tutto quello che c’era di meglio. Amava anche la sua terza sposa e la presentava con fierezza ai re vicini. Ma aveva paura che lei se ne andasse un giorno con un altro re. Amava anche la seconda sposa. Era la sua confidente; ogni volta che aveva un problema gliene parlava. La prima moglie del re era la sua compagna più fedele; con lei aveva costruito il suo regno.


Un giorno il re cadde gravemente malato. Sul punto di morte, cominciò a riflettere: "Ho quattro mogli, ma quando morirò sarò solo".

Chiamò dunque la quarta moglie e le disse: Ti ho amato più di tutte le altre, ti ho dato ciò che avevo di meglio. Ora sto morendo, vorresti venire con me ed essere mia compagna per sempre? Tu sei matto! gli rispose la donna, mentre si allontanava senza aggiungere una parola. La sua risposta, come un coltello acuminato, penetrò dolorosamente nel cuore del re.

Il re disse alla sua terza sposa: Ti ho amato tutta la mia vita. Ora sto morendo; sei disposta a seguirmi? No, rispose lei, la vita è troppo bella. Quando sarai morto io mi risposerò! Questa risposta sorprese il re che ne fu molto rattristato.

Il re allora disse alla sua seconda sposa: Sono sempre venuto da te nei momenti di difficoltà, e tu mi hai sempre aiutato. Adesso che devo morire, mi vuoi seguire? Lei rispose: Mi dispiace di non poterti seguire, ma ti prometto che ti farò un bel funerale. Il re fu disarmato. Per tutta la vita si era sbagliato sui sentimenti delle sue spose.

In quel momento udì una voce che diceva: "Io verò con te. Ti seguirò dovunque andrai". Era la prima moglie che gli parlava. Il re la guardò e si vergognò: essa era magra, malata, rassegnata. Il re le disse allora: "E’ te che avrei dovuto amare più di tutte le altre quando potevo ancora farlo".

Anche noi, in realtà abbiamo ognuno quattro spose:
La nostra quarta sposa è il nostro corpo. Per quante cure gli diamo, ci lascerà il giorno della nostra morte.
La nostra terza sposa sono le ricchezze e la posizione sociale. Alla nostra morte non porteremo niente con noi.
La nostra seconda moglie sono i nostri amici e la nostra famiglia. Sono un grande appoggio per noi, ma il giorno della nostra morte, tutto quello che possono fare per noi è organizzare i nostri funerali.
La nostra prima moglie è la nostra anima che noi dimentichiamo spesso e che trattiamo così male. Eppure solo lei ci accompagnerà in qualsiasi luogo.

Prenditi dunque del tempo per averne cura e per farla diventare bella e santa; falla brillare adesso! Dopo sarà troppo tardi!

(autore anonimo)






1 commento:

  1. Condivido.. semplice lettura ma profonda e veritiera...che il nostro buon Gesù ci dia il dono della Fede....

    RispondiElimina