Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 28 gennaio 2012

Erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità

  “Sole di giustizia, Verbo del Dio vivente, irradia sulla Chiesa la tua luce immortale”; inizia così un inno che cantiamo abitualmente e che ci mostra come la vera Luce, quella che “illumina ogni uomo” e che è sorta con il Cristo, piano, piano raggiunge tutta la terra – come  fa del resto il sole quando sorge e lentamente fa arretrare le ombre -.

     Nei giorni appena successivi al Natale del Signore abbiamo assistito a una processione di persone che si è lasciata attrarre dalla luce – prima i pastori, poi i Magi d’Oriente -; abbiamo poi visto che il Cristo, Luce del mondo, dopo l’arresto di Giovanni Battista, ha cominciato a camminare, partendo dalla Galilea e ci siamo accorti che, dove è arrivato Lui, la tenebra ha dovuto retrocede. Ci resti fissa nella mente questa immagine utilissima per la nostra esistenza: per allontanare il buio, ci vuole la luce.
     Oggi ci trasferiamo con Gesù e i suoi a Cafarnao, cittadina sulla riva del Mare di Galilea e siamo testimoni di una lotta tra la tenebra e la Luce. E’ la luce della Verità contro la tenebra dei ragionamenti puramente umani. Lo capisce bene l’indemoniato che, quando parla di sé usa il plurale: “Che cosa vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?” (Mc 1,24).
Se è uno solo, perché usa il plurale? A chi si sta riferendo? Di quale gruppo si fa portavoce? Chi si sente minacciato dall’insegnamento di Gesù?
     Gli unici che si possono sentire in pericolo sono coloro ai quali farà riferimento Gesù più avanti: “Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini” (Mc 7,8). Del resto, come ci ricorda san Paolo: “L’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio” (1Cor 2,14). Può avere paura della voce di Dio, solo chi crede che l’unica voce meritevole di ascolto è quella degli uomini, non importa che sia la propria o quella dei propri simili. 
     E’ molto interessante notare che quell’uomo posseduto, è all’interno di un luogo di culto, destinato proprio all’ascolto e alla comprensione della Parola di Dio; questo significa che le false voci, i falsi profeti, non sono solo fuori dalla sacre mura, ma anche dentro. Sono le voci di coloro che “hanno la presunzione di dire in mio nome (di Dio) una cosa che non gli ho comandato di dire” (Dt 18,20). Anche all’interno della comunità ci può essere chi parla a nome proprio, spacciando le proprie idee e visioni, per quelle di Dio.
     Chi si trovava davanti a Gesù e ascoltava il suo insegnamento, capiva che era diverso dagli altri: “Erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità” (Mc 1,22).  Cosa significa? Ci può aiutare a capire, la differenza tra un pozzo e una sorgente; il pozzo non è che un contenitore, che riceve acqua e al quale si può attingere, la sorgente invece fa scaturire direttamente l’acqua fresca. Quella gente capiva che Gesù non era come gli scribi e i farisei che interpretava la parola di Dio, ma era Lui stesso sorgente di una parola nuova. In greco nuovo si può rendere con neos che indica ciò che viene aggiunto quantitativamente (ex. Ho comperato un nuovo cappello), ma anche con kainos che indica una novità qualitativamente superiore che elimina il precedente. Gesù non è venuto ad aggiungere qualcosa, ma a portare un cibo estremamente più salutare. Vogliamo alcuni esempi? Prima di Gesù c’era la legge del Taglione – “Occhio per occhio, dente per dente” -, Gesù invece ha portato la legge dell’amore – “amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”; l’antica Legge consentiva di ripudiare la propria moglie, ma Gesù dichiara: “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei ripudia il marito, se sposa un altro, commette adulterio” (Mc 10,10).
     Vi faccio adesso un esempio che prendo dalla cucina; se impasto acqua e farina per fare il pane, poi lo devo lasciare lievitare, se la quantità impastata è eccessiva rispetto al contenitore che ho a disposizione ho due comportamenti alternativi: prendere un contenitore più grande o tagliare e buttare via una parte della pasta. Il falso profeta – che può essere benissimo tale in buona fede, ma non per questo è meno grave ciò che fa – quando capisce che la parola di Dio è eccessivamente misteriosa per l’animo umano, invece di porsi in un ascolto che consenta di penetrarla più profondamente, la riduce, in modo da farla diventare accettabile.
     Non possiamo spezzettare la Parola per farla entrare nella nostra mente, ma dobbiamo allargare il cuore perché essa vi penetri nella sua pienezza. Non siamo la comunità di coloro che sanno qualche cosa intorno a Dio, ma di coloro che hanno Dio in sé.


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