Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 25 febbraio 2012

Convertitevi .....


I DOMENICA DI QUARESIMA

    Guardare la natura con i suoi meccanismi, può aiutarci a comprendere in profondità le parole del Signore. Pochi giorni fa l’Italia è stata sommersa dalla neve, oggi, invece, se ci guardiamo intorno, vediamo che non è rimasto nulla. Ciò è stato possibile perché il sole ha cominciato a scaldare l’aria e si è alzata  la temperatura. Presto la terra ritornata alla luce del sole, ricomincerà a germogliare.

     Il Salmo 147 canta queste parole: “(Il Signore) fa scendere la neve come lana, come polvere sparge la brina, getta come briciole la grandine: di fronte al suo gelo chi resiste? Manda la sua parola ed ecco si scioglie, fa soffiare il vento e scorrono le acque” (Salmo 147, 15s). La conversione è un processo simile a quello della neve, perché è il fiorire di un frutto nuovo, ma solo dopo che la terra è stata scoperta ed esposta ai raggi del sole. Come la neve non si scioglie senza sole, così la conversione non è possibile senza il Sole che è Cristo. Gesù ci chiama a conversione, perché il Regno di Dio “è vicino”; è come se dicesse: “ora che io sono tra voi, è sorto il Sole; questo è il momento per generare qualcosa di nuovo”.
     Conoscendo la  vicenda umana di alcuni convertiti (san Paolo, san Francesco, Jacques Fesch, Frossard, De Foucauld, Edith Stein, Leonardo Mondadori, Claudia Koll, Brosio, questi sono celebri, ma potrei aggiungere altrettanti nomi di gente che è qui fra noi), vediamo che hanno tutti qualcosa in  comune; a un certo punto c’è stato un passaggio radicale, provocato da un fatto, da una parola ascoltata, da un incontro. La conversione è quindi, innanzitutto, un incontro con la Luce, che produce una morte e una rinascita; san Paolo direbbe: “se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove” (2Cor 5,17).
     La metanoia è la nascita di una persona nuova che, se prima fondava la sua esistenza, le sue scelte, i suoi pensieri, il suo agire, a partire da sé o dalle forti voci esterne, a un certo punto ha un nuovo e fondamentale riferimento: Dio.
     Sempre guardandomi intorno, mi sono accorto che in certe zone d’ombra sono rimaste alcune tracce di neve; è proprio così, dove non giunge il sole, la neve non si scioglie, ma rimane, oramai sporca. E’ il rischio di chi non vuole accettare di esporsi al Sole di Cristo.
     Dopo i giorni del grande freddo, mi ha meravigliato il fatto che la neve disciolta, non è riuscita a bagnare la terra se non molto superficialmente e per breve tempo – la neve non ha risolto il problema della siccità -. Mi ha spiegato fra Marco che, per penetrare nella terra per un millimetro e mezzo, ci vogliono almeno dieci centimetri di neve. Qui da noi ne è venuta troppo poca per avere un risultato utile.
     Ci stupiamo del fatto che non riusciamo a convertirci e che il Signore fa così fatica a penetrare in profondità in noi; forse vale la stessa logica della neve: meno collaboriamo seriamente all’azione di Dio e meno questa risulta efficace. Non è che sulla nostra terra cade poca preghiera, poca parola di Dio, poco ascolto dei nostri pastori …? Non è che collaboriamo troppo poco concretamente alla grazia di Dio? Facciamo tanti propositi, ma quanti li mettiamo in pratica con costanza? Ricordiamo che “di buoni propositi, sono lastricate le strade per l’inferno”.
     Oggi ci viene rivolta una parola fondamentale, tanto che il cardinal Biffi ha affermato che “se non si comincia di qui, non si comincia affatto”[1], essa può andare in profondità o sciogliersi come la neve al sole.  
     Ci può essere chi è talmente abituato a sentire queste parole, che non gli fanno più né caldo né freddo – diremmo che gli entrano da un orecchio e gli escono dall’altro -; forse qualcun altro dirà: “Questo non è per me. Cosa vuoi che faccia di più?”. A costoro risponde con sufficiente chiarezza Giovanni, l’apostolo-evangelista quando scrive: “Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità … Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi” (1Gv 1,6ss).
     Molti di noi invece saranno raggiunti da questa parola e cominceranno a pensare a quali comportamenti dare una svolta; ci proveremo seriamente e con impegno, soprattutto ora che siamo in Quaresima, ma dopo più o meno tempo, ci ritroveremo a ricadere, ci sentiremo uguali a prima, solo un po’ più sconfortati. A volte sembriamo dimenticare ciò che il Signore afferma: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5) Con Paolo possiamo dichiarare:  “tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4,13), però  “Se il Signore non costruisce la casa,  invano si affaticano i costruttori.  Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella” (Salmo 127,1).
     Il cardinal Biffi afferma che “la conversione non è solo un atto iniziale della vita dello spirito, ma è una componente costante: non c’è momento in cui questo tormento gioioso possa dirsi superfluo”[2].    
     Capiamo bene allora che la conversione non è il temporaneo mutare di alcuni aspetti morali ed esteriori, ma il mutare di vita, tanto da diventare progressivamente nuovi. Essa nasce dall’incontro con il Signore e produce la docilità allo Spirito, una stupenda giovinezza, la capacità di crescere ancora e di correre instancabilmente verso mete sempre nuove; è la fermezza contro la tirannia delle idee correnti; è nuova libertà.



    



[1] G. Biffi, Quando ridono i cherubini,  ESD 13
[2] Ib p. 14

1 commento:

  1. Padre Andrea molto profonde queste sue parole, rispecchiano la mia vita prima della conversione,sempre piena di ansie ,mai contenta,andavo per negozi compravo vestiti che poi mettevo poche volte,avevo tutto,troppo.poi è arrivata non so come una chiamata a Medjugorje fino a tre anni fa non sapevo niente di questo luogo...la mia vita stà cambiando,cado,ma il mio Signore mi tende la sua mano e mi rialza, il solo pensiero ora che Lui è Nato per Salvare la mia vita mi riempie il cuore, come apro gli occhi al mattino il primo pensiero va verso Lui il mio SIGNORE e lo ringrazio..il cammino non è facile ma non sono più sola...che GRAZIA....

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