Carissimo
Andrea,
G. mi ha inoltrato per mail il tuo “provo a rispondere”…
posso farlo anche io? A rispondere intendo… so che le mie sono e
sembreranno misere parole anche perché insieme alle parole uno vorrebbe
stringere le mani e accarezzare con gli occhi l’interlocutore che pone
domande così difficili, così ardue ma che sono benefiche e piene di
“esortazioni” per chi crede che in Cristo vi è pienezza di vita sempre!
Dietro
a ogni mia esperienza di dolore (sia personale che condivisa con i
miei piccoli pazienti) quasi mai mi sono chiesta dove era Dio o perché
non facesse “il miracolo” (e come tu sai sono stata testimone di
miracoli ancora più forti e splendidi di quelli di una guarigione
fisica…), ma mi sono sempre “affiancata” a Gesù per accompagnare queste
creature. E, essere a fianco (non davanti o dietro…) presuppone
complicità, intenti comuni, sguardi puri, passi rallentati o corse a
perdifiato per non perdere mai il suo abbraccio e la sua vicinanza.
Io non ho risposte risolutive né
tantomeno accademiche…ho le risposte del “”cuore” perché so che Dio non
“permette” ma “accoglie”… e c’è una differenza sostanziale: nell’uso
del termine “permette” Dio viene visto come un carnefice che si nutre
della nostra sofferenza quasi ne godesse ; nell’”accoglie” Dio apre le
braccia per abbracciare ogni nostra scelta, ogni nostra sofferenza, ogni
nostro grido, ogni nostro peccato… anche se non riusciamo più a
rimanergli accanto o a sostenerne lo sguardo.
Ho
visto e continuo a vedere, ad accogliere e vivere accanto a sofferenze
faticose da sostenere, battaglie dalle quali forse se ne uscirà
sconfitti, ma non riesco a non alzare mani e cuore verso Colui che solo
dà la vita quella vera e non quella inventata o che vorremmo che fosse!
So che in queste sofferenze e domande Dio si serve di me, del mio
lavoro, della mia accoglienza, del mio sì per aiutare (anche solo con il
silenzio, la condivisione o la “non fuga” da eventi dolorosi) il cuore
dell’uomo, il suo vivere con le lotte a volte impari.
E
al tuo/a interlocutore/trice vorrei dire che porto ogni sua e mia
domanda nella preghiera che dice al mio Dio che non voglio scappare, che
voglio “starci”, che quando arriva una sofferenza posso anche
ribellarmi ma alla fine accolgo dicendo:”Sei Tu”.
Grazie mille,padre Andrea, a lei e alla gentile signora che ha risposto. Ecco le "parole nuove" di cui avevo bisogno : Dio accoglie ! Il dolore resta, e mi e' difficile in questo momento di sofferenza sentirne la presenza o reggerne lo sguardo , ma sicuramente e' nella barca con me e chissa' che tutto questo dolore non serva a mettere la barca sulla giusta rotta. Cerchero' di accogliere anch'io ogni sofferenza nella certezza che dietro c'e' Lui a sostenermi nel cammino ; ma e' cosi' difficile,ora..Sembra tutto cosi' vuoto,inutile e senza senso ( e' forse questo quello che chiamano il silenzio di Dio?), forse devo solo perseverare nella preghiera e attendere che la Luce ritorni, magari grazie anche alle vostre buone parole e alla vicinanza di gente " buona" come lei e la signora che ha risposto.. Chi vuole preghi per me, con me... Mario
RispondiEliminagrazie a chi scrive cose così profonde e vissute.
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