Marco Tarquinio
Oggi scriviamo su questa prima pagina di un dolore e di un peccato. E poche cose al mondo vanno maneggiate con altrettanto pudore e altrettanta delicatezza.
Il dolore è serio e profondo, perché è quello del nostro Papa e di tutti coloro che gli vogliono bene. Il peccato è grave, perché anche stavolta – come sempre, ma più di altre volte – è segno amaro e oscuro di divisione, di presunzione, di dissimulato o, al contrario, enfatico abbandono a una logica maligna.
Sapevamo già da mesi che qualcuno, tra coloro che per lavoro e servizio più gli sono vicini, stava miseramente tradendo la fiducia del Santo Padre.
Sapevamo che qualcuno frugava nella sua corrispondenza, tra le sue carte. Sapevamo che qualcuno era arrivato a cedere ad altre persone documenti del Papa. E sapevamo che qualcuno aveva operato perché venissero pubblicati. Oggi sappiamo che qualcuno è stato trovato in possesso di carte riservate. Nulla più di questo sappiamo, come nulla sappiamo – checché, ieri, si sia subito sentenziato e scritto – di "corvi" e di altri animali da titolo di giornale e di tg.
Sappiamo però che il dolore di Papa Benedetto è un dolore lento e lungo, come lento e lungo è il dolore di ogni svelato tradimento. Non l’unico dolore né il più grande che il Papa porta su di sé, lui che ogni giorno vive la Croce – e come sa dircelo, e come ce lo dimostra – accettato «luogo autentico» del Vicario di Cristo.
E allora, e ancora, noi tutti gli siamo vicini. Con semplicità, nella preghiera, con la povera e tenace fedeltà del nostro affetto di figli.
© Copyright Avvenire, 26 maggio 2012
Dobbiamo gridare a gran voce che satana esiste..mi spiace tantissimo per il Nostro Caro Papa già cosi sofferente per tutti gli eventi negativi,ma con tutto il mio affetto che provo nei suoi confronti, nelle mie preghiere lo ricordo sempre..Ma poi la Nostra Cara Mamma Celeste gli è vicino e lo protegge...Auguri Caro Papa Benedetto che DIO lo protegga sempre....
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