Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

mercoledì 6 giugno 2012

Preghiera di un ergastolano


Il cielo oltre  la grata

Ascolta o mio Dio,
io non ho mai parlato con te.
Voglio soltanto salutarti,
a proposito come stai?
Sai qualcuno mi aveva fatto credere
che tu non esistessi
e io “povero sciocco” credetti che fosse vero!

La sera quando mi avvio ad andare a letto,
dalla mia finestra <>  con l’inferriata
vedo il tuo cielo.
Non avrei mai immaginato che per vederti
mi bastasse stendermi sul letto.
“Complimenti per la casa che hai”
hai scelto un bel posto
pieno di enormi e belle nuvole…
Lo so che sei molto arrabbiato con me,
e non so  nemmeno se ora ti va di darmi una mano,
spero però che almeno mi comprenderai.
E’ molto strano che prima non ti abbia mai incontrato,
ma forse non volevo incontrarti talmente
ero accecato dai peccati che commettevo.
Credo che noi due nonostante tutto,
abbiamo qualcosa in comune…
Fu quando venisti sulla terra, fosti imprigionato
e crocifisso (e a te tutto sommato è andata bene),
e non per casualità ti ho incontrato
in un luogo che sprigiona sofferenza
(cosa che tu hai già patito), mentre io continuerò
quello che tu mi hai lasciato in eredit,
cioè l’essere prigioniero fino alla morte.
Bene… ho già detto tutto.
L’offensiva della notte mi attende,
tra poco i fantasmi del mio passato
assaliranno la mia quiete.
Posso dirti, però, che da quando
ho scoperto che tu mi sei vicino  non ho più paua,
prima di addormentarmi non vogliio
dimenticarmi di chi amo tanto!
Lo scontro stanotte sarà terribile…
Lo so… Lo so non sono mai stato un tuo amico,
però, sono certo che mi riserverai
un posto importante se arrivo da te.
No… Non sto piangendo… magari lo dovrei fare,
“e lo dovrei fare talmente tanto da inondare
il mondo intero”, ma sai bene che non ho più lacrime
avendole consumate durante la mia
patita sofferenza “infantile” e “adolescenziale”.
Come vorrei un giorno pieno di luce
e di speranza per me e per tutte le
persone che hanno e vivo nelle
mie condizioni di vita e di
sofferenza.
Magari per i nostri cari, per i nostri figli e nipoti.
Tardi ti ho scoperto… quanto mi dispiace.
Adesso perdonami, il sonno si sta impadronendo di me…
Che strano! Per la prima volta mi addormento
senza paura della notte.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Fonte: srs di Salvatore Diaccioli,   da LE URLA DEL SILENZIO del 12 aprile 2012


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