Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 5 gennaio 2013

Inquietudine o straordinaria allegria?



EPIFANIA

     Cercate e troverete” (Lc 11,9), ha detto un giorno Gesù. Oggi siamo spettatori di due modi molto diversi di cercare. Da una parte c’è Erode il Grande, il potente con diritto di vita e di morte sui propri sudditi - colui che ha regnato per oltre vent’anni, sebbene come vassallo dei Romani -, dall’altra ci sono dei Magi – sapienti, forse sacerdoti, di un popolo orientale -.

     Cercare, deriva dal latino circum, da cui quell’andare intorno, di chi ha perso qualcosa o è mancante di qualcosa.
     I Magi evidentemente sono mossi da un bisogno, da una mancanza, sentono di essere incompiuti. Non si lasciano ostacolare dalla prospettiva di un cammino lungo e pericoloso, perché sentono di aver individuato qualcosa di straordinariamente grande e allora, come si suol dire, “il gioco vale la candela”.
     I risultati non mancano: questi uomini, finiscono per incontrare Dio e provare una “straordinaria allegria”.
     I Magi ci sono maestri e ci dicono: se vuoi trovare la verità, la vita, la libertà, muoviti, cammina, non lasciarsi ostacolare dai rischi e dalle paure! Gesù Cristo, il Dio che si è fatto bambino, è l’unica risposta piena a ciò che cerchi.
     Anche Erode, sembra cercare, infatti interroga i sacerdoti e i sapienti, poi incarica i Magi di portargli notizie fresche sul bambino, ma in realtà è un atteggiamento fasullo. Egli intatti ha tutto ciò che gli serve – un trono, potere e ricchezza -; egli non fa altro, quindi, che cercare di conservare ciò che ha – questo lo spingerà a far uccidere addirittura una delle sue otto mogli e alcuni dei propri figli e, in un secondo momento gli innocenti figli dei suoi sudditi -.
     Erode effettivamente vuole sapere qualcosa del bambino, ma solo perché lo considera un possibile problema; vuole localizzarlo perché e è spaventato; teme che il bambino, Re dei Giudei, possa diventare un problema per il suo trono; ha paura che quel piccolo sia nato per portargli via qualcosa.
     Il Re avrebbe potuto fermarsi un istante  per interrogare i sacerdoti e i sapienti e riflettere; se Dio fosse venuto nel mondo per spodestarlo, non avrebbe certamente scelto la fragilità estrema di un bimbo nato lontano da casa, senza un tetto, ma sarebbe apparso con un esercito di angeli, armati di spade di fuoco.
     Dio non viene per togliere, ma per dare; del resto Cristo Gesù “pur essendo  nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini” (Fil 2,6s).
     La storia è piena di uomini che cercano Dio, come Erode, non per lasciarsi illuminare da Lui, ma per spegnere la Sua luce. Sono coloro che fingono di essere interessati a Lui e alla sua verità, ma che in realtà, lo combattono senza tregua. Guardiamoci da loro; facciamo come i Magi, che tornarono a casa, evitando Erode e le sue trappole. I nemici di Dio non fanno mai niente a Suo favore, se ne danno l’impressione, è perché pensano di trarne un vantaggio.
     L’Epifania è la manifestazione di Dio a coloro che sono in ricerca. Dio si mostra bimbo e non si impone, ma si propone. Egli è il Sole che sorge, la “luce che viene”, per vincere la tenebra e la nebbia fitta che ricopre la terra.
     Questo è il tempo favorevole per tutti noi, camminiamo alla sua luce, così che possiamo anche noi essere raggianti e sentire dilatare il nostro cuore.

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