Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 5 gennaio 2013

Quale politica?

Il problema politico per un cattolico autentico non è la destra, la sinistra, il centro (o meglio lo è, ma non come simpatia oppure come odio ideologico personale), ma è primariamente il rispetto e la tutela di quelli che sono i " principi non negoziabili": tutela della vita dal concepimento alla morte naturale (no all'aborto e all'eutanasia), difesa della famiglia unica e vera (unione indissolubile di un uomo e una donna), libertà educativa (no al monopolio educativo dello Stato), libertà religiosa (non solo come faccenda privata, ma come "fatto" pubblico); rifiuto di considerare le persone come consumatori e ingranaggi del sistema economico - da eliminare quando inutili -. 
Quei partiti o coalizioni che partono dall'uomo come fine e non come mezzo, che difendono questi principi (che non sono confessionali ma appartengono alla natura dell'uomo), sono quelli che guarderemo con attenzione alle elezioni (aldilà di antipatie, simpatie, stima personale).
Siamo stanchi di venditori di parole: vogliamo fatti. 
Siamo stanchi di uomini e donne che si dicono credenti, ma che rivendicano un'autonomia rispetto ai valori del Vangelo - non si può essere cristiani a settori -. 
Ci piacerebbe che si presentassero in politica cristiani che non hanno altro fine che servire l'uomo, a partire dalla splendida antropologia proposta dal Vangelo. 
Vorremmo cristiani capaci di ascoltare tutti, ma che a un certo punto avessero il coraggio di dire: "Rimani mio fratello, ma qui non ti posso seguire".  

3 commenti:

  1. .....ecco....in politica ci vorrebbero uomini pronti a servire e non a servirsi degli altri. Solo se saranno capaci di spostare l'attenzione da sè e dai propri tornaconti, solo allora saranno servitori onesti, capaci di fare il bene vero di chi ha deciso di fidarsi di loro per costruire un futuro sereno per tutti, soprattutto per i più deboli. Anna

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  2. Condivido tutto fra Andrea. Apprezzo particolarmente l'attenzione ai valori non-negoziabili, come richiamato spesso anche dal papa.
    Troppi cattolici invece sento che li snobbano e quasi sbuffano, a sentirne parlare...
    Non so bene dove potremo andare a sbattere la testa :-) per ora mi pare che nessun partito difenda apertamente i valori non-negoziabili.......

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  3. Ahimè chi abbraccia e DIFENDE TUTTI i principi non negoziabili in politica è difficile trovarlo, per lo meno nel panorama politico nazionale. Esiste qualche "movimento" che fà azione politica ma che non ha numeri da Parlamento che però magari difende solo alcuni dei principi di cui sopra e altri li trascura per idee politiche o posizioni ideologiche.
    Purtroppo in Italia non trovo un partito, un politico a cui da cattolico mi sento di dare il mio voto, anzi, di dare la mia fiducia e di "leggittimarlo" a sedere in Parlamento e lavorare.
    Purtroppo, e lo dico per esperienza personale decennale, i cattolici in politica non "emergono" perchè, giustamente, si comportano da persone per bene. Ma i tempi, i modi e le strategie della politica sono fatte per i falchi, per le volpi, oppure per gli struzzi, le talpe o peggio per i parassiti.
    Sono un po' deluso non tanto della politica in sè (lo ritengo uno dei servizi più nobili, soprattutto fatto localmente dove il lavoro da fare e il tempo da dedicarvi è tanto e i riconoscimenti, anche economici, sono pochi!) ma dall'inutilità del voto. I politici pensano che il popolo, chi li vota "esista" per garantirgli, mediante il voto, la loro posizione, mentre pochissimi politici pensano di esserlo per garantire al popolo, o quanto meno ai propri elettori, il mantenimento delle promesse fatte o per lo meno del programma elettorale.
    Affidiamo a Maria e al Sacro Cuore di Gesù i pochi cattolici che si impegnano in politica affinchè non manchi mai loro la purezza nell'agire e la forza di proseguire in questo nobile e alto servizio.
    Emanuele

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