Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

mercoledì 20 marzo 2013

SI COMINCIA, FINALMENTE

NON SI PUO' OSANNARE PAPA FRANCESCO
perché, come tutti i suoi degni predecessori, ha parlato di amore, misericordia e tenerezza e poi, scandalizzarsi perché ha ricevuto e stretto la mano al dittatore Mugabe. A questo punto dovremmo assolutamente meravigliarci del contrario. O no? Altrimenti non siamo molto diversi dagli scribi e i farisei che davanti al comportamento di Gesù, negativamente colpiti, affermavano: "Come mai egli mangia e beve con i pubblicani e i peccatori?". O vogliamo introdurre abusivamente delle categorie di peccatori degni di misericordia e altri da escludere?  Non pensiamo certo di limitare la tenerezza alle "caprette di Heidi" e non agli uomini.

Andiamo al cuore delle parole del Pontefice, altrimenti nulla cambierà e rimarremo dei venditori di parole. Bene cantava Gaber: "Parole, parole, parole, gettate, nel vento e nel sole, ... parole che sono come fiori, ma finti e senza profumo".

Ciò che il Papa dice, non è rivolto ai Cardinali, ai Vescovi, ai Sacerdoti e ai Religiosi, ma alla Chiesa, quindi a ognuno di noi - senza esclusione -.

Lasciamoci convertire, non accontentiamoci di emozionarci. L'emozione, infatti, è come un fuoco di paglia, che fa una gran fiammata, ma non scalda nessuno.

1 commento:

  1. Caro fra Andrea, qui vorrei contraddirti un po'. L'emozione, a volte, è il carburante per avviare il motore del pensiero. Anche il camino per iniziare a riscaldare ha bisogno di una fiammata robusta con la carta e, poi...lentamente con grossi ceppi di legna, arde, arde per ore e giornate intere e , piano, piano ,arriva a scaldare le ossa fino in fondo. Lasciamoci emozionare e...scalderemo il nostro cuore con la tenerezza e la dolcezza, sensazioni delle quali nessuno di noi può fare a meno e che, a mio modesto avviso, sono indispensabili alla conversione del cuore. Anna

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