Sabato,
16 novembre 2013
(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana,
Anno CLIII, n. 264, Dom. 17/11/2013)
Dio è debole solo davanti
alla preghiera del suo
popolo. Dunque è la
preghiera la vera forza
dell’uomo: non ci si deve
stancare mai di bussare alla
porta del cuore di Dio, di
chiedere aiuto perché quando
è chiamato a difendere il
suo popolo Dio è
implacabile.
Lo ha ricordato Papa
Francesco durante la messa
celebrata questa mattina,
sabato 16 novembre, a Santa
Marta, alla quale hanno
assistito con il cardinale
Angelo Comastri e il vescovo
Vittorio Lanzani,
rispettivamente arciprete
della basilica di San Pietro
e delegato della Fabbrica, i
canonici della basilica
vaticana.
Commentando le letture
del giorno, il Pontefice ha
voluto innanzitutto
sottolineare la protezione
che il Signore offre ai suoi
figli quando essi si
rivolgono a lui: «Dio fa,
farà, giustizia, ai suoi
eletti, che gridano giorno e
notte verso di Lui. Così
l’ha fatto: quando chiama
Mosè e gli dice ho sentito
il pianto e il lamento del
mio popolo. Il Signore
ascolta» (cfr. Luca,
18, 1-8).
«Nella prima lettura — ha
detto il Papa — abbiamo
ascoltato quello che ha
fatto il Signore: quella
parola onnipotente dal cielo
viene come un guerriero
implacabile. Quando il
Signore prende la difesa del
suo popolo è così: è un
guerriero implacabile e
salva il suo popolo. Salva,
rinnova tutto: tutto il
creato fu modellato di
nuovo, nella propria natura
come prima». Ed è così che,
ha detto il Santo Padre
citando ancora il libro
della Sapienza (18, 14-16;
19, 6-9), «il Mar Rosso
divenne una strada senza
ostacoli e flutti violenti
una pianura piena d’erba;
coloro che la tua mano
proteggeva passarono con
tutto il popolo,
contemplando meravigliosi
prodigi». La descrizione
della loro salvezza, ha
notato, assume addirittura
toni poetici: «Furono
condotti al pascolo come
cavalli e saltellarono come
agnelli esultanti,
celebrando te, Signore, che
li avevi liberati». Così, ha
sottolineato, «è il potere
del Signore quando vuole
salvare il suo popolo:
forte. Lui è il Signore.
Perché ha sentito la
preghiera del suo popolo;
perché ha sentito nel suo
cuore che i suoi eletti
soffrivano».
Ma se questa è la forza
di Dio, «qual è la forza
dell'uomo?» si è domandato
il Pontefice. È quella
stessa che ha testimoniato
la vedova di cui parla il
Vangelo, ha spiegato, la
quale bussa in continuazione
alla porta del giudice.
«Bussare — ha ripetuto —
chiedere, lamentarsi di
tanti problemi, tanti
dolori, e chiedere al
Signore la liberazione da
questi dolori, da questi
peccati, da questi
problemi». Questa è la forza
dell’uomo, la preghiera,
«anche la preghiera
dell’uomo umile» ha
precisato, perché se in Dio
mai ci fosse una debolezza,
ha spiegato ancora, questa
si manifesta proprio nei
confronti della preghiera
del suo popolo, «è la
debolezza di Dio. Il Signore
è debole soltanto in
questo».
Le letture, ha
sottolineato il vescovo di
Roma, fanno opportunamente
meditare su «quel potere di
Dio, tanto chiaro e tanto
forte», del quale la Chiesa
parla soprattutto nel tempo
natalizio, perché «il
culmine della forza di Dio,
della salvezza di Dio, è
stato proprio
nell’incarnazione del Verbo:
“Mentre un profondo silenzio
avvolgeva tutte le cose, e
la notte era a metà del suo
rapido corso, la tua parola
onnipotente dal cielo, dal
tuo trono regale, guerriero
implacabile, si lanciò in
mezzo a quella terra di
sterminio, portando, come
spada affilata, il tuo
decreto irrevocabile”. La
Chiesa prende questo testo
di liberazione e di forza
per significare che
l’incarnazione del Verbo è
stata il punto più alto
della nostra salvezza».
Oggi «mi piace sentire
queste letture — ha
confidato Papa Francesco —
davanti a voi canonici di
San Pietro. Il vostro lavoro
è proprio bussare al cuore
di Dio», pregare. «Pregare
il Signore per il popolo di
Dio. E voi, a San Pietro
proprio nella basilica più
vicina al Papa, dove si
radunano tutte le petizioni
del mondo, voi raccogliete
queste petizioni e le
presentate al Signore con la
vostra preghiera».
E per rafforzare l’idea
del servizio che essi sono
chiamati a compiere, il
Pontefice ha riproposto
ancora la tenacia della
vedova del Vangelo, quella
che chiede ostinatamente
giustizia: «Il vostro è un
servizio universale, un
servizio di Chiesa. Voi
siete come la vedova:
pregare, chiedere, bussare
al cuore di Dio. Ogni
giorno. E non si
addormentava mai la vedova
quando faceva questo. Era
coraggiosa».
«Il Signore — ha
proseguito il Santo Padre —
ascolta la preghiera del suo
popolo. Voi siete
rappresentanti privilegiati
del popolo di Dio in questo
ruolo di pregare il Signore
per tanti bisogni della
Chiesa, dell’umanità, di
tutti». E concludendo ha
detto: «Vi ringrazio per
questo lavoro. Ricordiamo
sempre che Dio ha una forza
— quando lui vuole — che
cambia tutto “tutto fu
modellato di nuovo”, lui è
capace di modellare tutto di
nuovo; ma ha anche una
debolezza, la nostra
preghiera, la vostra
preghiera universale, vicina
al Papa in San Pietro.
Grazie di questo vostro
servizio e andate avanti
così per il bene della
Chiesa».
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