Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

mercoledì 11 dicembre 2013

Ecco cos'è la GiFra a Parma: dalle parole del suo ex Presidente Davide Gammicchia



La relazione è lunga, ma  molto bella: non resterete delusi dello sforzo

A tutti voi,
amici, fratelli e sorelle
della Gioventù Francescana di Parma e dell’Emilia Romagna.


Che bello per me oggi e che onore essere qui davanti a voi e a questa pagina bianca a scrivere poche righe su di noi. Lo faccio molto volentieri e con la gioia nel cuore, perché è bello ed entusiasmante tracciare insieme la strada che Dio ci ha dato da vivere in questi due anni trascorsi, ed è bello fissare pochi indelebili ricordi anche grazie alle parole, affinché restino come testimonianza e dono per chi dopo di noi avrà la nostra stessa passione e il nostro stesso desiderio di seguire, conoscere e amare con tutto il cuore Gesù e andare alla ricerca delle sue tracce con lo spirito che San Francesco ci ha donato, da fratelli e con perfetta letizia.

Oggi 8 dicembre 2013, è per noi un gran giorno, pieno di festa, perché oggi abbiamo ricevuto la grazia di vivere e celebrare la nostra terza promessa come fraternità locale di Parma e in più nel giorno dell’Immacolata, dedicato all’annunciazione a Maria. Che emozione per noi essere qui e come Maria ricevere ancora una volta l’Annuncio con la A maiuscola, considerato che un semplice annuncio, per tutti noi è stato l’inizio di un cammino insieme, un’opportunità nuova che ci è stata donata. Chi tra noi, tre anni fa, si sarebbe aspettato di essere qui oggi? Certo forse ognuno di noi, per il proprio passato e la propria storia è sempre stato attratto da quella sete di infinito che ci ha spinto a cercare una gioia più piena, una vita più grande, un amore più vero. Per altri invece il Signore è entrato nella propria vita in maniera del tutto inaspettata e imprevedibile. Ciò che conta è che oggi siamo qui, ognuno con il proprio personale incontro con Dio che ci ha portato a incontrare, conoscere e accogliere dei fratelli. Abbiamo conosciuto il suo perdono, la sua misericordia, il suo amore di Padre, fatto esperienza della resurrezione e di una vita nuova e infine abbiamo compreso che la nostra vita è bella nella misura in cui è donata agli altri, nella misura in cui usciamo da noi stessi per amare e accogliere gli altri, il nostro prossimo, i nostri fratelli.
All’inizio del 2011 eravamo pochissimi, non sapevamo bene il perché ci fossimo incontrati, ne sapevamo cosa avremmo potuto fare o essere. Domenico, Luigi, Marina, Io, Joseph, e poi via via tutti gli altri. Dio deve essere proprio fantasioso, perché ha messo insieme persone provenienti da ogni parte d’Italia e non solo, con interessi, occupazioni, modi di fare completamente diversi. Eppure ci ha fatto fare comunione. E ci ha fatto incontrare quasi per caso, nella chiesa di Santa Croce, in un luogo in cui nessuno avrebbe pensato di poter fare un cammino francescano, senza il sostegno dei frati, fuori dal convento (a due passi da noi) e con l’aiuto di un prete diocesano, don Giampietro, che è stato l’unico ad incoraggiarci e accoglierci materialmente e spiritualmente, e che ringraziamo dal più profondo del cuore.
La missione giovani del Novembre 2011 dei frati minori di Assisi insieme ai frati di Bologna è stato un dono grande, che molti di noi porteranno sempre nel cuore come una delle rivelazioni più belle della propria vita. Forse molti di noi la ricorderanno sempre come il primo incontro, il primo amore, o come un nuovo bellissimo ritorno tra le braccia del Padre. Ci ha segnato profondamente l’anima, ha scombussolato molti dei piani che ci eravamo prefissati nella nostra vita, ha dato spazio a nuovi progetti e ci ha fatto tornare un po’ bambini, riempiendoci di stupore, gioia ed energia. Per molti è stata l’occasione di riconciliarsi con Dio dopo averlo un po’ messo da parte, per altri di capire per la prima volta di non essere mai soli. Ma per tutti è stata l’occasione di entrare in contatto con lo spirito missionario, con il carisma francescano, con la povertà di chi non ha niente tra le mani ma ha tutto nel cuore perché conosce Dio e la sua gioia è nel farlo conoscere agli altri, magari ai più lontani, ai più soli e abbandonati. In quei giorni non abbiamo percepito solo la nostra sete, il nostro bisogno, ma abbiamo anche percepito il grido di un’umanità esaurita, di una società che è confusa e persa, e di tutti quei ragazzi, giovani come noi, che non amano e non sperano fino in fondo perché nessuno gli ha mai presentato l’Amore vero che è l’amore di Dio. In parte anche noi in quei giorni come Francesco, abbiamo pianto l’amore non amato. Come non ringraziare Fra Daniele che ci ha coinvolto direttamente in questa avventura? È stato per noi davvero un angelo.
La nostra prima promessa e il capitolo elettivo del 22 Gennaio 2012 ha segnato l’inizio ufficiale del cammino della nostra fraternità (che nei mesi successivi alla missione è cresciuta di numero) nella gioventù francescana. In questo delicato passaggio, in cui abbiamo preso forma e obbiettivi nuovi, Dio ci ha donato l’aiuto grande e il supporto fondamentale del consiglio Gi.Fra. regionale, che ci ha guidati, sostenuti e incoraggiati. In quei giorni (e anche nei mesi precedenti) la sensazione, soprattutto mia personale, è quella di essere stati presi in braccio dai nostri fratelli di Bologna che si sono presi cura di noi. Laura, Davide, Alessandro, Concetta. Vi ringraziamo moltissimo per la vostra presenza e il servizio che in questi tre anni avete portato avanti. Ancora di più mi sento di ringraziare Concetta per tutte le innumerevoli chiamate in cui ho percepito non solo il suo senso del dovere nello starci accanto e nel servirci, ma anche tutto il suo senso materno di protezione, il desiderio di lasciarsi coinvolgere profondamente, le sue attenzioni, il suo calore, la sua partecipazione attiva sia alla vita della fraternità in sé, sia alla vita di tutti noi come singoli. Essere stati accolti da fratelli più avanti nel cammino e con più esperienza di servizio alle spalle, ci ha fatto sentire parte della grande famiglia francescana e ancora di più parte di una fraternità a più ampio respiro e con le porte aperte. In ultimo ci avete fatto vedere con la vostra testimonianza quanto è bello avere la Chiesa come madre.
Dall’ultimo capitolo ad ora ne abbiamo viste tante insieme.
Ringraziamo molto fr. Elvis Johnson, che ci ha seguito in veste di assistente Gi.Fra. per quasi un anno e mezzo, nonostante le difficoltà logistiche e i diversi problemi di salute. Lo ringraziamo per la disponibilità che ha potuto offrirci e per il grande senso di umiltà che ci ha testimoniato. Preghiamo per lui e per la sua salute.
Io, Marina, Miriam e, dal secondo anno di mandato, Luigi ci abbiamo provato. Abbiamo provato come potevamo a incoraggiare, stimolare e accompagnare tutti voi in questo bellissimo cammino verso Gesù che per noi è diventato la nostra vita quotidiana, la nostra vera vita di tutti i giorni. Tanti incontri, tanti ritiri, proposte, servizi, percorsi, idee. Non amo molto la pubblicità e le propagande politiche, quindi non starò ad elencarvi tutto quello che abbiamo fatto in questi due anni. Credo e ne sono convinto che in questo tempo trascorso, al di là delle innumerevoli mancanze da parte nostra, ognuno di noi conosce e sa bene cosa ha ricevuto, o cosa gli è stato negato, cosa ha accolto e cosa ha rifiutato. Vi auguro di tenere per voi e nel vostro cuore un pezzo di questo cammino fatto insieme, un tema che vi ha messo in discussione, un ricordo gioioso, una testimonianza che vi ha dato forza, un incontro che vi ha cambiato la giornata (o magari la notte), una persona che vi ha toccato il cuore, un fratello che avete perdonato e accolto dopo un’incomprensione, una preghiera che vi ha fatto sciogliere. Vi auguro anche di ricordare le liti e le discussioni più accese, però di quelle che fanno crescere e costruire cose nuove. Vi auguro di vedere tutto con gli occhi di Dio, non perché è tutto bello o tutto va bene, non perché siamo belli o se non lo siamo lo dobbiamo essere per forza, ma perché il mondo ha un disperato bisogno di uomini e donne come noi, che siano disposti a vedere la bellezza là, dove nessuno si aspetterebbe di trovarla. Il mondo ha tanto bisogno, non del nostro ottimismo, ma di tutta la nostra speranza più grande, che è la speranza in Cristo.
“Noi non siamo ciò che facciamo, ma siamo ciò che amiamo.” Non importa ciò che abbiamo o non abbiamo fatto, ma CHI siamo oggi e CHI vogliamo essere domani. Dal canto mio, io posso solo dire CHI ho incontrato, CHI ho ascoltato, CHI ho confortato, CHI ho abbracciato o CHI non ho capito, CHI ho rifiutato, CHI non ho accolto. Mi ritornano in mente così tante persone che abbiamo incrociato velocemente lungo il nostro percorso, negli ultimi anni, dalla missione in poi! Basta dare un’occhiata al gruppo chiuso su facebook che utilizziamo per le comunicazioni. Ci sono altre 40 persone oltre a noi che siamo qui oggi. E’ stato un dono immenso per me e per noi conoscere tutti questi altri fratelli che sono passati nella nostra vita, ognuno con la propria vita e la propria storia, i propri bisogni e i propri desideri. Ognuno ci ha lasciato qualcosa e ognuno di noi probabilmente si è lasciato trasformare un po’ da ogni incontro che ha fatto. E chissà quanti altri fratelli ancora il Signore ci vorrà donare.
Ma tornando a noi e al presente … non finirò mai di ringraziare Dio per avermi donato dei fratelli, e anche degli amici splendidi. Ringrazio Lui e ringrazio voi per essere quello che siete, come siete. E ovviamente anche per tutti i doni che mi e ci avete dato. Ritrovarmi improvvisamente a servire la fraternità così da vicino, in fondo, è stato solo un escamotage di Dio per farmi uscire il più presto possibile dalla mia autosufficienza e dalla mia autoreferenzialità, che mi stava addosso da troppo tempo. Sono stato messo un po’ alle strette e così ho iniziato a mettere da parte molti dei miei piani, un po’ del mio tempo e a imparare presto ad ascoltare, ad avere più pazienza e più fiducia in me stesso e in tutti voi. Quante volte ho sbagliato strada? Tantissime. Ma è stato bello ritrovarla grazie a voi! E non è affatto banale quello che sto per dirvi perché l’ho vissuto sulla mia pelle e ne ho fatto esperienza: non so quanto avete ricevuto voi da me, ma per certo so che tutto quello che io ho provato a dare a voi mi è ritornato indietro moltiplicato. Mi avete donato forse la cosa più importante per me oggi, che mi dà forza per affrontare nuove sfide, ma soprattutto per accogliere senza paura il progetto che Dio da sempre ha pensato e desiderato per me (come per tutti voi): mi avete fatto CRESCERE. Non so per voi, ma per me è una delle cose più belle gustare questa maturità non solo esteriore ma anche interiore, perché un cuore maturo e quindi libero è forse il terreno migliore per fare spazio all’Amore. Grazie!
Grazie di vero cuore alla commissione liturgia e preghiera: Simona, Luigi, Angelo, Joseph. Grazie anche a Massimo e Federica. Per tutti voi che ci avete incoraggiato e sostenuto a lodare Dio con il canto. Credo sia uno dei doni più belli, che come fraternità abbiamo ricevuto, quello di essere uniti dalla passione per la musica e la preghiera. Probabilmente siamo stati aiutati moltissimo a sentirci tutti più fratelli,  dalle tante prove e dalle tante occasioni di condivisione, che il canto e la preghiera ci hanno permesso di vivere insieme. L’animazione della messa della domenica sera a Santa Croce, impegnandoci con costanza a vivere e gustare l’eucaristia insieme, ha avvicinato i nostri cuori e ci ha dato la possibilità di fare davvero COMUNIONE. Un grazie particolare ad Angelo, che è stato davvero un angelo, che ci ha fatto impegnare, crescere e maturare. E ti ringraziamo tantissimo non solo per il servizio che hai fatto a tutti noi, ma ancora di più, per una cosa in particolare e cioè per il bellissimo dono che hai di fare tutto con vera e autentica GIOIA.
Ringrazio tantissimo e dal più profondo del cuore chi insieme a me ha servito la fraternità in questi due anni.
Ringrazio molto Marina, perché oltre che condividere la stessa casa, mi è sorella e amica. E mi ha fatto vedere in questi anni quanto Dio sia padre amorevole e buono, attento alle necessità dei suoi figli. Grazie a Marina ho scoperto che esiste davvero la provvidenza e che Dio ascolta le nostre preghiere. Come vice presidente l’ho stimata moltissimo e la stimo in particolare per tutte le sintesi geniali che ci regala costantemente. Ci ha fatto vedere quanto Dio sia semplice e immediato e quanto sia sbagliato “complicare sempre tutto”. E poi è bello avere una testimonianza vivente che la vita vince la morte, e che la resurrezione è per tutti, se lo desideriamo davvero. Grazie Marina!
Ringrazio molto Miriam perché, nonostante i tanti impegni è stata con noi nei momenti più difficili e anche nei momenti più belli. Di Miriam amo moltissimo il suo sguardo aperto al mondo e alla nostra società, che ci ricorda che non siamo solo cristiani per noi stessi, ma anche cristiani impegnati con le nostre capacità e i nostri talenti nel mondo a dare il meglio di noi stessi. Inoltre, il suo debole spassionato per Francesco e per Chiara ci ha sempre dato la spinta per scavare più da vicino la storia, la vita e il carisma di questi due grandi santi così vicini a noi. Grazie Miriam!
Ringrazio molto Luigi perché ancora prima che nascessimo come gioventù francescana a Parma, insieme a Domenico ha fortemente desiderato gettare il seme di quello che saremmo stati, scommettendo sulla nostra fraternità, nonostante i tanti ostacoli e gli scoraggiamenti iniziali. Grazie Luigi in particolare per il tuo spirito da gifrino doc. Sei un punto di riferimento per tutti noi, oltre che per la tua storia ed esperienza in gifra, anche e soprattutto per la tua capacità grande di vedere sempre il meglio in tutto, negli altri, nei nostri fratelli. Hai il dono grande di rendere più leggera e meno pesante una situazione complicata, di reggere con simpatia gli scontri e ci fai sempre vedere quanto a Dio piaccia ridere con noi. Grazie!
Ringrazio molto Antonella, che ha accettato senza riserve il compito di segretaria, e con estrema puntualità e impegno ci ha aiutati con il suo prezioso servizio. Grazie per il sostegno morale e affettivo così prezioso che ci hai dato in consiglio. E grazie per la tua estrema dolcezza: hai il bellissimo dono di accoglierci con delicatezza e di ascoltare tutti noi sempre. Grazie!
In questi due anni di servizio avete potuto vedere solo alcuni dei nostri limiti e delle nostre mancanze. Se non ve li abbiamo mostrati tutti vi chiedo umilmente scusa, perché i nostri limiti sono le nostre possibilità più grandi, e le nostre mancanze il luogo dove i fratelli possono entrare, come quando si entra in tanti per riscaldare una casa fredda. Perdonateci allora se a volte non vi abbiamo fatto entrare, o non vi abbiamo accolto come avreste voluto.
Un ringraziamento tutto particolare va a Domenico, non solo perché è stato abbastanza coraggioso da portare avanti un progetto e un sogno per lo più da solo e spesso con tanti ostacoli, ma ancora di più perché ha avuto il coraggio e la pazienza di darci sostegno, e allo stesso tempo di farci camminare da soli, e con umiltà ha accettato di farci crescere e maturare mettendo da parte il suo istinto paterno di protezione. Grazie Domenico perché sei e sei stato da subito nostro fratello maggiore. Ti ringraziamo moltissimo per la tua testimonianza forte, la tua fede semplice, la tua fiducia piena in Dio. Ci hai davvero insegnato con i fatti e non a parole cosa vuole dire consegnarsi nelle mani del Padre. Inoltre tu, Alice e i vostri bimbi siete la testimonianza a noi più vicina di famiglia francescana. È bello vedervi lottare, credere e sperare con così tanta fede, affrontare i mille problemi della vita quotidiana. È bello inoltre vedere il vostro desiderio grande, nonostante tante ferite, di vivere e sentire la Chiesa come vostra vera madre. Siamo con voi!
Ringrazio moltissimo il nostro nuovo assistente Gi.Fra. Fra Andrea, non solo per averci aperto le porte del convento, per averci accolto subito, ed essersi subito lasciato coinvolgere da noi, ma ancora di più per l’entusiasmo autentico vero e raro di chi ha deciso di lasciarsi spezzare dagli altri e di donare la propria vita ai fratelli. La tua testimonianza è preziosissima, ci dà tanta speranza, forza, desiderio e ci aiuta a lasciarci guardare da Dio e a chiedere a Lui “Signore cosa vuoi che io faccia?”. Con te ci sentiamo a casa.
Ma “Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” (Is 43,19). Così oggi è un nuovo giorno e siamo chiamati ad accogliere nuovi doni, nuove proposte, nuove sfide. Oggi, giorno in cui celebriamo il nostro secondo capitolo siamo chiamati a metterci un po’ in discussione, forse anche a farci sbilanciare da Dio e dallo Spirito Santo, ma consapevoli che ogni servizio al quale ognuno di noi sarà chiamato sarà un’opportunità nuova per noi e per la nostra vita. Auguro a chi prenderà tra le mani un dono prezioso come quello del servizio di viverlo a pieno, ancora di più di quanto lo abbiamo vissuto noi, e di goderlo ogni giorno e di riuscire a ringraziare sempre Dio per questo. Potrebbe anche darsi che talvolta sentiate il peso di accompagnare i fratelli, ma posso assicurarvi che non rimarrete mai soli. Grazie a voi, noi in questi anni non ci siamo mai sentiti soli. E poi la verità è che non siamo noi a servire, ma nell’incontro con l’altro possiamo sperimentare che è Gesù, che per primo, si sporca le mani con noi e viene a lavare i nostri piedi. Che bello farsi lavare i piedi da Gesù! La nostra è una fede assurda ma bellissima: noi crediamo a un Dio che viene a servirci e ci chiama non servi ma amici.
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.” (Gv 15,13-16)
La promessa che oggi abbiamo fatto può sembrare qualcosa di innocuo per chi non la comprende, ma in realtà porta in sé una potenza sconfinata. Sta a noi darle vita, forza, energia. Sta a noi accogliere a cuore aperto lo Spirito Santo perché ci guidi sempre e ci rafforzi in queste nostre intenzioni. Quanto è grande il rischio di mortificare una promessa così bella in tante belle intenzioni! Il mondo a volte ci liquida troppo facilmente con qualche colpo basso tra i titoli di giornale come gli idealisti di turno o i soliti moralisti, perché siamo noi i primi a non crederci, a non dare spazio alla grazia di Dio. E che peccato perdersi la grazia di Dio!
Per concludere mi piacerebbe lasciarvi con una domanda. Alla fine, siamo qui oggi, con due giorni di ritiro alle spalle, altri due giorni di fraternità che ci sono stati donati. Siamo tanti e tutti diversi gli uni dagli altri, ognuno con il proprio carisma eppure qualcosa ci unisce. Abbiamo dovuto affrontare non poche difficoltà e tanti ostacoli ma non abbiamo perso la speranza. Fra Andrea ultimamente ci sta facendo molto riflettere su questo. Meditando le parole che oggi abbiamo sentito pronunciare da Maria mi viene da pensare: “Come è possibile?” Come è stato possibile incontrarsi, conoscersi, coinvolgersi gli uni gli altri e formare una fraternità? Forse nonostante le nostre resistenze umane e tutte le nostre riserve, davvero “Nulla è impossibile a Dio”. E Infine mi chiedo qual è il nostro segreto? Forse è davvero lasciare spazio a Dio, perché Lui prende proprio tutto lo spazio che noi liberamente gli offriamo e forse semplicemente tutti noi, ognuno con il proprio tentativo migliore, abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha per noi” (1 Gv 4,16).
Con fede, speranza e amore
Davide
Parma, 8/12/13

1 commento:

  1. Davvero belle queste parole,belle perché nascon proprio dal cuore..
    Nella mia ignoranza non sapevo cosa fosse realmente la GiFra se nn per aver letto qualcosa di sfuggita...
    che Bello ...davvero bello!mara

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