Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 28 dicembre 2013

Erode sta cercando il bambino per ucciderlo



SANTA FAMIGLIA

     Erode sta cercando il bambino per ucciderlo” (Mt 2,13). Un inno della Liturgia canta: “Perché temi, Erode, il Signore che viene? Non toglie i regni umani, chi dà il regno dei cieli”. Il re Erode ritiene pericoloso il bambino Gesù, perché discendente del re Davide e quindi più legittimato di lui a regnare su Israele. Del resto questo re, chiamato Grande dalla storia, non ha esitato a uccidere, per lo stesso motivo, i suoi stessi figli e la moglie.

     Con Gesù però il piano non gli riuscì; il Dio-Bambino non fece la fine dei Santi Innocenti, perché Giuseppe lo salvò, portandolo al sicuro in Egitto – per questo la Chiesa chiama Giuseppe “Redemptoris custos”, Custode del Redentore -. Egli infatti “prese con sé la madre … e fuggì” (2,14). Quel santo uomo non si è preoccupato né che fosse notte né del fatto che non gli fosse chiara la mèta; semplicemente, partì, perché la salvezza del bambino era prioritaria.
     Senza Maria e Giuseppe – un padre e una madre – Dio non avrebbe potuto incarnarsi e sopravvivere.
     Il diavolo, che ha la memoria lunga e sa cosa è pericoloso per il suo piano di distruzione, se l’è legata al dito e da allora fa di tutto per togliere di mezzo ciò che ostacola il successo del suo piano. A me pare molto evidente che, se il demonio attacca e combatte qualcosa o qualcuno è perché, sicuramente, è pericoloso. Tutto ciò che egli attacca è un sicuro scudo a difesa degli uomini. Abbattuto lo scudo, li può ferire liberamente.
     La prima grande nemica del demonio è la Chiesa, con il suo capo visibile, il Papa; per cui non cessa un istante di metterla alla berlina per infangarla; per questo tenta violentemente i suoi pastori, così da renderla meno credibile agli occhi degli uomini. Sia chiaro: se Essa fosse davvero inutile come tanti pensano, non solo Dio non l’avrebbe generata, ma il diavolo la lascerebbe in pace, anzi la favorirebbe. Invece, come scrive Cipriano di Cartagine: “Il nemico (il paganesimo), smascherato e vinto dall’avvento di Cristo, vedendo i suo idoli abbattuti, le sue dimore e si suoi templi deserti a causa del numeroso popolo dei credenti, escogitò un nuovo inganno … il nemico inventò le eresie e gli scismi con cui sovvertire la fede, corrompere la verità, spezzare l’unità” (Dell’unità della fede, Città Nuova, 21).
     L’altra grande nemica, è la famiglia. Per forza, è la realtà dove si riceve e si dà amore; anzi è lì che si impara ad amare. Il maligno disprezza tutto ciò che ha a che fare con l’amore e lo combatte astutamente. Per questo i grandi malvagi della storia, che si chiamassero Hitler o Pol Pot, hanno cercato di spezzare i vincoli familiari, mettendo gli uni contro gli altri.  Per questo il maligno vuole trasformare la famiglia in una realtà fragile. La famiglia è la grande nemica, anche perché lì si respira la fede.
     Il diavolo, molto astutamente, ci ha fatto credere che l’amore fedele e duraturo è impossibile e ci ha messo tra le mani gli strumenti per rompere il vincolo d’amore, mentre Dio ci dà quelli per curare l’amore ferito.
     Ha fatto credere alle donne di essere padrone del proprio corpo e del figlio che in esse cresce, illudendole che, eliminando il loro bambino, si liberano solamente di materiale biologico – subito dopo però dice loro la verità, così le rende disperate -. Dio invece chiede loro di essere cooperatrici nell’opera della creazione.
    Fa in modo che non ci sia più tempo per stare insieme, per parlarsi ed ascoltarsi. Quanti bimbi crescono senza i genitori,  sempre più costretti fuori casa  a causa di orari impossibili di lavoro – mi diceva un insegnante di quanto bisogno hanno i bimbi di abbracci, di contatto fisico -.
     Contribuisce a disgregare le relazioni fraterne  a causa dei soldi e dei beni, diventati talmente importanti da calpestare per essi anche gli affetti più cari.
     E’ davvero tutto così oscuro? Chiaramente no; ma non posiamo nasconderci che il pericolo è reale. Diventiamo collaboratori del Cristo, nella costruzione del Suo Regno, curando la famiglia e non collaborando a distruggerla.

1 commento:

  1. Ciao fr. Andrea!
    mi piace molto questo tuo post. Concordo pienamente con quello che scrivi...
    "se il demonio attacca e combatte qualcosa o qualcuno è perché, sicuramente, è pericoloso" questo è anche il motivo per il quale molto spesso i Santi, o semplicemente uomini e donne di Cristo, infervorati dall'amore di Dio e impegnati a costruire il Regno, vengono continuamente attaccati dal maligno. Sono spesso attacchi pesanti, che abbatterebbero qualsiasi animo umano, ma la sfida del Cristiano è di vincere tutto questo. Noi, uomini e donne credenti, dobbiamo avere la consapevolezza della forza che viene da Dio e dal Suo amore, e che così come si può essere facili bersagli del male, così vi è tanta forza per combattere e tramutare in bene e in luce ciò che arriva dal male.
    Un abbraccio,
    pace e bene :) Miriam

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