IMMACOLATA CONCEZIONE
“Lo
Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la
sua ombra” (Lc 1,35).
Andiamo a chiedere a Mosè che cosa sia
‘l’ombra’
di cui parla l’arcangelo a Maria: “Mosè prendeva la tenda e la piantava fuori dell’accampamento, … e
l’aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda …, si recava chiunque volesse consultare il Signore.
… Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava
all’ingresso della tenda, e parlava con Mosè” (Es 33,7ss); “Allora la nube coprì la tenda del convegno
e la gloria del Signore riempì la Dimora. Mosè non poté entrare nella tenda del
convegno, perché la nube sostava su di essa e la gloria del Signore riempiva la
Dimora” (Es 40,34). La stessa “nube” la ritroviamo durante la
Trasfigurazione: “Mentre parlava così,
venne una nube e li coprì con la sua ombra” (Lc 9,34).
La tenda del convegno non è altro che la
prima “dimora” di Dio in mezzo al suo popolo alla quale seguì la costruzione
del Tempio di Gerusalemme - quando il popolo d’Israele, da nomade, divenne
sedentario -. La nube che scende ed entra nella tenda o nel Tempio, è il segno
visibile della presenza di Dio.
Il re Salomone a un certo punto esclama: “Ma è
proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non
possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito!” (1Re
8,27). Oggi possiamo ascoltare da Dio stesso la risposta a questa domanda.
Al Tempio di Gerusalemme e alla nube
succede un nuovo modo nel quale Dio sta tra gli uomini; non più un’arca di
legno sotto una tenda o dentro le splendide mura del Tempio – definitivamente
distrutto nel 70 d.C. -, ma la carne umana. Dio sceglie di farsi carne
attraverso una donna.
Siamo troppo abituati a sentirlo dire per
cogliere fino in fondo la grandezza di questo fatto. Per l’Islam, per esempio,
questa è pressoché un bestemmia. Ascoltiamo cosa dice in proposito il Corano: “Sono
certamente miscredenti quelli che dicono: “Allah è il Messia figlio di Maria”
(5,17). Come è possibile che l’Eterno
e Onnipotente accetti di abbassarsi in questo modo - sembra affermare Maometto
-? Eppure è così.
Maria è piena di grazia proprio perché chiamata a questo ruolo unico nella
storia. Scrive don Andrea Santoro – ucciso in Turchia -: “Letteralmente in turco queste parole significano: “Pace a te, creatura
di Dio, la più amata da Lui. … Più letteralmente ancora significano: Creatura
di cui Dio si è innamorato di più”. Possiamo dire che il Signore si è
“innamorato” della bellezza di questa giovane donna, che di sé sa riconoscere
solo la piccolezza; lo canta nel Magnificat – “perché ha guardato l’umiltà della
sua serva” -.
Dio chiede ad Adamo:
“Dove sei?”. Non è che non sappia dove si trova; non è una domanda per
scovarlo, ma è piuttosto un invito all’uomo perché si interroghi, perché si
chieda dov’è veramente. E’ come se gli chiedesse: “Sei consapevole di quale
dignità hai? Qual è il tuo posto nel creato?”.
La risposta di Maria a Dio che la
raggiunge e la cerca attraverso il suo messaggero è: “Ecco la serva del Signore” (Lc 1,38). “Eccomi” significa: “Io sono tua”. Come è diversa dalla risposta di
Adamo – “Ho udito la tua voce nel
giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto” (Gen 3,10).
Adamo risponde “io sono mio” e invece Maria, “Io sono tua”. Sono due
atteggiamenti opposti, e tra essi bisogna per forza scegliere. Scrive il card.
Giacomo Biffi: “Se voi vi decidete per
il primo atteggiamento … pochi o tanti, fortunati o sfavorevoli che potranno
essere, i vostri anni saranno fatalmente infecondi e il vostro passaggio sulla
terra inutile e desolato”. Sono parole molto forti, tipiche del cardinale,
ma condivisibili. Noi potremo realizzarci pienamente e custodire il creato, se
sapremo tenere lo sguardo su Dio, se ci lasceremo condurre da Lui.
Quando Adamo ed Eva devono lasciare Eden,
Dio li riveste di pelli di animali; è come se l’essere umano vedesse rivestire
– per sua scelta - la sua straordinario dignità e la riducesse a un livello appena
più alto di quello delle bestie, ma questo non è ciò che attende l’uomo. L’uomo
non è semplicemente un animale un po’ più sviluppato; non è una scimmia che sa
parlare, è il vertice della creazione. L’essere umano non è fatto solamente per
soddisfare in maniera autonoma i bisogni primari, ha bisogno di grandi cose.
Maria, piena di grazia, donna immacolata,
ci richiama a recuperare la nostra grande dignità e a cessare di dire “io sono
mio”.
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