Ho l'onore di presentarvi un libro scritto da un'amica. Ve lo consiglio, non perché è un'amica, ma perché il romanzo è veramente bello. Ho letto la prima bozza, è mi ha conquistato subito.
Elena merita di essere letta, perché ha qualcosa da dire e, di questi tempi, non è una cosa scontata. E' una donna colta, ma soprattutto ha cuore.
Elena Rausa
Elena merita di essere letta, perché ha qualcosa da dire e, di questi tempi, non è una cosa scontata. E' una donna colta, ma soprattutto ha cuore.
Le prossime uscite Neri Pozza
Elena Rausa
Marta nella corrente
Pagine 272
Euro 16,50
Euro 16,50
I festeggiamenti per la
vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio impazzano ancora allorché, in
un torrido pomeriggio di luglio del 1982, Aldo Fantini riceve la visita
della polizia. Sessant’anni appena toccati, Fantini si stava preparando
il suo caffè pomeridiano con la meticolosa cura di chi è da due mesi in
pensione,
quando si ritrova al cospetto di un poliziotto alto e magro
che, con una voce che suona lontana come in un incubo, gli annuncia che
sua figlia Bruna è deceduta in compagnia di un amico in un incidente
d’auto verificatosi la notte prima lungo un grande viale di Milano. Con
lo stesso tono, il poliziotto aggiunge poi che nell’appartamento di
Bruna Fantini è stata ritrovata sola, e naturalmente ignara
dell’accaduto, la figlia della giovane donna, una bambina di nome Marta,
condotta poi in commissariato. Sono dieci anni che Aldo Fantini non ha
più notizie di Bruna, precisamente dal momento in cui la scomparsa della
moglie ha significato anche l’allontanamento di casa della figlia.
Ignorava così tutto della vita di Bruna, innanzi tutto che avesse a sua
volta una figlia e che lui fosse diventato nonno.Dolore e compassione
cancellano tuttavia le colpe e i torti degli anni, e così l’uomo non
esita a decidere di prendersi totalmente cura della nipote. Ne chiede
l’affidamento e, dopo essersi recato a casa della figlia, recupera
vestiti, bambole, scatole di perline, cassette di lacca rossa per
cercare di alleviare sofferenza e solitudine della bambina. Ma è un
nonno che Marta non ha mai conosciuto, un estraneo per la ragazzina. Il
destino, però, si sa, tesse segretamente i suoi fili, e li svolge
secondo misteriose affinità. Marta viene affidata alle cure della
dottoressa Emma Donati, che non è soltanto un’esperta psicologa. Come
Marta, un mucchietto d’ossa di sette anni che, con i muscoli tesi, non
risponde a nessuno e reagisce alla morte della madre col silenzio
ostinato di chi vuole negare la perdita, così Emma Donati è segnata
dalla volontà di sfuggire il dolore attraverso il silenzio e la
negazione. Sopravvissuta ad Auschwitz, ha nascosto per anni una ferita
indelebile apertasi nel suo cuore durante gli anni di prigionia. Una
ferita che, al cospetto del senso di colpa di Marta per la tragedia di
cui si sente responsabile, sanguina di nuovo e richiede una definitiva
guarigione. Con una scrittura impeccabile e attenta ai dettagli, e uno
sguardo che spazia dal dramma della Shoah alla Milano degli anni
Ottanta, Marta nella corrente svela il talento di una scrittrice capace come pochi di dar voce con grazia alle emozioni e ai moti più intensi dell’animo.
Marta ha sette anni e non parla dopo la morte di sua madre.
Emma deve fare i conti con i suoi fantasmi e le indelebili ferite dell'Olocausto.
Una bambina e una donna unite dal dolore e dalla forza delle parole.
Un romanzo sorprendente per la maturità della scrittura e la forza dei sentimenti.
Nessun commento:
Posta un commento