III AVVENTO
“Tu chi sei?” (Gv 1,19),
chiedono a Giovanni Battista, gli inviati da Gerusalemme. Egli è “un uomo mandato da Dio … per dare
testimonianza alla luce” (1,7s). Giovanni Battista ha una vocazione: essere
l’annunciatore di Gesù Cristo; egli sa di essere a servizio del Messia; di
dover fare e poi scomparire – “Lui deve
crescere; io, invece, diminuire” (3,30) -. Potremmo definire il Battista,
patrono dei
santi nascosti, silenziosi, di coloro che costruiscono il regno di
Dio, senza che nessuno se ne accorga; sono quelli che non finiranno mai sugli
altari, se non in cielo, dove agli occhi di Dio la loro bellezza è evidente. Sono quelli ai quali
Dio Padre dirà: “Bene, servo buono e
fedele … sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto” (Mt 25,21).
Egli è anche il patrono di chi non vive la fede come ricerca di sé, del
proprio benessere, ma come amore per il
Signore, tanto da fare la Sua volontà e non la propria. Il Battista era certamente
un uomo rude, eppure incanta la sua umiltà, tutte le sue parole non cercano che
di togliere l’attenzione da sé, per orientarla su Cristo “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (1,9). Egli non è al
centro della sua relazione con Dio.
Gesù, aiutami a diffondere ovunque
il tuo profumo,
ovunque io passi.
Inonda la mia
anima del tuo Spirito
e della tua
vita.
Invadimi
completamente e
fatti maestro di
tutto il mio essere
perché la mia
vita
sia
un'emanazione della tua.
Illumina
servendoti di me
e prendi
possesso di me a tal punto
che ogni persona
che accosto
possa sentire la
tua presenza in me.
Guardandomi, non
sia io a essere visto,
ma tu in me.
Rimani in me.
Allora
risplenderò del tuo splendore
e potrò fare da
luce per gli altri.
Ma questa luce
avrà la sua sorgente
unicamente in
te, Gesù,
e non ne verrà
da me
neppure il più
piccolo raggio:
sarai tu a
illuminare gli altri
servendoti di
me.
Suggeriscimi la
lode che più ti è gradita,
che illumini gli
altri attorno a me:
io non predichi
a parole
ma con
l'esempio,
attraverso lo
slancio delle mie azioni,
con lo
sfolgorare visibile dell'amore
che il mio
cuore riceve da te.
Mi è capitato di notare come, anche mentre celebro l’Eucaristia, ci
siano persone che entrano in chiesa e, senza nemmeno farsi un segno di croce,
si fiondano davanti alle cappelle dei santi. Oramai non dovrei farci più caso,
invece, ogni volta mi stupisco. I Santi canonizzati dalla Chiesa, tutti, come
il Battista ci dicono: “Io non sono il Cristo; io sono solo, voce di uno che
grida: Accogliete il Salvatore; Colui al quale non sono degno di slegare il
laccio del sandalo. Non fermarti a me, perché non sono io che posso fasciare le
piaghe del tuo cuore spezzato che, ti porta fuori dalla tua prigione. Io ho
scoperto l’Unico che può fare questo e ti dico: rivolgiti al Cristo”.
Scrive Isaia: “Io gioisco
pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio” (Is 61,10), ecco
perché i santi sono creature gioiose, pur nelle grandi difficoltà delle loro
esistenze; essi hanno saputo mettersi da parte, per lasciare spazio a Dio, così
Lui li ha rivestiti delle vesti della salvezza, li ha avvolti con il mantello
della giustizia.
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