IL RITORNO DELLE CASTE SOCIALI
Il messaggio sono i poveri, aveva detto Francesco a proposito dei contenuti della visita nelle Filippine. E a proposito di una domanda sul contrasto tra gli alberghi di lusso di Manila e la gente che dorme per strada, papa Francesco ha risposto che “oggi non si scarta solo la carta, quello che avanza, si scartano le persone, la discriminazione è una maniera di scartare la gente. Mi viene un pò in mente l'immagine della caste. Questo non può andare. Nella mia diocesi di Buenos Aires, c'era tutta la zona nuova che si chiama Portomadero fino alla stazione ferroviaria e poi comincia la villas miserias, i poveri. Da questa parte ci sono 36 ristoranti di lusso, che se tu vai a mangiare lì ti tolgono la testa, di qua c'è la fame, uno accanto all'altro. E noi abbiamo la tendenza di abituarci a questo. Di qui siamo noi, lì, ci sono gli scartati. Sulla povertà la chiesa deve dare l'esempio, una volta di più in questo, rifiutare ogni mondanità, da noi consacrati, preti, suore, laici credono davvero il peccato più grave, la minaccia più grave, è la mondanità". (ANSA 19 gennaio).
L’ISLAM E LA CONDANNA DELLA VIOLENZA
Sul suo appello ai Paesi islamici perché prendano posizione contro le frange terroristiche, Francesco si dice fiducioso che col tempo la molta “gente buona” del mondo musulmano riuscirà a incidere maggiormente. Il Papa ha poi precisato che la mancata udienza al Dalai Lama non è stata concessa perché “è abitudine nel protocollo della Segreteria di Stato” non ricevere capi di Stato o di quel livello quando sono impegnati a Roma in un incontro internazionale: “Ma il motivo non era il rifiuto alla persona o paura per la Cina. Sì, noi siamo aperti e vogliamo la pace con tutti. E come vanno i rapporti? Il Governo cinese è educato. Anche noi siamo educati e facciamo le cose passo passo, come si fanno le cose nella storia, no? Ancora non si sa, ma loro sanno che io sono disposto a ricevere o andare. Lo sanno” (Radio vaticana 19 gennaio).
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