CENERI
Sono moltissimi gli spunti che ci vengono dalle letture di questo giorno
così speciale. Sarebbe bello, una volta tanto, fermarci con calma, senza avere
paura di stancarci e di perdere troppo tempo con la parola di Dio, ma sappiamo
bene, purtroppo, che non possiamo permettercelo. Come quando si trova un
forziere pieno di gioielli e, per l’urgenza di scappare, non se ne può portare
via che alcuni, cerchiamo di raccogliere i più preziosi.
Nel libro dei Proverbi troviamo parole molto chiare: “Avete trascurato ogni mio consiglio
e i miei rimproveri non li avete accolti; anch’io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando su di voi verrà la paura, quando come una tempesta vi piomberà addosso il terrore, quando la disgrazia vi raggiungerà come un uragano, quando vi colpiranno angoscia e tribolazione” (Pr 1,25ss); sono parole dure, ma possono aiutarci a prendere coscienza di quanto sta avvenendo. Le crisi – economica, sociale, politica, militare – che stanno colpendo il nostro mondo, non sono piovute dal cielo; non sono frutto del caso, ma, io credo, dell’ostinata volontà umana nel trascurare o, per meglio dire, rifiutare la volontà di Dio. Fin dall’inizio della storia Dio ha detto ai nostri progenitori: “dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire” (Gen 2,17). L’albero del bene e del male è un’espressione che indica la scelta di autonomia dell’uomo rispetto a Dio; la volontà umana di decidere cosa è bene e cosa è male, facendo di se stesso il punto di riferimento. Dio ha messo l’uomo come custode e coltivatore del creato, l’uomo se ne è appropriato, illudendosi di esserne il padrone. Oggi raccogliamo i frutti di una lunga semina.
e i miei rimproveri non li avete accolti; anch’io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando su di voi verrà la paura, quando come una tempesta vi piomberà addosso il terrore, quando la disgrazia vi raggiungerà come un uragano, quando vi colpiranno angoscia e tribolazione” (Pr 1,25ss); sono parole dure, ma possono aiutarci a prendere coscienza di quanto sta avvenendo. Le crisi – economica, sociale, politica, militare – che stanno colpendo il nostro mondo, non sono piovute dal cielo; non sono frutto del caso, ma, io credo, dell’ostinata volontà umana nel trascurare o, per meglio dire, rifiutare la volontà di Dio. Fin dall’inizio della storia Dio ha detto ai nostri progenitori: “dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire” (Gen 2,17). L’albero del bene e del male è un’espressione che indica la scelta di autonomia dell’uomo rispetto a Dio; la volontà umana di decidere cosa è bene e cosa è male, facendo di se stesso il punto di riferimento. Dio ha messo l’uomo come custode e coltivatore del creato, l’uomo se ne è appropriato, illudendosi di esserne il padrone. Oggi raccogliamo i frutti di una lunga semina.
Questo allora è il tempo della paura, della disperazione? No, come ci dice san Paolo: “Ecco ora il momento favorevole, ecco il
giorno della salvezza” (2Cor 6,2). Quando Giona andò a Ninive ad annunciare
la distruzione entro quaranta giorni, tutto il popolo scelse il cammino della
conversione.
Siamo chiamati a vivere questa quaresima, non come un’operazione di facciata, superficiale,
ma come l’occasione per ritornare a Dio, per lacerarci il cuore. E’ tempo di
trasformazione interiore profonda.
Un organismo malato ha bisogno di cellule sane: noi siamo quelle
cellule. La storia è costellata dall’azione straordinaria di singoli uomini e
donne che, grazie alla reale conversione, sono stati capaci di segnare
positivamente il loro tempo. Dio non salva con la potenza e con i molti, ha
bisogno della disponibilità di pochi, attraverso i quali incendiare del fuoco
dello Spirito la storia. Basta un fiammifero per dare fuoco a un bosco. San
Francesco, Chiara, Don Bosco, Teresa di Calcutta, Romero, P. Lino, ci sono
testimoni della verità di queste parole.
Non vi dico cosa fare in questa Quaresima, perché le nostre vite sono
molto diverse, per personalità e ritmi, non penso ci sia qualcosa adatto a
tutti, ma come ambasciatore : per mezzo mio è Dio stesso che esorta. Vi
supplico in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
La terra per produrre frutti abbondanti, ha
bisogno di essere arata, concimata, senza questa preparazione non può essere
seminata. L’aratura rivolta è frantuma, il concime deve penetrare nella parte
più profonda di modo che le radici, possano attingervi il nutrimento. La nostra
Quaresima non può che essere “dolorosa”, se va a toccare la parte più profonda
di noi stessi, quella più ostile all’azione di Dio.
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