Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 22 febbraio 2015

Che io non mi lasci ingananre




I DOM. Q.


     “In quei giorni il mondo brulicava di uomini, la popolazione si era moltiplicata; il mondo muggiva come un toro selvaggio e i grandi dei erano tenuti svegli da tanto frastuono. (Fu riunito il) consiglio gli dei: «Il chiasso dell'uomo è ormai insopportabile e per il grande frastuono ci è negato il riposo.» Tutti d'accordo decisero di sterminare l'umanità.

     Uno degli dèi dice: “Disfati della tua casa, costruisci un'arca ... Carica nella nave il seme di ogni essere vivente … Feci entrare nell'arca tutta la mia famiglia e parentela, animali selvatici dei campi, animali domestici dei campi. Tutti gli artigiani feci salire a bordo. … «Quando questa notte verrà dato l'ordine si rovescerà una pioggia di sventura, sali allora a bordo dell'arca e chiudi alle tue spalle la porta! Il tempo stabilito è giunto: colui che ha avuto l'ordine rovescerà questa notte una pioggia di sventura» (Epopea di Gilgamesh).
      Queste parole ci sembrano conosciute, ma nello stesso tempo contengono delle evidenti stranezze. Infatti non vengono da Genesi, ma da un antichissimo testo mesopotamico – l’Epopea di Gilgamesh -. Sono due racconti simili, ma in realtà profondamente differenti. Secondo questo testo il diluvio è dovuto al fastidio provato dagli dèi, a causa del rumore degli uomini. Il diluvio della Genesi, invece, è dovuto al fatto che “Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male” (Gen 6,5); Dio vuole che Noè si salvi con i suoi familiari, mentre Gilgamesh riesce a evitare la morte, solo perché riceve una spiata da uno degli dèi, suo amico.
     E’ chiaro ciò che intende dire l’autore di Genesi: Dio vuole liberare l’umanità dal male, non eliminare l’essere umano.
    Oggi abbiamo ascoltato il proseguo del racconto del diluvio, dove Dio ha detto a Noè, uscito dall’arca: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra” (Gen 9,1). Quando il Signore cacciò Adamo e la donna  da Eden, solo in quel momento “L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi” (Gen 3,18).
     E’ espresso con immagini tipiche del mondo Orientale, ciò che Gesù dirà con parole chiare: “non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori (Mt 9,13); Gesù è venuto a chiamare per salvare e  guarire.
     E’ per questo che la tradizione della Chiesa, ha visto nelle immagini del diluvio una preparazione al Battesimo: “Anche nel diluvio hai prefigurato il Battesimo, perché, oggi come allora, l'acqua segnasse la fine del peccato e l'inizio della vita nuova” (Rito del Battesimo).
     Che cosa è il Battesimo?
     E’ quell’acqua resa efficace da Dio stesso, nella quale il male è ucciso, sconfitto. Grazie a quella triplice immersione, nel nome della SS. Trinità, siamo diventati creature sane e libere, il maligno non ha più potere su di noi, per questo, per rovinarci ha bisogno di tentarci, cioè, di spingerci a compiere il male.
     Nel passato non era infrequente vedere rappresentare il diavolo, non come essere mostruoso, ma sotto le mentite spoglie di un monaco. Il significato è duplice:
-          il diavolo non è delle Chiesa, ma nulla gli impedisce dall’intrufolarsi in essa.
-          il diavolo sa che, se vuole farci compiere il male, deve convincerci, facendoci credere di fare o dire una cosa che ha una parvenza di bene. Quante volte troviamo il diavolo con in bocca parole prese dalla Sacra Scrittura!
Non vorrei sembrare irriverente, ma ricordiamo nella favola di “Biancaneve”, la Regina malvagia, ha voluto camuffarsi da fragile vecchietta, con una bellissima mela.
     Gesù ci dice oggi: “Convertitevi e credete nel vangelo” (Mc 1,15), perché sa che abbiamo bisogno di continuare a essere illuminati, di modo che, possiamo rispondere a colui che ci tenta, svelando le sue trame. Tanto più saremo lontani da Dio e tanto più il diavolo avrà presa su di noi, riuscendo a spacciare per vere le sue menzogne e per bello, le sue porcherie.
     Donaci, Signore, il Tuo Spirito Santo, perché sappiamo riconoscere l’inganno

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