I DOM. Q.
“In quei giorni il mondo brulicava di uomini, la popolazione si era
moltiplicata; il mondo muggiva come un toro selvaggio e i grandi dei erano
tenuti svegli da tanto frastuono. (Fu riunito il) consiglio
gli dei: «Il chiasso dell'uomo è ormai insopportabile e per il grande frastuono
ci è negato il riposo.» Tutti d'accordo decisero di sterminare l'umanità.
Uno degli dèi dice: “Disfati della tua casa, costruisci un'arca ... Carica nella nave il seme
di ogni essere vivente … Feci entrare nell'arca tutta la mia famiglia e
parentela, animali selvatici dei campi, animali domestici dei campi. Tutti gli
artigiani feci salire a bordo. … «Quando questa notte verrà dato l'ordine si
rovescerà una pioggia di sventura, sali allora a bordo dell'arca e chiudi alle
tue spalle la porta! Il tempo stabilito è giunto: colui che ha avuto l'ordine rovescerà
questa notte una pioggia di sventura» (Epopea di Gilgamesh).
Queste parole ci sembrano conosciute, ma nello stesso tempo contengono
delle evidenti stranezze. Infatti non vengono da Genesi, ma da un antichissimo
testo mesopotamico – l’Epopea di
Gilgamesh -. Sono due racconti simili, ma in realtà profondamente
differenti. Secondo questo testo il diluvio è dovuto al fastidio provato dagli
dèi, a causa del rumore degli uomini. Il diluvio della Genesi, invece, è dovuto
al fatto che “Il Signore vide che la
malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del
loro cuore non era altro che male” (Gen 6,5); Dio vuole che Noè si salvi
con i suoi familiari, mentre Gilgamesh riesce a evitare la morte, solo perché riceve
una spiata da uno degli dèi, suo amico.
E’ chiaro ciò che intende dire l’autore di Genesi: Dio vuole liberare
l’umanità dal male, non eliminare l’essere umano.
Oggi abbiamo ascoltato il
proseguo del racconto del diluvio, dove Dio ha detto a Noè, uscito dall’arca: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la
terra” (Gen 9,1). Quando il Signore cacciò Adamo e la donna da Eden, solo in quel momento “L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu
la madre di tutti i viventi” (Gen 3,18).
E’ espresso con immagini tipiche del mondo Orientale, ciò che Gesù dirà
con parole chiare: “non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”
(Mt 9,13); Gesù è venuto a chiamare per salvare e guarire.
E’ per questo che la tradizione della Chiesa, ha visto nelle immagini
del diluvio una preparazione al Battesimo: “Anche nel diluvio hai
prefigurato il Battesimo, perché, oggi come allora, l'acqua segnasse la fine
del peccato e l'inizio della vita nuova” (Rito del Battesimo).
Che cosa è il Battesimo?
E’ quell’acqua resa efficace da Dio
stesso, nella quale il male è ucciso, sconfitto. Grazie a quella triplice
immersione, nel nome della SS. Trinità, siamo diventati creature sane e libere,
il maligno non ha più potere su di noi, per questo, per rovinarci ha bisogno di
tentarci, cioè, di spingerci a compiere il male.
Nel passato non era infrequente vedere rappresentare
il diavolo, non come essere mostruoso, ma sotto le mentite spoglie di un
monaco. Il significato è duplice:
-
il diavolo non è delle Chiesa, ma nulla gli impedisce
dall’intrufolarsi in essa.
-
il diavolo sa che, se vuole farci compiere il male,
deve convincerci, facendoci credere di fare o dire una cosa che ha una parvenza
di bene. Quante volte troviamo il diavolo con in bocca parole prese dalla Sacra
Scrittura!
Non vorrei
sembrare irriverente, ma ricordiamo nella favola di “Biancaneve”, la Regina
malvagia, ha voluto camuffarsi da fragile vecchietta, con una bellissima mela.
Gesù ci dice oggi: “Convertitevi e credete nel vangelo” (Mc 1,15), perché sa che
abbiamo bisogno di continuare a essere illuminati, di modo che, possiamo
rispondere a colui che ci tenta, svelando le sue trame. Tanto più saremo
lontani da Dio e tanto più il diavolo avrà presa su di noi, riuscendo a
spacciare per vere le sue menzogne e per bello, le sue porcherie.
Donaci, Signore, il Tuo Spirito Santo,
perché sappiamo riconoscere l’inganno
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